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Channel: I SAPORI DEL MEDITERRANEO
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Nergi, il baby Kiwi.#QuidaNoi

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Il tema dell'agricoltura rimane un tema sempre attuale, i cambiamenti climatici,  il costante aumento delle temperatura fanno si che le colture sono sempre più colpite da malattie ad esse collegate.Dal 2010 le colture di kiwi sono state decimate a causa della batteriosi, una malattia che colpisce sopratutto le piante di kiwi.Scoppiata nel 2008 nell'aria di maggior produzione, il territorio di Latina, successivamente si è diffusa in tutte le area si produzione del kiwi.Questa malattia si manifesta con cancri essudati gommosi sulla pianta che la portano alla morte e di conseguenza all'estirpo della pianta.
Il dinamismo degli agricoltori piemontesi ha portato a modificare e convertire le colture tradizionali; infatti hanno importato colture da altre zone, vedi uva pirene (puglia) e Nergi (Nuova Zelanda). Nella tappa di Saluzzo del Tour qui da Noi , si è svolto happening per food blogger , nel ristorante "Interno 2 " . Un dottore nutrizionista e  vari produttori , ci hanno presentato questo nuovo frutto, simpatico e versatile.Lo chef del ristorante "Interno 2 " ci ha presentato dei piatti davvero succulenti, dove l'ingrediente di eccellenza era proprio il Nergi, facile da abbinare sia nel dolce che nel salato.


Vi riporto di seguito le slide di presentazione di questo frutto, con tutte le varie caratteristiche nutrizionali e di produzione.
Nergi: il nuovo frutto di bosco , un pieno di energia in un solo boccone.La sua dolcezza e morbidezza lo rendono irresistibile a chiunque lo provi.Chi lo assaggia lo compra!
Comodo: si mangia così in un solo boccone, senza sbucciarlo! Snack sano e salutare in ufficio o a scuola, originale e curioso aperitivo da condividere!!!E' un frutto salutare che possiede ottime quantità di vitamina C e di antiossidanti.La buccia apporta fibra nella nostra dieta, in genere sempre carente.
Poche calorie ! 48 Kcal per 100 g di Nergi
VALORI NUTRIZIONALI: 
VIT  C  52,5 mg/100g prodotto, ovvero 87,5 % RDA
FIBRA 36g/100g prodotto ovvero 14,40% RDA
VALORE ENERGETICO : 48 Kcal/100g, dato sopratutto da zuccheri semplici subito disponibili per un pieno di Energia!
Nergi è protetto da una licenza esclusiva.In Europa SOFRUILEG (Fr) ha ottenuto la licenza dell'Istituto di Ricerca Botanica Neozelandese,
ORTOFRUIT ITALIA ha la distribuzione esclusiva di Nergi in Italia.Il progetto vuole avvicinare le zone di produzione a quella di consumo.La produzione è regolata da un rigoroso disciplinare che che ne norma tutte le fasi dal campo alla tavola, compresi i numerosi controlli di qualità.


E' naturale , resistente e italiano!L'actinidia arguta è originaria dell'Asia dove cresce nel sottobosco.E' una pianta rustica e resistente.La varietà che consumiamo sono state selezionate in Nuova Zelanda.Non è OGM! Nergi è coltivata in modo ecososenibile in Europa nelle nazioni climaticamente più favorevoli ( Italia, Francia, Portogallo).
La coltivazione Italiana si concentra in provincia di Cuneo. Nergi assume un ruolo fondamentale nella diversificazione agricola del territorio che soffre i danni causati dalla batteriosi del Kiwi e le svalutazioni del prezzo delle pesche. La susa rusticità richiede limitati trattamenti fitosanitari. La pianta resiste bene alla batteriosi.
Per consumare il prodotto è sufficiente sciacquarlo sotto l'acqua corrente.Non deve essere sbucciato!
E' un prodotto stagionale ( da settembre a novembre). Il Nergi è coltivato a pergola per impedire il contatto a terra del  frutto che si sviluppa a grappoli. LA raccolta è esclusivamente manuale e deve essere particolarmente accurata per delicatezza del prodotto.
Dopo la raccolta il Nergi richiede un periodo di riposo (affinamento).E' sempre pronto per essere gustato!Il prodotto viene commercializzato al perfetto punto di maturazione.Dopo l'acquisto si conserva in frigorifero per 5-6 giorni.LA confezione contiene circa 10 frutti e rende facile il suo trasporto e lavaggio.
E' sempre pronto per essere gustato, avvicinando i nuovi modelli di consumo (street-food, pret-a-manger, finger-food).
E' un prodotto che ha riscosso successo in tutte le fasce d' età. ( un successo con i bambini)!
Dolce,morbido,comodo,conviviale,salutare, locale!!!
Buon Nergi a tutti !!
tuute le info su http://www.nergi.info/

DOLCI REGALI- perchè non c'è due senza tre

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Ormai tutti conoscono l'Mtchallenge, la scuola di cucina autodidatta, dove ogni mese c'e' una sfida con un tema prestabilito dettata dal vincitore del mese precedente.Tutte le regole per la partecipazione le potete trovare in questo post mtchallenge .Le ideatrici di questo gioco sono riuscite in questi mesi ad ideare ed organizzare insieme all'editor ed editore  la pubblicazione di varie uscite.Dopo l'uscita dei libri L'ora del Patè e Insalata Tiffany,  l'Mtchallenge si arricchisce di un altra uscita, Dolci Regali.Una raccolta di dolci di varie uscite , con un impronta più calcata sul babà e quello che gli ruota attorno , vale a dire quegli impasti lievitati che si chiamano brioche, kugelhupf, savarin e trecce.Ci sono poi dolci poveri, quelli legati alle feste come pani dolci, graffe e i krapfen e poi le bagne e le creme , le marmellate , liquore , acque profumate tutte legate all'uscita del babà.

UNA CAUSA GIUSTA 
Acquistando una copia di Insalata da Tiffany, contribuirai alla creazione di borse di studio per i ragazzi di Piazza dei Mestieri (link: http://www.piazzadeimestieri.it/), un progetto rivolto ai giovani oggetto della dispersione scolastica e che si propone di insegnare loro gli antichi mestieri di un tempo, in uno spazio che ricrea l'atmosfera di una vecchia piazza, con le botteghe di una volta- dal ciabattino, al sarto, al mastro birraio e, ovviamente, anche al cuoco. La Piazza dei Mestieri si ispira dichiaratamente a ricreare il clima delle piazze di una volta, dove persone, arti e mestieri si incontravano e, con un processo di osmosi culturale, si trasferivano vicendevolmente conoscenze e abilità: la centralità del progetto è ovviamente rivolta ai ragazzi che trovano in questa Piazza un punto di aggregazione che fonde i contenuti educativi con uno sguardo positivo e fiducioso nei confronti della  realtà, derivato proprio dall’apprendimento al lavoro, dal modo di usare il proprio tempo libero alla valorizzazione dei propri talenti anche attraverso l’introduzione all’arte, alla musica e al gusto.



Troverete all'interno  la mia ricetta sulla crema di pastiera scomposta :Babà alla strega con crema di pastiera


Acquacotta Toscana

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Dopo il grande successo del 2013 dello scambio di ricette tra regioni, quest'anno tutti insieme abbiamo deciso di riproporlo.Alla campania è stata abbinata la  toscana, regione di grandi tradizioni gastronomiche.E' l'ultima uscita di questo 2014 dell''italia nel piatto, la rubrica che promuove i piatti tradizionali di tutte le regioni della penisola.Dal Blog di Giovanna http://acquacottaf.blogspot.it , sono stato colpito dall'acquacotta di nonna Caterina, che non ho citato nel titolo per rispetto dei sentimenti e della  tradizione che ritengo strettamente personali.La trasmissione di notizie, memorie e testimonianze appartengono all'autrice del post, io non ho fatto altro di eseguire la ricetta cosi' come riportata nel suo post.Il risultato è stato eccezionale, profumi e sapori di un tempo racchiusi in questo piatto che non ha nulla da invidiare a quelli con ingredienti pregiati.Personalmente amo i piatti poveri per il loro gusto verace e della tradizione, per questo la mia scelta è caduta sull'acquacotta.

