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Channel: I SAPORI DEL MEDITERRANEO
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Due Menù per un Pranzo di Natale "GOOD"

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Con questo menù partecipo al concorso per Food Blogger un menù per un pranzo di Natale "GOOD".Il tema Natalizio nella mia regione che e' la Campania e molto sentito, sapori e tradizioni di un tempo che ci vengono tramandati dai nostri Avi e noi generazione nuova cerchiamo di trasmetterla ai nostri figli.
Il primo menù scelto e' quello tipico e rappresentati da prodotti del territorio.
I tre piatti presentati per questo menù sono .
Menù Tipico
Scialatielli casarecci al profumo di mare,Pezzogna in crosta di Sale ,Struffoli 

Scialatielli casarecci al profumo di mare.
Gli scialatielli, sono un formato di pasta tipico della costiera Amalfitana, sono stati creati dallo chef amalfitano Enrico Cosentino, il quale alla fine degli anni 60 preparò l'impasto con farina, latte, pecorino, uovo, basilico, sale e pepe di mulinello.Gli diede una forma caratteristica, largo 1 cm con spessore di 3-4- mm e di lunghezza 10.Il termine dialettale “scialatielli” deriva dal verbo “sciglià” che nel dialetto napoletano ha il significato di “scompigliare”.In lingua italiana il verbo scompigliare, riferito ai capelli, significa “arruffare, mettere in disordine, scombinare”.E, in effetti, gli scialatielli, disposti fumanti sul piatto da portata, appaiono come una massa disordinata di pasta.

Ricetta Originale
200 g Farina grano duro
200 g Frina "0"
1 Uovo
120 ml di latte 
40 g Pecorino grattugiato
1 Cucchiaio di olio extra vergine di Oliva 
sale 


Ingredienti per il condimento 
Scialatielli come sopra
12 Cicale di Mare 
700 gr. di Vongole Lupini
400 gr. Pomodorino del Piennolo 
Olio Extra Vergine di Oliva
sale 
pepe facoltativo
sale  
Procedimento:
Impastare tutti gli ingredienti e lavorare il tutto per almeno 15 minuti, lasciate riposare per 1/2 ora coprendo con una zuppiera capovolta in modo che la pasta non si secca.Stendere la pasta e tagliarla come descritta in precedenza.Tritate finemente l’aglio e il prezzemolo con la Mezza Luna e fateli soffriggere in olio con il peperoncino, aggiungere   le cicale, sfumarle col vino bianco e dopo aggiungere i pomodorini e farli cuocere per 10 minuti a fuoco medio, due minuti prima di spegnere aggiungere i Lupini aperti precedentemente con l'acqua propria.


Cuocere gli scialatielli in abbondante acqua salata con un cucchiaio di olio Extra Vergine di Oliva per 10 minuti circa, una volta scolati farli saltare nel preparato effettuato, fate riposare il tutto per 4-5 minuti , impiattare e aggiungere prezzemolo e Pepe

Pezzogna in crosta di Sale

La seconda pietanza che presento e' la Pezzogna cotta  in crosta  un a di sale.Questo pesce può essere considerato anch'esso un prodotto tipico, infatti la pezzogna viene pescato nel golfo di Napoli e Salerno ad una profondità compresa tra 140 e 750 metri.E' uno dei pesci al maggior valore culinario ed e' considerato tra i migliori pesci esistenti.
Il resto di questa magnifica pietanza la fa la cottura, al sale, un sistema di cottura antichissimo e un metodo per preservare tutti i profumi e il sapore del mare.Ma la condizione indispensabile e'la materia prima che deve essere freschissima e di qualità.
Rompendo la crosta si sprigiona tutto il profumo del mare!!


Ingredienti:
Pezzogna da 1,2 kg
Sale Grosso qb
1 bicchiere di olio d’oliva 
spicchi d’agli mondati e tritati finemente
sale fino e pepe 
prezzemolo 


                                                         
Procedimento:
L'esecuzione è semplice,si pulisce accuratamente il pesce, eviscerandolo e lavandolo un più volte. Non va desquamato.Ponetelo sulla carta da forno dentro una teglia.Ricoprendolo completamente di sale grosso marino.Mettetelo in forno già scaldato a 180 °C e lasciatelo per mezz'ora-quaranta minuti a seconda della dimensione. Questo ha richiesto quasi 40 minuti! 
Tolto dal forno, spaccate il guscio di sale e pulite il pesce, l'involucro del sale grosso consente di ottenere una cottura tipo "al coccio", lasciando quindi il pesce molto morbido e gustoso.Impiattate
A me piace senza condimento come la vedete in foto, provatela ha un sapore inconfondibile.




Struffoli 
Gli stuffoli e' il dolce natalizio per eccellenza della regione campani ed in particolare Napoli.


Ingredienti:
500 gr di Farina "00"
3 cucchiai di zucchero
3 cucchiai di sugna
5 uova
5 cucchiai di anice 
un pizzico di sale 
la scorza di un limone grattugiato

Per condire 
500gr di Miele
3 cucchiai di zucchero
Olio per friggere 
Cedro 
Limone tagliato sottile.

Procedimento:
Mettere la farina a fontana sulla spianatoia, nel mezzo unire le uova e tutti gli ingredienti.Battere con una forchetta il composto  centrale e poi impastare il tutto.Per velocizzare le operazione di tagliare gli struffoli  io ho un segreto, formo una sfoglia di un centimetro di spessore battendo spesso la pasta.Taglio a listarelle e arrotolo come delle candeline.Lascio asciugare per 60 minuti e con un coltello  taglio gli struffoli.Nel frattempo metto l'olio per friggere a scaldare in una pentola alta (mi raccomando molto alta altrimenti uscirà tutta la schiuma).Friggo  gli struffoli nell'olio bollente rigirandoli spesso con una schiumarola fino a quando saranno diventati dorati. Adagiare gli struffoli cotti  su una carta assorbente.In una pentola alta mettere a scaldare il miele e lo zucchero fino a bollitura, spegnere il fuoco e versare gli struffoli e cedro candito .Con un cucchiaio di legno rigirarli fino a che non si amalgama il tutto .Versarli  in un piatto  e con le mani bagnate aggiustare a forma di  una corona. Guarnire gli struffoli con bucce di limone tagliate sottili.(senza la parte bianca).




Rotolo di Mozzarella con Prosciutto e Fichi o ficotto 
Ricetta con il prosciutto San Daniele


Ingredienti:
Prosciutto San Daniele
Mozzarella di Bufala
Fichi Maturi
Miele di Castagno




Questa ricette la potremmo inserire anche in un bel menù di natale, sostituendo i fichi, che sono fuori stagione con il ficotto di Pisticci, un mosto cotto di fichi rosa di Pisticci. 


Ingredienti:
Prosciutto San Daniele
Mozzarella di Bufala
Ficotto





Menù economico 
Spaghetti con le Nocciole
Baccalà con la Menestra
Pizza con la Scarola a Cruda


Lo consideriamo menù economico anche se e' per me il più gustoso e comunque ricco di tradizioni che abbracciano un po tutta la mia regione. 

Spaghetti con le Nocciole.

Un piatto economico ed anche tradizionale della zona di produzione di nocciole e cioè Palma Campania.


Ingredienti:
200 gr. di Nocciole spezzate e sgusciate
150 gr di olio extra vergine di oliva
2 spicchi di aglio
un pizzico di sale
un pizzico di pepe o peperoncino
i gherigli spezzati di due noci
un'acciuga
500 gr di spaghetti o vermicelli
un cucchiaio colmo di pinoli

Procedimento :
Far bollire la pasta, versare gli spaghetti e salare.Mentre si cucina la pasta, in una padella ho fatto soffriggere l'olio che conservava il fantastico mix di frutta secca con l'aglio, appena a iniziato a soffriggere ho aggiunto l'acciuga salata lavata e asciugata.Appena l'acciga si e' sgretolata ho aggiunto il vasetto di frutta secca che ho fatto cuocere per due tre minuti a fiamma dolce.Ho scolato la pasta e l'ho saltata nella padella con la frutta secca.Riposato il tutto ho impiattato e servito.

Baccalà con la Menestra

Altro piatto povero, baccalà con una verdura tipica della nostra zona, fritta con della frutta secca e uva passa.


Ingredienti:
Baccalà Islandese
Farina
Pepe
Sale
Olio per Frittura
Menestra
Pinoli
Uva Passa
Noci
Olio Extra Vergine di Oliva
Peperoncino
Sale

Procedimento:
Procedimento che inizia4-5 giorni prima mettendo a bagno il Baccalà e cambiando giornalmente l'acqua per fargli perdere il sale.
Si arriva al giorno della Vigilia e appunto come descritto sopra si frigge il baccalà infarinato in olio bollente, quando raggiunge la doratura giusta si lascia riposare su carta assorbente.
La Menestra invece si frigge in Olio extra Vergine con Peperoncino Pinoli Uva Passa e Noci.


Pizza con la Scarola a Cruda

  
Ingredienti per la pasta:
1,2 Kg di pasta già lievitata
la troverete in questo post : La pizza

Ingredienti per il ripieno: (a piacere)
5 ceppi di scarole 
Filetti di acciugne
Olive di Gaete denocciolate 
Capperi 
Pinoli
Uvetta 
Noci
Pepe Nero
Olio Extra Vergine di Oliva


Scegliere la scarola togliendo le foglie iniziali e la parte finale con un coltello, lavate la scarola con acqua fresca corrente e asciugatela bene. Dopodiché ho messo a  marinare ed appassire la scarola solo con sale e olio di oliva girandola bene, assolutamente con le mani.L'ho lasciata  marinare una nottata in una pentola coperta con un piatto capovolto  che ha fatto da base per poggiarci le due pentole riempite d'acqua. Il peso in questo caso velocizza la marinatura.  
La mattina seguente ho scolato la scarola che era piena della sua acqua e l'ho strizzata bene con le mani.Messa in un grande recipiente ho aggiunto i capperi, le olive di gaeta,, i pinoli, l'uvetta, l'olio extra vergine di oliva , le noci, il pepe macinato al momento e ho lasciato il tutto riposare per un ora.Nel frattempo ho steso la pasta su una spianatoia , l'ho adagiata a cappello  in una teglia rotonda di 28 cm circa di diametro spennellata di olio.L'ho adagiata con le dita lungo i bordi rialzandola leggermente.
Ho distribuito la scarola con il condimento aggiungendo sopra le acciughe le noci e ancora qualche pinolo.Con la stessa pasta che avevo adagiato a cappello ho chiuso il ripieno spennellandolo col olio extra vergine di oliva facendolo riposare per altri 30 minuti.


Ho cotto la pizza nel forno già caldo a 220°C per circa 30 minuti........




Scialatielli ai frutti di mare per..L'Italia nel Piatto!

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Primo appuntamento (per me) di questa bellissima rubrica "l'Italia nel piatto", dove 20 food-blogger propongono ogni mese le ricette tipiche della propria regione di appartenenza.Io con il mio blog  rappresento la Campania. Inoltre vorrei ringraziare di cuore  chi mi ha proposto per questa rubrica Yrma del blog a fiamma dolce e  tutto il gruppo per la bellissima accoglienza ,ci tengo a dire "sincera", che mi hanno riservato.

Il tema del Mese di Settembre è la Pasta Fresca.

La Campania e' il tempio della pasta, basta passare a Gragnano per capire che siamo un popolo di pastaioli. Per questa rubrica oggi propongo un pasta tipica della costiera Amalfitana : gli Scialatielli ai frutti di mare.Io personalmente lo ritengo un formato di pasta moderno, perchè creata negli anni 60 dallo chef amalfitano Enrico Cosentino. Inoltre  la forma e' innovativa anche negli ingredienti usati.Un impasto con farina , latte , pecorino, uovo , basilico sale e pepe, che lo chef  Cosentino diede agli scialatielli una forma caratteristica, spiccatamente irregolare a causa della lavorazione totalmente manuale.Il termine dialettale “scialatielli” deriva dal verbo “sciglià” che nel dialetto napoletano ha il significato di “scompigliare”.In lingua italiana il verbo scompigliare, riferito ai capelli, significa “arruffare, mettere in disordine, scombinare”.E, in effetti, gli scialatielli, disposti fumanti sul piatto da portata, appaiono come una massa disordinata di pasta, per questo e' stato davvero difficile" impiattare" il piatto.