Ingredienti :
100 g Olio Extra vergine di Oliva 
300 g Cipolle 
125 g Sedano 
125 g Patate a Fette 
125 g Carote
150 Pomodori 
800 g Bietole
Pecorino
Pane abbastanza raffermo 
1 litro di Acqua 
sale qb
Procedimento:
In una  casseruola , ho fatto un soffritto con olio, aglio, cipolle sedano, patate e un po di sale,ho poi aggiunto i pomodori e bietole a pezzi e li ho fatto insaporire.Ho versato il litro di acqua, ho salato e ho fatto cuocere l'acquacotta per circa  45 minuti. Il tutto deve rimanere  abbastanza liquido per poter cuocere nella minestra un uovo per commensale.Quindi ho aggiunto le uova all'acquacotta poco prima di servirla a tavola, mettendole direttamente nella pentola di cottura una ad una, per farle in camicia  e facendo attenzione che non si rompano.In ogni tegamino di coccio do disposto due fette di pane abbastanza raffermo e su di esse ho versato la minestra con al centro l'uovo e una spolverata di pecorino. Ho fatto riposare per 5 minuti in modo che il brodo inzuppi bene il pane raffermo e ho servito.Da oggi questo piatto rientra nella mia cucina , buonissimo e grazie a nonna Caterina.


Trentino-Alto Adige








Toscana: Tozzetti ai pistacchi, ricetta del Lazio http://acquacottaf.blogspot.com/2014/12/tozzetti-ai-pistacchi.html


Abruzzo:Frustingolo ricetta tipica delle Marche
   






Fichi al Rum

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Ricette che hanno una storia, ricette tramandate da padre a figlia  per non spezzare mai il filo che lega l'Amore e il Sapere, questa prassi in gergo  la chiamiamo semplicemente tradizione. La ricetta natalizia che presento oggi è riportata in un appunto scritto dal papà  di una carissima amica. Salvatore Costagliola  è stato rappresentante di un importante casa vinicola degli anni  60', la Fassati , ed ha girato tantissimo.Dai suoi appunti abbiamo notato tanto amore verso la cucina, infatti  in ogni luogo che andava a proporre il vino dei Fassati, ritornava a casa con una ricetta scritta di  pugno dietro il blocchetto ordini della Fassati.Salvatore ha lasciato alla figlia Maria Teresa un bellissimo archivio di ricette tipiche che man mano cercheremo di condividere con tutti voi.
 Ingredienti : 
1 Kg di Fichi Grandi 
1/2 litro di Rum
2 cucchiai di zucchero 
1 cucchiaio di finocchietto
noci o mandorle
scorza di 1 mandarino 
scorza di 1/2 limone
Procedimento :
Lavare i fichi nel vino bianco, imbottirli con le noci e mandorle e farli asciugare per 5-10 minuti nel forno a 150°.Ancora caldi sistemarli nel barattolo mettendo su ogni strato i finocchietti,Preparare a parte  il punch ( sciroppo) sciroppo con rum, zucchero ( che va sciolto in poca acqua ) e scorze di mandarini e limoni.Versare il punch sui fichi - (Conservare e dopo due giorni rifondere con lo punch) 



Muffin al Caffè Santa Fara

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Dovremmo essere intenditori di caffè, ma negli ultimi anni abbiamo davvero toccato il fondo. Nelle caffetterie oggi si ragiona sul basso costo della materia prima e non sulla qualità.La mia idea va semplicemente in controcorrente e sono convinto che la qualità e l'unica arma che porta la successo, sopratutto in questo momento di crisi generale.Anche la trasmissione di report ha evidenziato la scarsa qualità e la non professionalità degli operatori nella preparazione di un buon caffè.Dopo le pizze e' toccato al caffè, venire a conoscenza di regole essenziali è un vantaggio per il consumatore.Il 70% del mercato del caffè in Italia è comandato da 5 aziende industriali, il restante 30% invece cerca di competere con questi grandi gruppi con la qualità del prodotto.
Caffè Santa Fara grazie all'esperienza acquisita in questo campo, seleziona le migliori miscele,per un caffè cremoso e di qualità. Ho usato le loro cialde per per preparare il caffè  per questi squisiti muffin al Caffè  Santa Fara.

Ingredienti : 
250 g di farina "0"
da 90 g a 200 150 g di zucchero di canna** 
1/2 cucchiaino di bicarbonato 
8 g di lievito per dolci 
un pizzico di sale
150 ml di Caffè Santa Fara zuccherato
(Corrispondente a 7-8 cialde Santa Fara)
100 ml di latte
100 g di burro morbido 
2 uova medie
*** opzione gocce di cioccolato a piacere
**Dipende dai gusti: chi è abituato a prendere il caffè senza zucchero e vuole un muffin più aromatizzato al caffè metterà 90 g di zucchero, viceversa invece 200 g.

Procedimento: 
In una ciotola, ho lavorato il burro a crema con lo zucchero di canna.A questo composto ho unito le uova una alla volta mescolandole con la frusta, ho poi aggiunto il latte e infine il Caffè Santa Fara zuccherato .Ho mescolato bene e ho messo da parte.
In un altra  ciotola capiente ho setacciato tutti gli ingredienti secchi, la farina "0", il lievito, il sale e il bicarbonato, amalgamato bene il tutti gli ingredienti. Sempre nella ciotola ho formato una fontana, dove ho versato dentro il composto liquido.Con un cucchiaio di legno ho amalgamato velocemente i due composti,  10-11 giri di cucchiaio, il composto deve risultare grumoso.
A questo punto ho riempito i pirottini per 2/3, l'ho poi adagiati in piccole forme di alluminio sempre per muffin e l'ho messi nel forno abbassando la temperatura a 180°.
Buon Muffin Santa Fara e Buon Natale a Tutti.

Pane calzone alle noci e caciocavallo

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Iniziamo il primo post del  2015 con l'uscita della rubrica  dell'Italia nel piatto, il tema questo mese e' dedicato alla frutta secca.La ricetta che propongo è un pane o calzone con all'interno noci di sorrento e caciocavallo, due prodotti tipici del territorio.Quando la nonna  faceva il pane in casa, e nella divisione dei "pezzi di pane" avanzava un po di pane, li farcivamo spesso con noci e formaggio stagionato.La Campania è il primo produttore di  frutta secca in Italia, sopratutto nocciole, e noi invece continuiamo a comprare frutta secca straniera; questi sono i misteri della vita e le manipolazioni del mercato legate alla globalizzazione.Un cenno va anche alla pregiata noce di Sorrento, che sono di due tipi uno allungato, regolare, leggermente appuntito all'apice e smussato alla base, l'altro rotondeggiante, più piccolo. Le valve, in entrambi i casi, sono lisce, di ridotto spessore, il frutto è costituito dal gheriglio di sapore gradevolissimo, poco oleoso di colore bianco crema. Una delle principali caratteristiche è che, a differenza delle altre cultivar il gheriglio può facilmente essere estratto integro, cosa che la rende particolarmente apprezzato dall'industria dolciaria e dai consumatori.(agricoltura.regione.campania)
Ingredienti:
450 g  di farina "00"
100 g di farina di semola  
350 g di acqua
2 cucchiai di Olio extra vergine di oliva 
25 g di sale
150 g di lievito madre di grano duro
20 noci  di Sorrento 
200 g di caciocavallo stagionato

Procedimento:
Prima di incominciare l'impasto ho rinnovato  il mio lievito madre, troverete le info in questo dettagliato post.
Su un piano di lavoro ho predisposto le  farina a fontana, al centro ho fatto un incavo con il pugno. In quell'incavo ho sciolto il lievito madre  con acqua a temperatura ambiente. Ho diviso l'acqua in due recipienti dove in uno ho sciolto il sale , l'altro è servito a sciogliere il lievito e impastare parte della pasta. Ho mescolato il tutto per bene fino a che lentamente non viene assorbita tutta la farina. A questo punto ho  incominciato ad impastare energicamente facendo in modo che l'impasto rimanga ben incordato. Ho lavorato la pasta finché non si appiccica più alle mani .Ho lasciato riposare la pasta per 5 minuti, trascorso il tempo,  ho ripreso ad impastare per altri 5-6 minuti, finchè la pasta non risulti liscia. Ho formato dei panetti dal peso di circa 250 g  e li ho adagiati avvolti da un panno di cotone in un contenitore per pizza. Ho chiuso il contenitore con il coperchio in dotazione e l'ho messo a levitare a temperatura ambiente.
Trascorso il tempo di lievitazione 10-12 ore, ho steso il panetto facendo attenzione a non bucarlo , altrimenti perdiamo i gas di lievitazione e addio alveolatura. Ho distribuito al centro dell'impasto le noci di Sorrento e i caciocavallo.
Ho chiuso il tutto unendo i due lati che avevo lasciato un po' più spessi (cornicione) , dandogli la forma di un panino. Ho adagiato i panini in teglia e li ho infornati a 250 ° per 20-25 minuti circa. ù

Andiamo a vedere le ricette delle altre regioni sulla frutta secca.