Tengo solo a precisare che gli scialatielli di tipo  industriale o semi artigianale dei pastifici, non usano assolutamente gli ingredienti che usò lo chef Cosentino.Non riesco a capire però perchè li spacciano per tali.



Ricetta Originale Scialatielli
100 gr.Farina Grano duro
100 gr Farina "0"
1/2 Uovo
60 ml di Latte
20 Gr. di Pecorino Grattuggiato
1/2 Cucchiaio di Olio Extra Vergine di Oliva
4 foglie di basilico
Sale
Pepe

Procedimento

Su un piano di marmo ho disposto tutti gli ingredienti che mi sono serviti per fare gli scialatielli.Ho setacciato le farine e l'ho disposte a fontana sul piano di marmo,poi ho formato un incavo al centro dove ho inserito tutti gli ingredienti,l'uovo, il latte, il pecorino, il pepe, l'olio extra vergine di oliva ,il sale e  il basilico tagliato finemente.Ho incominciato ad amalgamare gli ingredienti con una forchetta , prendendo man mano la farina ai bordi , quando il composto ha preso consistenza ho incominciato a lavorare l'impasto con le mani per circa dieci minuti, quando e' risultato liscio e compatto.Avvolto la pasta nella pellicola trasparente ho l'ho lasciato riposare per circa un ora in un luogo fresco e asciutto



Ho steso la pasta  con il mattarello, non sono ammesse machinette varie , il tutto va fatto a mano............l'ho fatto riposare un altra ora e l'ho tagliati con un coltellino tagliente.



Ingredienti per Scialatielli ai frutti di mare
Scilatielli come sopra.
400 gdi Vongole Lupini
200 g di Vongole
100 g di Cozze
1 Cicala 
1 Scampi
 Olio Extra Vergine di Oliva
Prezzemolo
Aglio
Sale
Pepe

Procedimento:
In una pentola di alluminio ho fatto soffriggere a fuoco lentissimo l'aglio nell'olio extra vergine di oliva e, appena ha iniziato a rosolare, ho aggiunto la cicala , lo scampo e  i pomodorini sbollentati in precedenza e privati della buccia.Ho fatto cuocere per 5-6- minuti a fuoco lento aggiungendo 1/2 mestolo di acqua di cottura.Appena evaporata l'acqua ho aggiunto i frutti di mare e ho fatto aprire nel condimento descritto.Io personalmente non faccio mai aprire da parte i frutti di mare, perche' perderebbero in sapore e il frutto stesso tenderebbe ad asciugarsi troppo  troppo all'interno.


In una pentola con abbondante acqua salata ho cotto gli scialatielli  , li ho scolati al dente e li ho saltati nella padella con tutti i frutti di mare .Gli ho dato due minuti di riposo e ho impiattato aggiungendo il prezzemolo e il pepe.




Gli scialatielelli ai frutti di mare sono pronti.Buon appetito ed e' stata un impresa impiattare 



“sciglià” che nel dialetto napoletano ha il significato di “scompigliare”.In lingua italiana il verbo scompigliare, riferito ai capelli, significa “arruffare, mettere in disordine, scombinare
Questo piatto lo dimostra.



E adesso.....correte nei blog delle mie amiche-ci  per assaporare i profumi della pasta fresca   di tutte le regioni d'Italia!



Non mancate il 20 di ogni mese con la nostra rubrica tricolore!



Il mercato di Ortigia, Siracusa

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La Sicilia è una regione dal fascino articolare,sole,mare,antiche tradizioni e profumi fanno di essa un mix di forte vitalità che suscita in me un esplorazione sempre più profonda.
Quest'anno , con la mia famiglia, abbiamo deciso di visitare la parte sud orientale della Sicilia, quella che va da Catania a San Lorenzo, soggiornando nell'isola di Ortigia.
L'isola di Ortigia è unita alla terra ferma da tre ponti ed è il centro storico della città di Siracusa.E' l'unica città al mondo dove ogni popolo che ci ha abitato, dalla sua fondazione ad oggi, ha inciso pagine di storia indelebili.E' interessante leggere tutta la storia di Siracusa città millenaria e un tempo roccaforte di tutto il Mediterraneo.
A parte la breve e meritata pubblicità ad Ortigia e Siracusa,scrivo questo post  per l'antico Mercato di Ortigia, qui assolutamente non si può mancare, la visità alle bancarelle e' importante quanto un monumento.


Gli Ingredienti, quelli buoni, in cucina sono fondamentali e in questo mercato la qualità e' altissima. 
In quasi tutto il Sud e' cosi' , i mercati sono animati dagli stessi venditori dove descrivono i prodotti rigorosamente in lingua locale, ma qui ad Ortigia  si descrive cantando  in lingua locale, con un accento buffo e folcloristico. Spettacolare !!!!!!


Partiamo dal pesce, qui e' talmente fresco che  anche se non ne capisci un  granchè difficilmente prenderai la sola.

Tonno Rosso locale
Banconi con il pesce, tutte le specie, tanta roba.

Banco del pesce
 La perla di Ortigia, i banchetti con i Ricci di mare , bicchieri pronti condipasta.

Ricci di Mare 

Frutta verdura e ortaggi come bomboniere, dalla foto si vede un venditore che con la scopa lucida le pesce, gli stessi ambulanti vendono  peperoni e cipolle già cotti sulla brace.


Il Banco delle spezie e la maggior parte, tranne quelle orientali, sono made in Sicily  coltivate da una simpaticissima coppia di siciliani veraci, aromi di sicilia di romano claudio.


Il banco delle spezie ed erbe aromatiche
Mai visto in nessun mercato visitato da me tanto ordine.

Banco Verdure
Mi raccomando se vi trovate in Ortigia, non potete non andare a quest'antico mercato...