Valle d'Aosta: Tegole valdostane 

Friuli-Venezia Giulia: Presnitz 

Veneto:  Nadalin 

Lombardia: Amaretti lodigiani (Amareti ludesani)

Liguria: chicche della nonna con salsa di noci 
  
Emilia Romagna: Il croccante 

Toscana: Panficato

Marche: Le beccute 

Umbria: Fazzoletti di farro alle noci  

Molise: Citillo 

Lazio: Nociata 

Campania: Pane calzone alle noci e caciocavallo

Puglia: Le Castagnelle 

Calabria: Salame di fichi al cioccolato 

Sicilia:  Giuggiulena o torrone al sesamo 

Lo strano mondo del food, che tanto strano non è # a cap' sott

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A giudicare un piatto dovrebbe essere il palato, che percepisce, indistintamente dalla cultura il buono.Il buono è quel sacrificio che l'uomo mette per coltivare o realizzare un prodotto, rispettando la natura, il territorio, la stagionalità e i valori umani.Come al solito si continua a ridicolizzare eventi e prodotti che andrebbero presentati al mondo e ai consumatori come li crea la natura con la mano sapiente dell'uomo.La banda delle fuffi blogger ormai si trovano dappertutto, senza cultura senza competenze e sopratutto senza palato............... eppur ci sono e rispecchiano appieno la nostra società contorta e malata dell'esibizionismo sfrenato.
Molte persone  hanno cercato di convincermi a non essere sempre  polemico altrimenti non avrei avuto successo nel mondo del food blogger.Che ridere !!!!!!
Il successo di che cosa ????..... non l'ho ancora capito, stare al centro dell'attenzione, mentre tutti ti applaudono per cose che invece andrebbero condivise senza vanagloria.L'esaltazione e' arrivata a livelli inaccettabili, sui social ormai ci si offende per un uovo fritto, o semplicemente per la paternità di una ricetta.Avete mai sentito dire questa è la mia ricetta????, l'hai copiata da me????, casomai chi fa la parte dell'offesa l'ha copiata da un altra e cosi' via.
Eppure è nata prima la cucina è poi l'uomo, come nella storia dell'uovo e la gallina, credo che non sia giusto dire che chi non ha un blog non sappia cucinare, oppure noi che c'e' l'abbiamo siamo superiori.
Nel 2014 ho conosciuto persone fantastiche che con la loro cultura e il loro sapere mi hanno arricchito sopratutto culturalmente, persone che hanno lo spirito di condivisione sono un tesoro per la nostra società.
I produttori, i ristoratori seri andrebbero sempre citati, invece si va sempre a cercare lo scambio, io ti faccio il post tu mi dai la il prodotto.Io ti do la cena gratis tu mi scrivi che hai mangiato bene anche se non e' vero.Siamo i figli di questa società e sicuramente ci accodiamo ad esse in tutti i segmenti, sociali, politici, culturali, gastronomici......
Oggi la maggior parte della promozione dei prodotti del territorio è affidata a sciacalli, che che hanno come primo obbiettivo esaltare la propria immagine e arricchire i propri conti correnti.Soldi pubblici utilizzati per scrivere e stampare libri, invece di  utilizzarli per alleviare i sacrifici dei contadini  e rafforzare la produzione, le nostre terre sono fertili ma non sfruttate.
Ognuno di noi è chiamato a offrire al mondo una testimonianza anche attraverso piccoli mutamenti degli stili di vita .
La libertà rimane  l'unica arma efficace per il cambiamento, cosa insegneremo ai nostri figli ?????



Salsiccia di polmone

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Gennaio è considerato un pò in tutta la penisola il mese del maiale, da secoli il maiale viene macellato in questo periodo perché la temperatura fredda e secca  permette la stagionatura dei vari salumi in modo naturale. L'uscita dell'Italia nel piatto del mese di Gennaio ha quindi come tema :(carne, salumi & C.) del maiale.
Nella terra in cui vivo, l'uccisione del maiale è una tradizione che resiste, anche se negli ultimi anni ci sono state delle restrizioni legislative che hanno decimato questa usanza.
Diciamoci la verità, oggi nei  paesi di montagna e non solo, questa tradizione dell'uccisione del maiale in casa viene ancora praticata sfidando appunto la legislazione vigente.Ma chi è che fa le leggi su queste materie??????  Naturalmente le industrie !!!!!
Non voglio uscire fuori tema, in questo post vi voglio parlare della salsiccia di polmone tagliata a punta di coltello.Il detto che dice che : del maiale non si butta via niente, ancora oggi riesce a resistere tra tante difficoltà, le nuove generazioni non sono troppo propensi a questi tipi di alimentazione, a favore invece degli hamburger contenenti 23 tipi di carcasse di bovini differenti.(sapete di cosa parlo).
La salsiccia di polmone è indispensabile nella minestra maritata di Pasqua ed in sughi piccanti o come secondo insieme alle verdure.Viene fatta con le parti meno nobili o secondari del maiale ossia, cuore, polmone, trachea, carne macchiata macchiata di sangue, rifili di carne,carni grasse da non poter essere utilizzare per altri usi.
L'’inesistenza del “fegato” in tale insaccato c'e' lo spiega Franco Russo. L’esperienza dei nostri padri è quanto c’insegna a seguitare la strada da loro intrapresa nel corso dei tempi. Tale esperienza scaturisce anche da prove fatte e ripetute anche nella chimica o biologia naturale del prodotto animale (di qualsiasi tipo) che ha fatto giungere allo stato finale un manufatto consolidato come quello che tuttora consumiamo. Nello specifico, il fegato può essere consumato solo fresco e senza essere accostato ad altri alimenti destinati alla conservazione perchè tende naturalmente a diventare amaro, quindi inquinerebbe gli altri elementi gastronomici che dovrebbero accompagnarlo. Provare per credere. Tanto per amore ed arricchimento della conoscenza che non deve mai esulare dalla reciprocità. 
Anche il rene  "o rignon" non viene messo in questo insaccato perché come per il fegato non riesce a stagionarsi.


Ingredienti:
 cuore
polmone
trachea
carne macchiata di sangue
rifili di carne grassa 
carni grasse da non poter essere utilizzare per altri usi
in tutto 5 kg  quantità di carne pari al 20-30% 
12 g di finocchietto
5 g di pepe
1 litro di vino bianco
165 g di sale 
Procedimento:
Dopo aver tagliato cuore,polmone,trachea e la carne a punta di coltello e averle amalgamate , il tutto viene conciata di sale ( 33 g per per  kg di carne), pepe, finocchietto e vino locale locale a scelta tra: pallagrello, falanghina, greco di tufo e coda di volpe.
Viene impastato e amalgamato e lasciato riposare per 12 ore.Trascorso il tempo la carne viene insaccata e stretta bene in budelli lunghissimi che vengono punti con un ago in più punti a man mano che si insacca.Una volta terminata questa operazione vengono lasciate ad asciugare per altre 12 ore su di un panno.
Le salsicce vengono messe ad essiccare su un asse di legno sospeso al soffitto al''aria aperta e in ambiente non molto ventilano.Dopo circa  venti giorni un mese di esposizione equilibrata all'aria (se tira vento forte deve essere riparata) la salsiccia e' pronta per essere conservata.
La salsiccia di polmone veniva conservata tempo addietro  in vasi di terraglia e ricoperta di strutto freddo , oggi invece la conserviamo sotto vuoto.La conservazione con lo strutto è più privilegiata per una perfetta conservazione.
Come detto sopra la salsiccia di polmone e' indispensabile nella minestra maritata di Pasqua.
Andiamo a vedere nelle altre regioni la tradizione del maiale :

16 gennaio Carne di maiale, salumi, prodotti, semilavorati o anche sagre a tema

Valle d'Aosta: I salumi valdostani derivati dal maiale 
http://atuttopepe.blogspot.com/2015/01/la-valle-daosta-nel-piatto-i-salumi.html
  
Friuli-Venezia Giulia: Salam tal aset 

Lombardia: Cassoeula lodigiana

Liguria: cardi in ta poela   
  
Emilia Romagna: Pancetta piacentina dop su crostoni di polenta

Toscana: Suino maiale porco: grufolando dal passato al presente, fra parole, ricette e salumi toscani

Umbria: Fegatelli di maiale arrosto

Abruzzo: Il maiale : Tour gastronomico: 

Molise: Lesconda maritèta

Basilicata: Maiale con peperoni sott'aceto

Puglia: Salsiccia a punta di coltello con cime di rape stufate 

Calabria: Gelatina calabrese

Sicilia: Suino nero in crosta di pistacchi


Spaghetti con le vongole fujute

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Un piatto semplice e veloce con ingredienti facili da reperire.La denominazione di questo piatto dimostra tutta l'inventiva di alcuni pescatori degli anni 40-50, un piatto  che si prepara come se le vongole ci fossero, ma in realtà nemmeno l'ombra.
Ricetta questa scovata dal libro di Giovanna Ferrante Sorrentino, scrittrice, che anni fa fece una ricerca delle ricette della tradizione di Terra di Lavoro. Spiega a proposito di questa ricetta che la denominazione fa pensare alle difficoltà economiche in cui un tempo si trovavano anche  le persone che pescavano che dovevano vendere il pesce preso dal mare e si arrangiavano a preparare un pasto come descritto. La seguente ricetta è stata raccontata  alla scrittrice da due vecchi pescatori del litorale domiziano.


 Ingredienti
500 g di pomodori 
2 spicchio d'aglio
1 grossa manciata di prezzemolo
150 g olio extra vergine di oliva
500 g di spaghetti 
sale 
pepe 
Procedimento:
In una casseruola porre l'olio e l'aglio schiacciato; far soffriggere; versare il pomodoro e lasciar cuocere per un quarto d'ora.A parte lessate gli spaghetti e scolarli molto al dente.Al sugo ben caldo aggiungere il prezzemolo, il sale, il pepe e versare sulla pasta.  
Saltate gli spaghetti nel sugo, fate riposare il tutto per un paio di minuti e impiattate guarnendo con del prezzemolo e latro pepe.
Non dimenticate che le vongole non ci sono !!!!!

Canederli mediterranei alla Napulè su doppio brodo di vongole fujute

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Dopo la pausa natalizia, L'Mtchallange  riprende la sua corsa con i canederli , ricetta proposta da Monica del blog one pan cake in a million , vincitrice della sfida del mese di novembre sui muffin. Adoro ricette e tradizioni dove viene riciclato l'alimento simbolo dell'umanità, il Pane.Dall'insegnamento ricevuto dai nostri Avi, oggi, dovremmo avere più rispetto per il pane , invece stiamo perdendo quella sacralità dovuta sopratutto al consumismo sfrenato e alla perdita di valori fondamentali.La sfida che mi sono posto nel 2014 e che sto continuando tuttoggi, è di cercare di non buttare neanche una fetta di pane .Ormai è un anno che è partita questa sfida di cui ho coinvolto anche le mie due bambine che con entusiasmo fanno da controllore. Da oggi mi sono arricchito  di un altra ricetta per continuare questa sfida, i canederli.L'inventiva delle massaie di un temo, ha portato alla creazione di svariate ricette che sono diventate il simbolo e la base della cucina italiana. Canederli,panzanella, ribbollita,pappa al pomodoro, mbastuocchio , pane cunzato, e tante altre sparse nel mondo.Ad ogni ricetta che propongo per la sfida L'Mtchallange cerco sempree di dar risalto alle tradizioni o prodotti del mio territorio. Canederli Napulè addor e mar, scomporre una seppia ripiena e accompagnarla con un sugo di vongole fujute.
Ingredienti: 
Brodo :1 pomodoro San Marzano 
1 patata 
3 scalogni
i tentacoli della seppia 
6 grani di pepe nero  
sale
Sugo alle vongole fujute
320 g di pomodori 
2 spicchio d'aglio
1 cucchiaio di prezzemolo 
 olio extra vergine di oliva
sale 
pepe 
Canaderli: 300 g di pane raffermo di Brezza
180 ml di latte 
2 uova
1 cucchiaio di prezzemolo
pepe
un cucchiaio di farina 
160 g di seppia 
4 filetti di acciuga 
1 cucchiaio di pinoli
1 cucchiaio raso di capperi
15 olive nere di gaeta 
olio extra vergine di oliva 
1 spicchio di aglio per soffritto 
Procedimento : 
In una pentola capiente ho messo le dieci zampe della seppia  ( 8 delle quali di uguale lunghezza e provviste di ventose, altre due invece più lunghe servono per la predazione),il pomodoro San Marzano home made( di stagione),la patata,gli scalogni, i grani di pepe nero e il sale, poi ho versato l'acqua.Ho messo la pentola sul fuoco a fiamma media e ho portato a bollore, abbassando poi e facendo cucinare per circa 80 minuti.

In una zuppiera capiente ho versato il pane raffermo.In una ciotola ho unito le uova ed il latte a temperatura ambiente e le ho sbattute leggermente per rendere il liquido omogeneo.Ho versato il tutto sul pane e ho mescolato bene lasciando riposare e  mescolando ogni tanto per almeno 20 minuti.Nel frattempo ho tagliato la seppia a fette sottili e l'ho saltata in padella con olio extra vergine e aglio, aggiungendo 1/2 bicchiere di acqua.Ho fatto cuocere la seppia per circa  7-8 minuti e comunque finchè tutto il liquido non sia ritirato.
Ho ripreso la ciotola col pane ammorbidito, che è risultato bello umido e ben inzuppato, ho aggiunto ad esso, la seppia che ho fatto raffreddare,i filetti di acciuga tagliati,olive nere di Gaeta,i capperi,il pepe,il prezzemolo,i pinoli.Ho mescolato tutto velocemente e ho unito al composto la farina,impastando a fondo con le mani.
A questo punto ho formato i canederli inumidendomi le mani; ho formato le sfere prima roteando e poi pressando a fondo con le mani.
Ho accompagnato il brodo con questo sughetto povero, sugo alle vongole fujute, d'altronde stiamo  a tema.In una casseruola  ho soffritto l'aglio schiacciato nell'olio extra vergine di oliva, ho versato il pomodoro home made e ho lasciato cuocere a fuoco lento per circa 15 minuti, aggiustando di sale.Terminata la cottura ho aggiunto un cucchiaio di prezzemolo tagliato in modo grossolano e scomposto e del pepe macinato a momento.
Ho cotto i canaderli nel brodo preparato in precedenza per 7 minuti circa.
Ho impiattato i canaderli su fondo di brodo con la seppia, aggiungendo 3 cucchiai di sugo alle vongole fujute. 
Ecco l'interno del canederlo.
Con questa ricetta partecipo al MTchallenge di gennaio 

Il sanguinaccio con il sangue di maiale

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Eccoci con l'appuntamento mensile della rubrica dell'Italia nel piatto , questo mese dedicato alle ricetta della tradizione di Carnevale.L'anno scorso avevo già parlato di un altra ricetta sul sanguinaccio che troverete in questo post sanguinaccio di maiale al forno.Varie sono le ricette sul sanguinaccio nella regione dove vivo, la Campania.Il sanguinaccio come si prepara solo con sangue del maiale raccolto in un recipiente al momento della macellazione.Subito dopo raccolto si deve mescolare ancora caldo per evitare che esso si coagula e conservato in frigo.al momento dell'utilizzo va colato e filtrato da eventuali grumi che si sono potuti formare.
Ingredienti:
1 litro di sangue di maiale
500 g di zucchero
2 litri di latte
200 g di farina 00
bucce di un limone 
75 g di cacao amaro

Procedimento:
In una zuppiera mescolare zucchero, farina e cacao.Aggiungere il sangue di maiale precedentemente filtrato e il altte, mescolare bene tutti gli ingredienti finchè non saranno tutti ben amalgamati.In una pentola versare tutto il composto aggiungendo le bucce di limone e mettere sul fuoco a fuoco lento.Mescolare con un cucchiaio di legno finchè il sanguinaccio non sarà denso.Disporre il sanguinaccio con sangue di maiale negli appositi vasetti.Il sanguinaccio di maiale ama essere accompagnato con le chiacchiere di carnevale.
Andiamo a scoprire nelle altre regioni le ricette della tradizioni di Carnevale:
2 Febbraio - Ricette di Carnevale della tradizione