Indirizzo: Via Emanuele De Benedictis - 96100 Siracusa

Coordinate: N 37.064999 - E 15.293522



Melanzane al Cacao (parmigiana dolce)

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Volevo pubblicare questa ricetta per la rubrica dell'Italia nel piatto ma  comunque sarei uscito fuori tempo massimo per la stagionalità delle melanzane.
La rete e' piena di ricetta sulle melanzane al cioccolato, ma questa che ci propone zia Rosaria(amica della T.Costagliola) ha un mix che solo a pensarci prima dell'esecuzione mi ha fatto venire il mal di testa: Cacao, pane raffermo, cannella, zucchero, melanzane e ragù (noi abbiamo usato un semplice sugo di pomodoro)!!!!!!!!!!!
Da brivido......... e pensare che questa ricetta e' antichissima.
Chi in quel tempo ha osato ad arrivare a tanto?????
E' la prima domanda che ho rivolto a zia Rosaria che prontamente mi ha risposto  che suo nonno(napoletano e ristoratore del fine '800) gli raccontava che erano stati i Turchi a portare questa ricetta nella casa reale dei Borboni, sarà vero?!?!?!?
Questa versione smentisce chi afferma che la ricetta della parmigiana al  cioccolato sia nata nel convento dei frati francescani della penisola sorrentina, ma evidentemente sono due ricette così diverse che possono avere due origini diverse :quella della penisola non va passata nel forno, invece questa che propone zia Rosaria ,si.

Ingredienti:
10 Melanzane
 750 ml Passata di pomodoro
1 Cipolla
Olio Extra Vergine di Oliva 
300 g Pane raffermo
1 Uovo
5 cucchiai di Zucchero
Cedro
2 cucchiaini di Cannella
Pinoli
6 cucchiai di Cacao Amaro
Olio per friggere
Sale 
Procedimento:
Ho tagliato le melanzane a fette,  le ho salate e le ho predisposte in una colapasta con  un piatto capovolto e con  un peso sopra (pentola riempita di acqua).Trascorse 3-4 ore le ho private dell'acqua in eccesso strizzandole.
In una ciotola capiente ho messo il pane raffermo in acqua .Dopo cinque minuti , quando il pane e' diventato morbido l'ho strizzato bene eliminando l'acqua in eccesso e l'ho sbriciolato .
Ho aggiunto al pane sbriciolato 3 cucchiai colmi di zucchero, la cannella, il cedro, i pinoli, l'uovo e  tre cucchiai di cacao.
Ho amalgamato tutti gli ingredienti impastando con le mani( se il composto dovesse risultare troppo morbido aggiungere del pangrattato.)


Nel frattempo ho fritto le melanzane (senza aggiunta di sale) e le ho disposte sulla carta assorbente.



Con le mani ho formato delle polpette con il ripieno impastato in precedenza e le ho messe tra due fette di melanzane tipo un panino, e cosi' via tutte le altre.
In precedenza in un tegame ho preparato un sugo semplice con olio extra vergine di oliva, cipolla, basilico , passata di pomodoro home made e sale, cotto tutto in 30 minuti. 
In una teglia rotonda di rame ho steso un paio di cucchiai di sugo facendo il fondo per appoggiare le le melanzane al cacao.

Disposte tutte in ordine, in modo da non rimanere vuoti nella teglia, le ho spolverate con del cacao amaro(tre cucchiai) mischiato con lo zucchero(1 e 1/2 - 2 ).Ho  concluso aggiungendo del  sugo che poi ho spalmato uniformente sul cacao amaro.Ho cotto in forno preiscaldato a 180° per circa 10-15 minuti.


Un insolito accoppiamento di sapori che ha conquistato un palato scettico come il mio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


Pastiera rustica di riso e grano." Io non mangio da solo"

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Questi sono gli unici  contest seri e che a me piacciono tanto: non ci sono premi particolari ,ma l'euforia di partecipare e di dare il piccolissimo contributo e' davvero alta.
Dopo il grande successo dell'anno scorso, anche quest'anno con grandissimo piacere offro la mia ricetta  per la raccolta  che servirà alla realizzazione di un calendario e di una agenda di ricette  2014,  il cui ricavato della vendita andrà interamente a finanziare   i programmi della campagna "io non mangio da solo".
Questa iniziativa lodevole è organizzata da Virginia del blog "lo Spilucchinocon l'associazione "progettoMondo mlal."
Il tema del 2012 era il pane, l'agenda realizzata raccoglieva tutte le ricette che aveva come ingrediente quest'alimento che tutti dovrebbero avere la possibilità di avere.
Quest'anno invece la ricetta deve contenere questi  12 cereali -alcuni veri e propri e altri cosiddetti “pseudo-cereali”*-, in forma di chicco, fiocchi o farina:

1. Mais
2. Frumento
3. Riso
4. Orzo
5. Farro
6. Quinoa
7. Amaranto
8. Grano saraceno
9. Segale
10. Avena
11. Kamut®
12. Miglio

Quest'anno la mia scelta e'"caduta" su una ricetta tradizionale di Marcianise, che realizziamo il giovedì Santo.Ricetta inedita e povera' di una bontà unica' che utilizza due cereali come il grano e il riso, la pastiera rustica di riso e grano.



Il grano, frutto per eccellenza della terra, nell’essere considerato vero dono di Dio, veniva dunque utilizzato come ingrediente base dell’alimentazione, sotto ogni forma possibile, perché era divenuta palese la dinamica biologica del suo iter produttivo: morte del seme per una crescita destinata a riformarsi nuovamente come chicco. Tale processo viene riconosciuto similare alla Risurrezione del Cristo, tanto che, quale forma di gratitudine della creatura verso il Creatore, viene introdotto l’uso integrale di quel frutto anche nelle forme alimentari celebrative. Può darsi che l’evoluzione dei tempi abbia apportato anche varianti nelle modalità originali, ma, in questo territorio, tutt’oggi viene proposta una portata definita, non a torto “prelibatezza dei poveri” proprio perché sono presenti ingredienti facilmente reperibili nel contesto contadino (grano, farine, formaggi, carne suina da allevamento familiare, olio).
E la tradizione, come si usa dire dalle nostre parti, diventa “devozione” proprio per il riportarla nella sua originalità come tramandata dagli avi antichi. 


Questi sono gli obbiettivi della campagna "IO NON MANGIO DA SOLO"



Una storia di vita e di morte, evoluzione antica che si perde nella notte dei tempi.  Dal duro lavoro semplice ed artigianale di un tempo a quello tecnologicamente avanzato dell’era moderna. Non cambia, tuttavia, il processo naturale della storia del grano. Semplicemente indispensabile.