Trentino-Alto Adige:  Frittelle di mele trentine
  
Friuli-Venezia Giulia: Rafioi o ravioli di Carnevale

Veneto: Lattughe e frigole de carneval 

Lombardia: Chiacchiere milanesi

Liguria: Bugie  
  
Emilia Romagna:Tagliatelle dolci fritte 

Toscana: Berlingozzo di Lamporecchio

Umbria: Strufoli 

Abruzzo: Cestini di Cicerchiata 

Molise: Migliaccio molisano 

Lazio: Fregnacce 

Basilicata: Polpette di pane e patate 

Puglia: A Farnedd

Calabria:  Pruppetti cu u sucu 

Sicilia: Il cannolo 

Fattoria Sociale Cascina La Luna, Cooperativa Frassati #QuidaNoi

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La visita alla Cooperativa Frassati è stata la prima tappa del "Tour qui da Noi," svoltasi nel mese di Ottobre a Torino, grazie alla collaborazione tra Fedagri e Finagro.
Un grande orto cittadino alla periferia di Torino dove due sono le filosofie che animano il progetto: quella agricola, incentrata su una produzione integrata, rispettosa dell'ecosistema sopratutto di stagione, e, quella sociale riguardante l'integrazione  con la natura e l'ambiente dei disabili di natura psichica.
L'obbiettivo del progetto della fattoria sociale è appunto,quello di integrare questi ragazzi con le realtà del territorio, ed allo stesso tempo anche quello di riuscire ad avere una sostenibilità economica del progetto attraverso la vendita dei prodotti.
Qui entra in gioco il grande valore umano degli operatori  che chiamerei "Angeli", verso questi ragazzi che in fondo hanno bisogno solo di tanto amore.Abbiamo trascorso due ore in piena serenità con questi ragazzi e gli operatori,  visitando tutta la" Fattoria Sociale Cascina la Luna".
Ordine,lavoro e rispetto per la natura, frutto di tanto lavoro e passione. La fattoria sociale nasce nel 2008 con la volontà della Cooperativa Frassati di realizzare un attività agricola sui terreni adiacenti al Centro diurno per disabili," la Cascina la Luna. Il progetto è di carattere socio terapeutico. I metodi di coltivazione della fattoria sociale, non prevedono l'utilizzo di sostanze chimiche ma prodotti "come nature produce".
Il punto vendita della fattoria sociale è arredato con 40 eco-pallet assemblati ad arte.E' possibile inoltre acquistare anche prodotti che la fattoria sociale non può coltivare a causa delle dimensioni limitate e delle caratteristiche dei propri terreni.La Fattoria sociale,quindi si rivolge a produttori amici con caratteristiche, metodi di coltivazione e valori simili ai propri.
Il progetto della Fattoria sociale, è rivolto anche alla cittadinanza ed al territorio, attraverso, diverse aree dedicate all'educazione e all'ambiente con tantissimi cittadini che ne vengono coinvolti per:
  • Stage e tirocini per giovani allievi di istituti tecnici o studenti di corsi professionali
  • Lavoro protetto rivolto alle fasce deboli
  • Percorsi didattici rivolti alle scuole, dall'asilo alle superiori
  • Progetti per e con il territorio che diventano strumenti di collegamento fra le realtà del disagio sociale e il resto del mondo, in una cornice nella quale si valorizzano le ricchezze che ognuno sa portare.

    Il punto vendita della Fattoria Sociale Frassati è aperto tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 16.00 con orario continuato.
    A richiesta si possono concordare consegne a domicilio
    Per conoscere tutte le attività e le aperture straordinarie, visita il sito:  
    Se vuoi sostenere i progetti della Fattoria sociale:
    5 * 1000 Codice Fiscale : 02165980018
    Donazione con Bonifico Bancario -c/c UNICREDIT intestato a Cooperativa Sociale P.G. Frassati s.c.s. onlus IBAN: IT 27 D 02008 01046 000102921540
    Donazione con carta di credito :


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    'Mbastuocchio vruoccl e rape e fasul

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    L'inverno è ricco di verdure, ma noi continuiamo ad osannarci a verdure fuori stagione coltivate in serra.Sulle tavole dei campani primeggiano i broccoli di rapa che sono quasi quotidiani sulle tavole dei casertani che li utilizzano come contorno, nella pizza insieme alla salsiccia, nella minestra con i fagioli ed in tanti altri svariati modi.Si scelgono le parti più tenere,per poi essere utilizzati svariate ricette.E' la mia ricetta dell'uscita di febbraio  dell'Italia nel Piatto, rubrica che ogni mese raccoglie le ricette della tradizione di tutta Italia su un tema.
    Ingredienti
    o vruocl' e rape "cime di rape
    Pane raffermo tagliato a dadini
    Fagioli
    Aglio
    Peperoncino
    Olio Extra vergine di Oliva o Sugna
    Sale
    Procedimento:
    Il procedimento inizia con la cottura dei fagioli, rigorosamente nel famoso "Pignatiello"cotti vicino al camino.Una cottura antica che ancora oggi nelle nostre zone viene preferita a quelle più moderne e innovative.I broccoli di rapa invece vengono buttati in acqua bollente per tre  minuti.In un tegame abbastanza caoiente  fate rosolare olio extra vergine di oliva (o strutto),aglio e peperoncino, appena l'aglio si imbiondisce aggiungete e vruocl e rap , farli insaporire per un paio di minuti e aggiungere 750 ml di acqua tiepida e subito dopo i fagioli.
    Portare a bollore il tutto per 10 minuti a fuoco lento aggiungere il sale e il pane raffermo tagliato a fungo, fare asciugare tutta l'acqua e mantecare poi per altri due minuti.Fare riposare il tutto cinque minuti prima di servire.
    Un grande piatto, dal sapore unico, abbinamento questo che i nostri Avi hanno tramandato con orgoglio.Oltre questo m bastoncino,  nella mia zona abbiamo quello fatto solo con fagioli (mbadtocchio che fasul) e con ruculi e fagioli(mbadtocchio rucul  e fadul ).Un ottima ricetta per riciclare oggi il pane , ingrediente Sacro di cui nessuno dovrebbe buttare nella pattumiera .
    Andiamo a vedere le ricette delle  altre regioni d'Italia.
    Zuppe o verdure  

    Valle d'Aosta:  Minestra di riso con porri e patate 

    Trentino-Alto Adige: La mosa e la trisa
    Friuli-Venezia Giulia: Jota alla triestina 
    Veneto: La panada
    Lombardia: La Büseca (Trippa)
    Liguria:  carciofi con piselli (articiocche con puisci)     http://arbanelladibasilico.blogspot.com/2015/02/litalia-nel-piatto-zuppe-e-verdure.html
    Emilia Romagna: Zuppa di patate DOP di Bologna e polenta con gorgonzola
    Toscana: Porrata bianca, ricetta fiorentina del '300
    Abruzzo:Zucchine e Patate (Chicocce e patane) http://ilmondodibetty.it/zucchine-e-patate-chicocce-e-patane/ 
    Lazio: Minestra di broccolo alla romana 
    Campania:'Mbastuocchio vruoccl e rape e fasul
    Basilicata: Pasta e patate con peperoni cruschi e ricotta salata
    Puglia: Le cecuère salvàgge cu bbrote 
    Calabria: Zuppa di fagioli, zucca gialla, funghi e borragine  http://ilmondodirina.blogspot.com/2015/02/zuppa-di-fagioli-zucca-gialla-funghi-e.html
    Sicilia: Macco di fave e finocchietto selvatico

    Pasta ai ceci neri di Pomarico e vongole veraci

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    Spesso non si fa un adeguata promozione dei prodotti tipici perchè si pensa sempre al ritorno economico.Maledetti soldi stanno rovinando il mondo e sopratutto i valori di un tempo.Anche nei nostri blog ,non riusciamo a dare il giusto messaggio dell'eccellenza gastronomica Italiana,il motivo è sempre lo stesso......... !!!!!!
    L'ingrediente che ho usato in questa ricetta è un eccellenza della Basilicata, ovvero i ceci neri di Pomarico, piccolo centro abitato in provincia di Matera.Non ho trovata tante notizie su questo prodotto ma in seguito spero di fare qualche altra ricetta e magari indagare andando un po' più nei dettagli.
     Ingredienti:
    6-7 cucchiai Ceci neri di Pomarico (già lessati)
    200 g Vongole veraci
    3 pomodorini (facoltativo)
    pepe nero
    250 g pasta (ditaloni lunghi)
    pepe
    sale 
    Olio extra vergine di oliva 
    Procedimento:
    In una padella ho messo l'olio extra vergine di oliva  e lo spicchio d'aglio schiacciato.La procedura di soffritto e' durata per circa 15 minuti , più lenta e' questa operazione maggiore sarà l'aroma che l'aglio rilascia nell'olio extra vergine di oliva. L'aglio non deve dorare ma deve cuocersi lentamente, quindi ho messo la padella sul fornello del caffè a fuoco lentissimo.Trascorso il tempo ho adagiato i pomodorini e ho versato  i ceci neri di Pomarico. Ho messo la pentola su un fornello normale a fiamma lento-media  e ho fatto insaporire il tutto per 7-8 minuti.A questo punto ho versato le vongole veraci, ho coperto la pentola con un coperchio, il tempo che le stesse si aprissero.Ho tolto il fuoco e ho messo il sughetto dei ceci neri di Pomarico e vongole veraci da parte.
     In una pentola con abbondante acqua salata ho cotto la pasta e l'ho scolata al dente, saltandola  nella padella con il condimento dei ceci neri di Pomarico e vongole veraci.Gli ho dato due minuti di riposo e ho impiattato aggiungendo il pepe nero macinato al momento.

    Baci alla Strega con cioccolato di Modica

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    La  sfida n° 45 dell'MTChallange di questo mese è un inno all'Amore, infatti la ricetta sfida è stata pensata per la ricorrenza di San Valentino, festa di tutti.Ognuno di noi è innamorato,non solo chi ha un legame fisso,ritengo che questa festa sia rivolta all'umanità intera che dovrebbe amare in modo incondizionato.Annarita del blog  Il Bosco di Alici, vincitrice della sfida n° 44, ha proposto alla platea dell'MTChallange il Bacio, simbolo da anni della festa degli innamorati.Dal suo post, come d'altronde per tutte le sfide di questo format, ho imparato cose nuove,questa volta è toccato a nozioni e tecniche sul mondo del cioccolato.
    Il bacio della strega passando per Modica, potrebbe essere anche un titolo di un film, o di un libro ma sono solo gli ingredienti usato in questo cioccolatino.Per l'interno del bacio ho usato il cioccolato di Modica.Il cioccolato di Modica viene prodotto secondo la ricetta originale, amalgamando gli ingredienti a bassa temperatura, senza aggiunti di grassi vegetali, latte o lecitina.La massa di cacao ottenuta dai semi tostati viene riscaldata ad una temperatura non superiore a  40°C e mescolata con zucchero semolato di canna con l'aggiunta poi di vari aromi, o scorze di agrumi.La lavorazione viene effettuata a mano su una spianatoia di pietra lavica risaldata.Il composto viene mantenuto ad una temperatura di 35-40°,in questo modo i cristalli dello zucchero rimangono integri.La barretta ottenuta è lucida, granulosa e un po grezza, infatti la sua caratteristica consiste nella semplicità della lavorazione.Se assaggi questo cioccolato di Modica, capisci che gli altri cioccolati sono un altro prodotto.Ho aromatizzato questo cioccolato con il liquore strega di Benevento,(Prodotto assolutamente naturale ottenuto dalla distillazione di circa 70 erbe e spezie provenienti da ogni parte del mondo) e le nocciole provenienza Giffoni (AV).
    Ingredienti:
    25 ml di panna fresca
    100 g Cioccolato di Modica(pasta amara di cacao, zucchero 0,1% di limone )
    40 g di granella di nocciole provenienza Giffoni 
    20 g di liquore strega
    7 nocciole 
    200 g di cioccolato fondente 

    Procedimento:
    Tritate finemente il cioccolato di Modica  e mettetelo da parte. Scaldate la panna in un pentolino fino a poco prima dell’ebollizione. Appena la superficie si increspa e si vedono le prime bollicine, toglietela dal fuoco. Versate velocemente il cioccolato di Modica tritato in precedenza e mescolate energicamente fino a che tutto il cioccolato non si sia sciolto perfettamente.Unite la granella di nocciole e mescolate. Mettete in un luogo fresco a raffreddare completamente. Deve avere una consistenza morbida e non troppo liquida.Riempire un sacca  poche e formare delle sfere delle dimensioni di una piccola noce. Poneteli su un foglio di carta da forno e metteteli al fresco o 1 minuto in frigo, giusto per dargli più compattezza.Prendeteli tra le mani e fateli roteare per dare una forma più tondeggiante.Prendete le nocciole intere e  posizionatele sulla sommità di ogni pallina.Schiacciatele leggermente all’interno della ganache affinchè si fissino sulla stessa.  Con queste dosi, a seconda della grandezza, si possono avere da 7 baci.Metteteli da parte.
    Temperare il cioccolato.
    Tritate il cioccolato fondente e fatelo sciogliere a bagnomaria, facendo attenzione, perché l’acqua non deve entrare in contatto mai con il cioccolato, altrimenti il cioccolato è da buttare. Consiglio di non far bollire l’acqua per evitare schizzi o sbuffi di vapore e di asciugare bene sotto il recipiente non appena si solleva dalla pentola sottostante.può fondere il cioccolato anche nel forno a microonde, a potenza bassa e dando 10 secondi alla volta e mescolare, continuando fino a che tutto il cioccolato risulti fluido. Versate i 2/3 del cioccolato fuso su un piano di marmo, e con due spatole di metallo allargate il cioccolato e poi riportatelo al centro, ripetendo l’operazione 2/3 volte fino a quando cambia consistenza e diventa più viscoso. La temperatura in questo modo si abbassa velocemente fino a 27°/28°C . Attenzione a non formare grumi, il cioccolato alla fine deve essere liscio. Se dovesse succedere e fossero molti, fondere di nuovo. A questo punto rimettete il cioccolato nel recipiente con il restante terzo del cioccolato, che sarà ancora caldo. Mescolate bene con una spatola per far risalire a temperatura di lavorazione, 31°C nel caso del cioccolato fondente. Misurate la temperatura con il termometro. Un grado in più è tollerato. Se la temperatura è ancora troppo alta si procede di nuovo a rovesciare un po’ di cioccolato, questa volta un po’ meno e si fa la stessa operazione. Se invece la temperatura fosse troppo bassa si scalda un pochino, se siete fortunati sarà salita a 31°C, altrimenti rifate l’operazione di raffreddamento.Quando il termometro vi dà 31/32°C il cioccolato è pronto a usare.
    Prendete i baci e con l’aiuto di una forchettina trampateli nel cioccolato.Immergeteli  1 o 2 alla volta dentro il recipiente del cioccolato temperato e scolateli con l’aiuto di una forchettina. Potete utilizzare anche una forchettina di plastica alla quale avrete tolto i rebbi centrali, così sgocciola meglio.Depositateli su un foglio di carta forno e lasciateli asciugare. I baci si possono mangiare :-)
    Con questa ricetta partecipo alla sfida n°45 dell'MTChallange 


    Alici indorate e fritte

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    Iniziamo il mese con i piatti della rubrica dell'Italia nel piatto , questo mese è dedicato ai piatti pesce della tradizione. La Campania come d'altronde tutte le regioni bagnate dal mare,sono piene di ricette della tradizione.Pochi ingredienti; cotture brevi è la regola principale che contraddistingue la cucina del litorale campano nelle preparazioni dei piatti a base di pesce.La mia proposta per questa uscita : Alici indorate e fritte(ndurat e fritt ), la vera ricetta.Molte versioni troviamo in giro di questa ricetta, quella tipica contiene farina, uova e pangrattato che serve appunto per la doratura.Man mano che ci si allontana da Napoli si perde qualche ingrediente e non solo per questa ricetta ma anche per le altre.L'allontanamento da Napoli, in questa ricetta ha fatto perdere il pan grattato, infatti possiamo vedere migliaia di ricette sul web dove le alici vengono prima passate nella farina e poi nell'uovo. Il risultato ? Un fritto che sa di uovo.
    Tengo in oltre a precisare che sempre in campania si scrive alici e si legge Cetara, capitale mondiale delle alici, famosa anche per la colatura delle stesse che a me personalmente non piace proprio.Ci sono poi le famosissime alici di Pozzuoli, alici di taglio piccolo ma piene di gusto.Insomma paese che vai alici che trovi.
    Ingredienti: 
    500 g Alici
    farina "00" qb
    pangrattato qb
    olio per friggere
    uova 
    sale
    pepe
    (qb quanto basta) 
    Procedimento:
    La prima operazione è quella di pulire il pesce, eliminando la testa.Con il pollice della mano destra rompere la lisca all'altezza delle branchie e rimuovere la testa tirandola verso la coda ; verranno via anche tutte le viscere. Per sicurezza si passa l'indice della mano destra all'interno della cavità addominale per rimuovere i residui.Lavare, spinare  e aprirle a libro le alici e metterle a scolare in una colapasta.