LA PASTIERA RUSTICA DI GRANO
Prima di arrivare all’elenco degli ingredienti, sottolineo che il sottoscritto, per tener fede a tale tradizione, ha usato il GRANO nella sua integralità, nel modo seguente. Il quantitativo necessario è stato messo a bagno già due giorni prima della cottura. Nelle epoche passate tale procedimento  prevedeva la sua battitura in quel recipiente (secchio cilindrico metallico o di legno) mediante un bastone apposito che fungeva da pestello. Tale azione di battitura faceva staccare l’involucro esterno (crusca) dal resto del chicco e dopo l’eliminazione dei residui e la lavatura, veniva portato a cottura. Personalmente questa modalità non l’ho eseguita perché ho ritenuto di cuocere il grano nella sua natura integrale, per ottenerne una consistenza di genuinità ed i benefici dei valori nutrizionali.


Ingredienti:
500gr Grano (peso dopo la cottura)
700gr Riso Originario
200gr Pancetta di cinta senese
Pecorino(a piacere )
Olio Extra Vergine di Oliva 
Sale
Sugna
Pepe

Per la Colla
Acqua
Farina 00
Pecorino
Pepe
Sale

Procedimento:
Ricordo che questo piatto veniva eseguito in più fasi, il giorno prima si cucinava il grano in acqua salata (perche’ il grano lo utilizzavamo solo per questa pastiera )e poi si passava alla lessatura del riso, facendo attenzione che per fine cottura rimanesse asciutto.Grano messo  a bagno per due giorni prima della cottura in un coccio per un ora e 1/2, con aggiunta di sale.Il giorno successivo poi si procedeva a soffriggere in una pentola aglio e olio, aggiungendo poi la pancetta e facendola rosolare.In un grosso recipiente poi si mischiava riso, grano, pancetta,pecorino, Olio Extra Vergine di Oliva , pepe e se il tutto risultava troppo duro si aggiungeva un pò di acqua   per fare amalgamare il tutto.


La Pastella o "Colla", come la chiamava nonna , sta a dimostrare la povertà e la prelibatezza degli ingredienti. In una ciotola si amalgamano acqua, farina, pecorino e pepe creando un impasto cremoso.Si mette sotto il fondo e nei bordi di una teglia di ceramica la sugna con un fazzoletto di carta, poi si versa un po di pastella e con un movimento circolare della teglia la si fa attaccare anche nei bordi. Si versa il composto preparato in precedenza e si ricopre il tutto con il resto della pastella.Sulla pastella poi vanno messe delle gocce di sugna per dare piu' sapore. 


Spettacolo Culinario Garantito.


L''edizione 2013 dell'agenda buono come il pane ho partecipato sempre con una ricetta della tradizione della mia terra :




Casavecchia il vino del mistero di Pontelatone

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Non ho mai scritto sul mio blog un post dedicato al vino, perchè evidentemente ho qualche problemino con i solfiti. Essi sono utilizzati come additivi  nel cibo  e come conservanti per prevenire l'ossidazione, per questo vengono aggiunti anche nei vini.I solfiti sono prodotti in modo naturale dalla fermentazione alcolica, e quindi già e' presente nel vino, pero' dato gli sbalzi di temperatura il trasporto ecc, ne viene aggiunta altra sotto forma sotto forma di SO2 (anidride solforosa) per preservare il vino in varie fasi della vinificazione.  La legge da alcuni anni obbliga a scrivere "contiene solfiti" su tutti gli alimenti (non solo il vino) che contengono solfiti in concentrazione superiore a 10 mg/litro perché i solfiti sono allergenici e tossici.
Ecco evidentemente il mio problema e' proprio quello.Fortunatamente in commercio ci sono ottimi vini che ne metteno meno solfiti  e pessimi vini che ne aggiungono in quantità eccessiva. Sarebbe utile che la legge oltre a la dicitura solfiti obbligasse a mettere anche la quantità.
Problema comunque risolto con un vino che io ritengo uno dei migliori in assoluto: il Casavecchia.


Il casavecchia è il vino dei misteri, non si conoscono le origini e contadini  dicono che sia il vino dell'Antica Trebula Baliniensis,(Trebula Baliniensis è un sito archeologico corrispondente a Treglia frazione del comune di Pontelatone  fu in epoca pre-romana un centro sannitico) per le sue origini remote che risalgono agli inizi del 1900.La sua rinascita è dovuta al rinvenimento di una vecchia pianta, protetta dal muro di cinta della vecchia masseria Ciesi, sopravvissuta alla epidemia oidica nella zona compresa tra Capua ed Alife, nei pressi dell'antica via Latina.Dalla stessa furono prese marze per la propagazione diffusa particolarmente a Pontelatone, Castel di Sasso, Formicola, Liberi.
Nella letteratura ampelografica del 1800 non e' citata.E' una vite piena di mistero ma il suo vino, durante la degustazione sprigiona tutte le sue inconfondibili e piacevoli caratteristiche varietali.


L’uva Casavecchia ha  un grappolo abbastanza  grande ma per fortuna molto spargolo(spargolo un grappolo aperto, con acini radi e palesemente liberi), la qual cosa consente agli acini di potersi asciugare facilmente col vento tenendo lontane muffe e malattie. 
Quest'aspetto molto importante da la possibilità a a chi coltiva i vitigni di non usare pesticidi e o solfiti in genere, infatti il grappolo spargolo e' una caratteristica delle uve da tavole e appunto il Casavecchia.
Il Casavecchia e' un vitigno a bacca rossa, l'aggancio con il chicco e' appunto di color rosso.



Il Casavecchia e' un vino ben strutturato adatto anche a lunghi invecchiamenti ,il suo colore e' vivo e compatto, inchiostrato quasi a macchiare la superficie del bicchiere il suo aroma netto e al deciso sentore di ciliegia.

In questo caso siccome il vino non contiene solfiti, la conservazione va fatta in un ambiente con temperatura costante.Questo vino viene conservato in cantine scavate nel tufo a 25 metri di profondità ed una temperatura costante di 16° .Inoltre la cantina si trova a 500 metri dalla strada principale, quindi c'e' la completa assenza di vibrazioni.



Cantina scavata nel tufo con annesso pozzo che negli anni 20 veniva usato oltre per l'estrazione dell'acqua anche per conservare i cibi.



Ammarielli (o vammarielli) di "fosso".

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Gli ammarielli (o vammarielli) ossia minuscoli gamberetti di acqua dolce, sono una specialità tipica delle terre attraversate dai Regi Lagni e dai Mazzoni. Oggi gli Ammarielli (o vammarielli) di "fosso" sono pressochè introvabili.La causa naturalmente è da attribuire all'uomo che, con il suo egoismo sta distruggendo questa parte di terra tra le più fertili del pianeta. Baciata da Dio struprata  dall'uomo.

Sono fortunato che da piccolo sia riuscito a vivere l'emozione della pesca delle anguille.
Le anguille venivano pescate con le "nassa", un antico attrezzo impiegato sopratutto nella pesca tradizionale.Ha la forma di una campana, basato su una strozzatura a forma di imbuto all'entrata, l'anguilla o qualsiasi pesce, una volta entrato non è più in grado di lasciare più la trappola.E' proprio durante la pesca dell'anguilla che molte volte in quella "nassa" trovavamo centinaia e centinaia di ammarielli (o vammarielli).


Chi ha avuto la fortuna di cucinarli, andavano cotti in poco olio extra vergine di oliva con l'aggiunta di sale e pepe.Erano pronti quando tutti gli ammarielli (o vammarielli) avevano un colore come in foto.Il loro colore prima della cottura e' grigio scuro.


Il Mediterraneo non deve morire, firma la petizione

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Perchè nessuno ne parla????
Assolutamente scioccante, non so se queste petizioni servono, ma se servono dobbiamo contribuire a queste causa.Non facciamo morire i nostri mari, cerchiamo di essere meni egoisti e regaliamo ai nostri figli un futuro migliore .......



     

Il Mediterraneo e' un mare prezioso, e nutre e abbraccia paesi e popoli diversi tra loro.
Il Mediterraneo e' un mare importante, il suo cuore pulsante e' il canale di Sicilia , un patrimonio di biodiversità unico, dove molte specie rare vengono a riprodursi.L'isola di Pantelleria nel canale di Sicilia è circondata da richieste di trivellazioni petrolifere, il mediterraneo è anche un mare chiuso, uno sversamento comporterebbe danni irreparabili, non solo qui ma in tutte le sue coste. Ento il 24 ottobre, firma la petizione del WWF, contro le trivelle per il parco marino di Pantelleria, il mare e' un bene comune
SPETTA A NOI PROTEGGERLO


Sagna 'ncannulate con mortandela e porcini

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Questo post l'ho tenuto nel cassetto perchè avevo mistificato  un ingrediente: la Mortandela. In un primo momento, causa la superficialità che mi trascino da quando sono nato,avevo letto sull'etichetta (che poi avevo buttato) mortadela, facendo invano  ricerche su google di questo salume che  non mi dava nessun risultato.
Mi son detto:" avranno sbagliato a stampare l'etichetta!!!!!!"
Naturalmente non era così. Dopo aver contattato chi mi regalo' questo salume mi resi conto che il nome corretto era " mortandela".


Ingrediente nuovo per me : la mortandela e' un salume di suino a pasta macinata che  trova solo dagli antichi salumifici del Trentino, non e' insaccato nel budello quindi non e' da considerarsi insaccato.Il suo nome deriva dal metodo di preparazione, perchè una volta la preparazione della pasta veniva fatta nel mortaio.Vengono utilizzate le parti nobili del maiale, quali coppa, spalla, parte della coscia e pancetta. Una volta invece questo salume veniva fatto con le parti meno nobili, quali la lingua, il fegato e coppa di collo. La particolarità della Mortandela sta nelle spezie contenute nell'impasto, ogni famiglia ha la sua ricetta e la custodisce gelosamente.Una volta macianta la carne le parti vengono unite in modo da formare selle polpette schiacciate.
La mortadela della Val di Non prevede che l'impasto viene avvolto nel reticolo del maiale "o rezza", prima di essere sottoposta ad affumicatura e stagionatura.

Premetto che preferisco degustare  questo salume allo stato naturale, con pane o bruschetta ben calda....




Ingredienti 
250 g di  sagne 'ncannulate
due fette di Mortandela 
4 pomodorini
Olio Extra Vergine di Oliva 
1 spicchio di aglio
Prezzemolo
Sale 
Scaglie di parmigiano

Procedimento:
In una padella con olio extra vergine d'oliva  ho fatto cuocere lentamente l'aglio senza farlo imbiondire, ho aggiunto poi la mortandela ,funghi (messi precedentemente in ammollo) e i pomodorini.Ho fatto rosolare tutti gli ingredientii, ho tolto la mortandela e ho aggiunto l'acqua dove ho messo ad ammollare i funghi. ho fatto cuocere per 7-8 minuti, terminata la cottura ho rimesso la mortandela in pentola.
In una pentola con abbondante acqua salata ho cotto le Sagna 'ncannulate, le  ho scolate  al dente e li ho saltati nella pentola con il condimento.
Gli ho dato due minuti di riposo e ho impiattato guarnendo con prezzemolo e scaglie di parmigiano. Buon Appetito



Funghi di pioppo col pomodoro per..L'Italia nel Piatto!

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Il tema del mese di ottobre per la rubrica L'Italia ne piatto è Autunno in Tavola.
L'autunno segna il passaggio da una cucina fresca e leggera dell'estate , ad una più calda e incisiva come quella dell'autunno; in questo periodo la terra prodotti unici e dal sapore inconfondibile.
Uno di questi prodotti sono i funghi, tema dell'Autunno in Tavola della Campania.
Sarebbe superfluo parlare di funghi porcini, perchè quelli raccolti nelle zone alte di terra di Lavoro, da Roccamonfina al Matese,comunque si preparano sono squisiti.La ricetta di oggi ha per ingrediente il fungo di pioppo , fungo di pianura, una volta più frequente perchè il pioppo era un albero molto diffuso in quanto ad esso era poggiata la vite a spalliera (uva fragola),la cui coltivazione oggi si è ridotta.

Oggi questo tipo di fungo viene anche coltivato utilizzando semplicemente dei tronchi di pioppo che si tengono  costantemente in luoghi umidi.Il fungo di pioppo ha un profumo caratteristico che si sente da lontano ed ha un sapore secco e intenso.