    Lavare, spinare e aprire a libro le alici, sciacquarle molto bene e metterle  a scolare in un colapasta.In una terrina mettere uno strato di alici e spolverizzare con un poco di sale, e irrorare con il succo di un limone, cercare di fare un solo strato di alici, e lasciarle marinare per un oretta.
    A questo unto incominciamo a preparare gli ingredienti per la panatura; preparare due piatti uno contenente il pane grattugiato, l'altro la farina "00", mentre in una ciotola preparare le uova battute con un pizzico di sale e del pepe.

    Riscaldare abbondante olio in una padella alta e friggere le alici poche per volta passandole una per volta prima nella farina, poi nell'uova e infine nel pane grattugiato.

    Quando sono dorate poggiarle su un vassoio di ceramica foderato con carta assorbente, salare e mangiarle caldissime.

    Il viaggio continua nelle altre regioni .

    Friuli-Venezia Giulia
    : Sope di pes di Maran

    Veneto: Bigoli in salsa di alici

    Lombardia: Risotto con filetti di pesce persico

    Liguria:  stocchefisce e bacilli  
       
    Emilia Romagna: Quadrucci con le seppie 

    Toscana: Seppie in zimino

    Marche: Alici arrosto o "a scota det"  

    Umbria: Baccalà alla Ceraiola 

    Abruzzo: Tiella di alici 

    Molise: Polpette di San Giuseppe 

    Lazio: Timballo di alici e scarola

    Basilicata: Alici alla scapece

    Puglia: Linguine cu suche de pulpe de pète 






    Torta Caprese , origini e storia.

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    L'integrazione dell'uscita di Marzo dell'Italia nel piatto è dedicato ai dolci da credenza.La storia ci insegna che molte scoperte e invenzioni , scientifiche e non, sono avvenute assolutamente per caso.Infatti molte scoperte hanno richiesto più spregiudicatezza che non competenza e conoscenza.In cucina è la stessa cosa, molte ricette che oggi sono la base della cucina Italiana sono state create per errori e o distrazioni.E' il caso della torta Caprese, diffusa oltre che a Capri in tutta la regione Campania.
    Negli anni 20 del secolo scorso, in una delle isole più belle al mondo, Capri,  il cuoco Carmine di Fiore inventò involontariamente la torta caprese.Capolavoro dell'arte dolciaria napoletana famosa in tutto il mondo.Carmine stava preparando una torta per tre malavitosi giunti a Capri per comprare una partita di ghette di Al Capone.Sarà stata la paura di sbagliare, il cuoco dimenticò di aggiungere la dose di farina all'impasto per completare la torta.Il risultato è stato un grandissimo successo adatta anche per i celiaci.Una torta  gluten free.Molteplici le versioni della caprese,non esiste una vera e propria ricetta base, ma in base ai gusti è possibile variare i dosaggi degli ingredienti.Questa versione mi è stata consegnata da una signora della penisola sorrentina.
    Ingredienti :
    150 g di cioccolato fondente 
    100 g di burro 
    130 di zucchero 
    150 di mandorle 
    3 uova 
    1 noce di burro per imburrare la teglia di 20 cm di diametro con l'aggiunta di una spolverata di cacao

    Procedimento :
    In un pentolino ho fatto scioglierlo il cioccolato fondente il burro lo zucchero a bagnomaria.Appena intiepidito ho versato il composto in una zuppiera di vetro  e ho aggiunto le mandorle che ho tritato finemente con un frullatore.Ho separato i tuorli dagli albumi e ho montato a neve con una frusta elettrica gli ultimi.Ho aggiunto un tuorlo per volto al composto mescolando con un cucchiaio di legno.Finita questa operazione ho incorporato gli albumi montati a neve, mescolando con una spatola con un movimento dal basso verso l'alto  in modo che gli albumi non si smontano.
    Ho imburrato e cosparso di cacao lo stampo di 20 cm circa di diametro e ho versato il composto al suo interno.Ho cotto la torta caprese nel forno preriscaldato a 180° per 30-35 minuti circa,Una volta cotta l'ho lasciata intiepidire, capovolgendola su un piatto per dolci e l'ho cosparsa con zucchero a velo.
    All'assaggio palato e mente uniti in sintonia a festeggiare l'angelica dolcezza e squisitezza di questo dolce ormai famoso in tutto il mondo.
    La torta caprese è stato il  regalo di compleanno che mi hanno fatto le  mie figlie, prodotta da loro!!!!!!

    Andiamo nelle altre regioni a scoprire le ricette di questa uscita 

    Trentino-Alto Adige:  Torta Rosengarten

    Friuli-Venezia Giulia: Crostata con la zucca 

    Lombardia: La Torta Bertuldina

    Veneto: Focaccia veneta

    Valle d'Aosta: non partecipa

    Piemonte: 

    Liguria:  torta d'amandoe e cacavou   

    Emilia Romagna: La pinza 

    Lazio: Maritozzi quaresimali 

    Toscana: Berlingozzo fiorentino e pratese

    Marche: La ciaramilla marchigiana 

    Abruzzo: Le Pizzelle 
      
    Molise: Torta alla marmellata alla molisana 

    Umbria: Torta al limone  

    Basilicata: Pane semidolce - il puccillato di Castelluccio

    Campania: Torta Caprese

    Puglia: Torta Pasticciotto 

    Calabria:Torta campagnola  

    Sicilia: Le cassatedde ragusane 

    Sardegna: 

    Pizza con cavolo broccolo salsiccia e mozzarella. #lievitomadre

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    Il cavolo broccolo è un ortaggio originario dall'area mediterranea, negli ultimi anni la sua coltivazione è stata incrementata anche in campania.Lo si trovo oggi in gran quantità a prezzi irrisori.Mangiare oraggi di stagione ne giova alla salute e alla natura!!!
    Ingredienti:
    375 g  di farina "00" 240-260 W
    75 g di farina di semola 
    292,5 g di acqua
    2 cucchiai di Olio extra vergine di oliva 
    20 g di sale

    120 g di lievito madre di grano duro
    • per questo impasto uso una teglia di 38,5 cm  * 29 cm che corrisponde ad un area di 1116,5 cm quadri 
    Ingredienti per condimento pizza 
    1 Cavolo Broccolo medio
    300 g circa di salsiccia 
    1 mozzarella da 150 
    olio extra vergine di oliva 
    aglio 
    peperoncino 
    sale  

    Su un piano di lavoro ho mischiato le due farine e l'ho predisposte a fontana,al centro ho fatto un incavo con il pugno,in quell'incavo ho sciolto il lievito madre  con acqua a temperatura ambiente.Ho diviso l'acqua in due recipienti dove in uno ho sciolto il sale , l'altro e' servito a sciogliere il lievito e impastare parte della pasta.Ho mescolato il tutto per bene fino a che lentamente non viene assorbita tutta la farina. A questo punto ho  incominciato ad impastare energicamente facendo in modo che l'impasto rimanga ben incordato.

    Lavorare la pasta finchè non si appiccica più alle mani .Ho lasciato riposare la pasta per 5 minuti, trascorso il tempo  ho ripreso ad impastare per altri 5-6 minuti, finchè la pasta non risulti liscia. In questo caso la pasta mi servirà per una sola pizza, ma se dovessi mettere la pasta in due teglie, vado ora ,prima della lievitazione, a tagliare la pasta per formare i panetti del peso voluto.Ho adagiati in una zuppiera con un panno di cotone , ho messo la pasta , l'ho ricoperta con gli angoli del panno , l'ho sigillata con la carta velina. Ho fatto riposare la pasta per 15 minuti e l'ho messa a maturare in frigo a 2-5°.L'impasto e' maturato per 24 ore.
    Un paio d'ore prima di stendere la pasta ho preparato gli ingredienti da mettere poi sulla pizza.Ho pulito e messi in acqua bollente  per 3-4 minuti i cavolo broccolo.In una padella con olio extra vergine di oliva ho fatto soffriggere lentamente l'aglio senza farlo imbiondire insieme al peperoncino , ho unto ad esse il cavolo broccolo. Ho fatto cuocere per 10  minuti a fuoco basso coprendo con un coperchio.Ho tagliato poi la mozzarella e sminuzzato, togliendola da budello, la salsiccia.
    Trascorso il tempo, su una spianatoia ho messo abbondante farina e ho capovolto con delicatezza la pasta, alzando i bordi del panno.
    Il panno di cotone mi ha aiutato a non far strappare la pasta e quindi a non far uscire fuori i gas di lievitazione.