Ingredienti:
1 Kg funghi di pioppo
5 pomodori san maturi
olio extra vergine di oliva
due spicchi d'aglio
sale 
Basilico
pepe

Procedimento:
Ho pulito i funghi, raschiandoli se necessario la base.Li ho lavati  sgocciolati e tagliati ciascun fungo in due o piu' parti nel senso dell'altezza.In una padella ho messo l'olio extra vergine di oliva e l'aglio, l'ho messi sul fornello caffè a fuoco lentissimo .Dopo 15 minuti l'olio risultava ben caldo e l'aglio ha appena incominciato a soffriggere, ho aggiunto i funghi e li ho lasciati cuocere per 7-10 minuti sempre a fuoco lentissimo.Ho tolto i funghi dalla padella lasciando in questa l'olio di fondo.


Ho spellato i pomodori che ho sbollentato in precedenza e li ho fatti cuocere per pochi minuti nella padella con il fondo di olio dove sono stati fatti cuocere i funghi.Ho unito i i funghi , il sale , il pepe, ho mescolato tutto e ho impiattato guarnendo con del trito di basilico fresco.


Questi funghi in tempi non lontani facevano da companatico ed era il pasto dei  contadini di Terra di Lavoro, nelle lunghe giornate nei campi.Venivano adagiati nel "cuzztiello del pane cafone" (che sarebbe il primo taglio del pane avente la forma di una barchetta ) e tappati con la mollica che era stata rimossa.(farò un bel post su questo termine molto simpatico e comune nella mia terra)

Tornando ad oggi ho sostituito il cuzztiello con i paccheri. 



L'unica differenza con la ricetta sopra è  solo il taglio dei funghi che in questo caso vengono tagliati a striscioline.


E adesso.....correte nei blog delle mie amiche-ci  per assaporare i profumi dell'autunno di tutte le regioni d'Italia! 



    Vincotto di Uva Fragola

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    Mi riallaccio al post precedente dove ho parlato del fungo di pioppo.Il pioppo era un albero molto diffuso nelle nostre campagne e ad esse era poggiata la vita a spalliera di Uva fragola.Leggendo la sua storia, il vitigno di uva fragola non può essere considerato un vitigno di terra di lavoro; e' la più antica vite americana introdotta in Europa.
    Molti dei miei concittadini se ne vantano la paternità , ma evidentemente ignorano la storia.Negli anni 50-60 questo vitigno era ben presente e ben curato dai contadini, oggi invece  se ne trovano davvero pochi.La maturazione di quest'uva non avviene quasi mai, perche' le poche viti che qualche contadino e' riuscito a conservare  non sono ben esposte al sole, anche causa l'abbattimento dei  pioppi che sostenevano e tenevano alto questo vitigno (viti a spalliera).

    Oggi nel mio paese fanno una festa dell'Uva fragola non avendola sul territorio...!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Idem per la festa della Rana...

    L'uva fragola e' coltivata prevalentemente nelle zone pianeggianti di terra di lavoro ed  era uno dei vini più frequenti nei pasti quotidiani dei casertani. Di colore rosso intenso e non molto alcolico si presta per accompagnare arrosti , formaggi, colazioni e merende.La sua corposità mista all'odore di fragola ne fanno una bevanda che da sola costituisce un alimento che richiama i sapori  più antichi della nostra tavola.La vinificazione dell'uva fragola e' consentita per legge solo per uso familiare. 
    Avendo parecchia uva a disposizione, ho deciso di fare un vino cotto, ricetta facile e con un solo ingrediente il mosto di vino appena spremuto.


    Ho spremuto i chicchi di uva fragola ed ho subito  filtrato il succo attraverso un telo bianco, ma va bene anche i colini professionali in acciaio.Viene usato il mosto di vino appena schiacciato e senza fermentare.


    In una grossa pentola ho fatto bollire per un tempo d circa 3-4 ore il  mosto di vino, mescolando  ogni tanto con un cucchiaio di legno fino a quando il liquido non sia diventato denso e filante come il miele.Di solito dalla quantità iniziale si restringe di 1/4.


    Il vino cotto viene usato per preparare pasticcini e biscotti, inoltre viene usato per insaporire il pesce arrostito i peperoni fritti o altre pietanze.Dal racconto del libro gastronomia in terra di lavoro mi ha colpito questo racconto dove: quando nevicava e le nevi non erano acide era una festa che si solennizzava gustando un gelato fatto di neve cosparso di vino cotto.






    Sapori di Sicilia

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    Questo mix raccoglie tutti i sapori marcati di una terra meravigliosa, la Sicilia.


    Ingredienti:
    Pomodoro Pachino Secco (SR)
    Aglio Rosso (TP)
    Capperi di Pantelleria (TP)


    Già conoscevo l'aglio rosso e i capperi di Pantelleria, ma dei pomodorini pachino secchi non ne avevo mai sentito parlare.Conoscevo quelli tipo san marzano secchi, ma i piccoli sono una vera finezza per il palato.Ho\preparato  i vasetti cominciando con uno strato di pomodori secchi, l'aglio rosso di trapani intero e inciso con un coltello e i capperi.Ho fatto diversi strati e ho riempito i barattoli con l'olio extra vergine di oliva , anch'esso siciliano, la Cerasuola dell'azienda Bonomo.
    Una volta consumati i pomodorini pachino, l'olio extra vergine di oliva rimane aromatizzato dal sapore  intenso dei pomodorini e' sarà il condimento di primi piatti o bruschette dal sapore unico.



    Durante la mia vacanza in Sicilia, con il sig. Bonomo ci siamo scambiati diverse mail,  ma siamo stati impossibilitati ad incontrarci in azienda, dove producono questo meraviglioso Olio extra Vergine. Quest'azienda  nasce dalla continuità familiare di produrre olio extra vergine di oliva , si estende su circa 8 ettari di terreno e gli oliveti sono situati a un'altitudine tra i 150 e i 350 m.s.l.m.Dal patrimonio olivicolo dell'azienda Bonomo , circa 800 piante di Cerasuola, varietà tipica del Golfo d Castellammare, compongono l'olio Extravergine Bonomo.
    Zona di produzione: provincia di Palermo ,\colore: verde chiaro con lievissime nuances dorate , aroma: erbe di campo fresche pomodoro e mela verde, sapore: note lievemente dolci , si allunga con piccantezza e leggero retrogusto di cuore di carciofo,fruttato: medio.Da abbinare a crudo su insalate, su minestre con ortaggi pesci e mollusci.In cottura con pesci al forno , fritture di pesce , carni alla brace. 
    Al mio prossimo viaggio in Sicilia  conto di visitare questa azienda familiare!!!!