    Ho disteso il panetto con la pressione delle dita,in ambedue i lati girando la pasta su se stessa facendo attenzione a non bucare l'impasto.Quando ho ottenuto uno strato omogeneo e di misura piu o meno della teglia, dispongo la pasta nella teglia.Per non far rimanere a contatto la pasta con il metallo per la successiva lievitazione ho oleato, anche se non c'e' n'e' bisogno, la carta da forno con olio extra vergine di oliva.
    Ho lasciato lievitare per altre 3-4 ore, poi prima di infornare ho messo sopra prima il cavolo broccolo tagliati a fette, poi la salsiccia cruda divisa in modo grossolano ed infine la mozzarella di bufala.Ho cotta nel forno casalingo, escludendo la ventilazione, 250° per 22-25 minuti, abbassando a 200° se si vede che incomincia a bruciare.

    Torta salata con porri, tonno e crema di ricotta di bufala campana

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    L. MTCallange del mese di marzo ci proietta in una nuova sfida, quella sulla pasta brisèe.Preparazioni queste di cui io trovo ancora tanta difficoltà che son emerse anche in questa preparazione.Grazie ad Elisa queste difficoltà in parte si sono superate.Anche  questa ricetta l'ho voluta timbrare con un prodotto tipico del mio territorio,la ricotta di bufala campana del caseificio Bellopede & Golino tra l'altro fondato nella mia città: Marcianise.
     Ingredienti Pasta brisèe di Michel Roux
    250 g di farina
    150 g di burro, tagliato a pezzettini e leggermente ammorbidito
    1 cucchiaino di sale
    Un pizzico di zucchero
    1 uovo
    1 cucchiaio di latte freddo
    Ingredienti ripieno
    300 g ricotta di bufala campana
    1 bicchiere di latte intero
    2 porri
    200 g di tonno sott'olio 
    parmigiano
    olio extra vergine di oliva
    sale
    Procedimento:
    Ho versato la farina a fontana sul piano di lavoro mettendo  al centro il burro, il sale, lo zucchero e l’uovo, poi li ho mescolati e lavorati  con la punta delle dita. Ho incorporato pian piano la farina, lavorando delicatamente l’impasto finché assume una consistenza grumosa. Ho aggiunto il latte incorporandolo delicatamente  con le punte delle dita finché l’impasto comincia  a stare insieme.
    Ho spinto l’impasto con il palmo della mano, lavorando di polso, per 4 o 5 volte, finché è liscio. Ho formato una palla, che ho avvolto  nella pellicola e  l'ho messa  in frigo fino all’uso.
    La Pasta Brisée si conserva benissimo in un contenitore a chiusura ermetica, per una settimana in frigo e fino a tre mesi in freezer.
    Ho steso  la pasta di 2-3 mm di spessore e ho rivestita una tortiera  una tortiera e l'ho messa in frigorifero frigorifero per 20 minuti.
    Ho scaldato il forno a  a 190°C. Ho bucherellate il fondo del guscio di pasta e l'ho cotto  in bianco, per 15 minuti. Ho abbassato la temperatura a 170°C, ho tolto  i pesi e la carta e l'ho rimessa in forno per 5-10 minuti. L'ho messa da parte mentre ho preparato il ripieno.
    In un tegame a fuoco basso  ho messo 300 g. di ricotta di bufala del caseificio Bellopede & Golino e un bicchiere di latte intero.Amalgamando con un cucchiaio di legno ho portato il composto ad ebollizione.In una padella ho soffritto a fuoco basso per 2 o 3 minuti lo scalogno, aggiungendo poi mezzo bicchiere di acqua, terminando la cottura una volta che i liquidi sian evaporati.Ho aggiunto ad esso il tonno e la crema di ricotta di bufala campana e ho amalgamato il tutto.
    Ho distribuito il condimento aggiungendo sopra del parmigiano , ho infornato per circa 15 minuti, ho sformato la torta salata e l'ho trasferta su un piatto da portata.
    Con questa ricetta partecipo alla sfida n° 46 dell'Mtcallange

    Minestra Maritata di Pasqua

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    Per l'uscita pasquale dell'Italia nel piatto ripropongo la minestra maritata di Pasqua, uno dei piatti più gustosi di sempre.
    Nel dare, ora, un cenno sull’origine della pietanza proposta, non tragga in inganno la definizione gastronomica su nominata, che altrove ha tutt’altro significato. Nel casertano il termine “menesta” esplicita un tipo di verdura a larga diffusione meridionale, meglio conosciuta come “broccolo nero”, ma questa, nello specifico, è riferita ad una varietà denominata “spuntarella”, posseduta da tutti i possessori di piccoli appezzamenti di terreno coltivati ad ortaggi per la propria famiglia e…per qualche amico. Questa verdura è sorella al “vruoccolo” (broccolo nero) del periodo natalizio; se ne differisce perché dalla pianta, posta a dimora in autunno,  si spuntano solo le cimette spigate che di volta in volta maturano come tali, da qui “spuntarella” ed ha un’efficacia produttiva solo primaverile, sempre che si provveda ad una regolare annaffiatura; viceversa tende ad indurirsi per la caluria in aumento. La specialità gastronomica, suppongo tragga origine dal connubio di tale verdura con elementi di origine animale (uova, formaggi, carni di maiale fresca o di salamoia). In molte famiglie è categoricamente consumata il giorno di Pasqua in compagnia del pane a forma di croce di cui è stato cenno in altra argomentazione sulla gastronomia tipica di tale periodo ed assume valore devozionale di circostanza. Molti altri la consumano, invece, il giorno di Pasquetta, durante le scampagnate fuori porta tipiche della giornata, a diretto contatto con la natura, madre di quella produzione, e animale che vegetale.
     Ingredienti
     Menestra Broccoli Neri
    Cicoria
     Uova
     Pecorino
    Bucce di Parmigiano
    Tutte le parti del maiale  con prevalenza la Testa
     Orecchio
    Muso
    La tradizionale Annoglia
     Salsiccia di maiale fresca
     Salsiccia di Polmone
    Sale Gemma di Mare
    Non ho inserito le quantità altrimenti qualcuno potrebbe spaventarsi.
    Procedimento
    Lavate  tutte le Verdure e selezionare  tutte le parti del maiale.Mettere abbondante acqua in una pentola;portate ad ebollizione e fate bollire una prima volta tutte le parti del maiale sotto sale.Ripetere quest'operazione almeno tre volte per evitare  che la minestra risulta troppo grassa .Alla quarta bollitura, togliere tutte le parti del maiale dall'acqua della bollitura e nella stessa cuocere la minestra e le cicorie.Lasciate che il tutto cuocia lentamente e che buona parte del brodo sia assorbito dalle verdure la minestra deve essere comunque brodosa, assaggiare e salare il tutto. Da parte battere con il pepe e il pecorino .Prima di servire la minestra unitevi le uova battute ed amalgamate il tutto girando accuratamente. Servite ben Calda .Prima di servire la minestra unitevi le uova battute con pepe e pecorino, aggiungendo anche pezzettini di formaggio di pecora,  amalgamate il tutto girando accuratamente. Servite ben Calda .
    Ed ora andiamo a vedere la Pasqua culinaria nelle altre regioni d'Italia.
    Valle d'Aosta: Frittata di patate e ortiche 

    Trentino-Alto Adige:  Fiadoni Trentini 

    Friuli-Venezia Giulia: Pinze triestine 

    Veneto: NON PARTECIPA

    Lombardia: La colomba pasquale 

    Liguria:  tagliolini al sugo di carciofi      

    Emilia Romagna: Pagnotta Pasquale di Sarsina 

    Toscana: Coniglio pasqualino (o in carciofaia)

    Marche: I piconi marchigiani 

    Umbria: Frittata Pasquale  

    Abruzzo: :Cuori,Pupe e Cavalli di Pasqua 
      
    Molise: La Pia: zuppa di grano alla molisana 

    Lazio:  Vignarola 

    Puglia: Taradde ch-u scelèppe 


    Basilicata: Pane di Pasqua salato


    Calabria: Riganella 

    Sicilia: Le colombine 

    Sardegna: 


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