    Rinfresco del lievito madre

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    Oggi scopro da un articolo sul Web che la pasta madre e' la moda del momento, lo stesso personaggio  e' quello che mette la cipolla nella matriciana.........io lo dico sempre che la cucina e' questione di gusti!!!
    Il lievito madre e' la moda della panificazione, attiva dalla sua creazione.
    In questi tre anni, l'avventura più bella nel campo food, l'ho avuto con il lievito madre.Il mio lievito madre  ha compiuto da poco un anno, e'd e' proprio figlio i quella Spery che e' una panificatrice seriale.Sono stato attratto da questo mondo convinto di ottenere ottimi risultati ,ho capito che la panificazione non e' affatto semplice, in virtù delle tante varianti, che sono: il lievito, le farine, l'acqua e il sale.Dietro questi ingredienti, c'e' un mondo infinito di chimica e biologia che ho incominciato a conoscere e che voglio trasmettere senza restrizioni e in tutta semplicità.
    "Se ho un blog e' perchè devo svelare i trucchi per la perfetta riuscita di una ricetta, se non lo faccio ci si rimane soltanto ipocriti"

    Tutto questo nasce allo scopo di come ottenere una pizza perfetta, dove le varianti sono tutte importanti in egual peso.Leggo spesso  delle percentuali di importanza negli ingredienti per fare la pizza, 50% le farine, 10 la farcitura ecc., io invece sono del parere che tutti gli ingredienti o le azioni hanno un importanza, e in mancanza di qualità  di una il risultato finale e' scarso.

    Per fare una pizza perfetta 
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    Farine di Alta qualità e forza.
    Lievito Madre rinfrescato due volte
    acqua di sorgente 
    fare attenzione ai gas di lievitazione 
    Idratazione tra il 70 e 75% 
    corretto uso del sale 
    lunga maturazione a freddo naturalmente per questo processo e' necessario delle farine adatte.
    stesura della pasta  
    Cottura in forno, ma a legna e' un altra cosa.
    _________________________________________________________________________________



    Inizio questa mia avventura con il lievito madre, perchè la prima cosa che ti domandano quando le regali e'::::
    Come si usa??????
    .................................................





    Ho cercato nell'ambiente familiare ed altro, di far conoscere l'interesse del lievito madre, spiegando loro che esso e' adatto in tutti i campi della panificazione , anche in quelle più complesse (ricette dolci).Con il lievito madre, la pizza o altri prodotti hanno sempre un sapore diverso e antico.

    Rinfresco del lievito Madre


    Il rinfresco del lievito madre va effettuato almeno una volta alla settimana, questa e' l'operazione che permette di nutrirlo e mantenerlo in vita.

    Ingredienti

    100 g di lievito madre
    100 g di farina 0 W 400
    50 g di acqua di sorgente

    Si preleva dal contenitore il lievito madre e si mette in una ciotola con una quantità di acqua pari alla metà del peso del lievito madre e si fa stare a mollo per 10 minuti.A questo punto mescolare con una forchetta o con le mani finchè tutto il composto non sarà diventato come una crema. Dopodiche' si aggiunge la farina, pari al peso del lievito madre, e si impasta fino a formare una palla liscia che non appiccica alle mani.
    Dividere il lievito madre in queste proporzioni, 150g e 100 g, entrambi  messi a lievitare in contenitori di vetro (stretto e lungo )e lasciarli per circa 5-6 ore coperti da un panno umido.Trascorso il tempo di lievitazione,la porzione da 100g andra sigillato con della pellicola trasparente e messo in frigo per il successivo utilizzo.La porzione da 150g ci servirà da lievito per impastare la nostra pizza. Su una quantità di 150g impasteremo 450g-550 g di farina.
    Per ottenere ottimi risultati il lievito deve avere una buona forza sopratutto nei prodtti da panificazione dolce che in questi casi va rinnovato 2-3 volte prima di usarlo.

    Ma che cosa e' il lievito madre?


    La scoperta del lievito madre fu del tutto causale e viene attribuita agli Egizi in un epoca che risale a circa 3000 anni prima della venuta di Cristo.Un impasto di acqua e farina , dimenticato per qualche tempo in un angolo caldo e buio, fermentò diventando gonfio e acquistando un sapore acido.

    "L'impasto diventa una coltura per i microrganismi presente naturalmente negli ingredienti e nell'ambiente, tenuti in vita dai frequenti rinfreschi con nuova acqua e farina.
    In questo processo si sviluppa il Saccharomyceo Cerevisiac (unico ceppo di microrganismo presente nel lievito di birra) ed altri saccaromiceti diversi.Nella formazione del lievito madre abbiamo una grande quantità di batteri lattici che sono contenuti nella farina e trovano modo di svilupparsi anche in essa.La presenza di lattobatteri, producono acido lattico, che poi in fase di cottura, unito all'alcol, sarà la fonte dei componenti aromatici.Il fattore fondamentale per la digeribilità e il gusto del prodotto finale è da attribuire proprio alle trasformazioni chimiche dovute ai lattobatteri , inoltre sviluppandosi proprio a lungo in carenza di ossigeno puo' produrre un eccesso di acido acetico che darà un gusto troppo acido al prodotto finito( pane o altro).
    Ho usato la parola alcol, perchè nella lievitazione quando l'ossigeno viene a mancare inizia la fermentazione alcolica .

    Come è stato fatto (si fà) il lieto madre?

    Ci sono tantissimi modi per produrre la pasta madre e credo che nessuno dei metodi sia sbagliato, perchè i due ceppi di micro batteri si formano in qualsiasi metodo usato.

    I Impasto

    200 g di farina 0 W 400
    50 g di acqua di sorgente 

    Impastare acqua e farina fino ad ottenere una palla morbida e liscia.Riponete l'impasto in un barattolo di vetro stretto e lungo  coperto da un panno umido e lasciarlo riposare a temperatura ambiente per circa 48 ore.Durante questo tempo la fermentazione non potrebbe anche partire , essa dipende da tante variabili , la temperatura deve essere compresa tra i 18°-25°.

    II Impasto

    100 g impasto precedente 
    100 g di farina 0 W 400
    50 g di acqua di sorgente 

    Impastate i 100 g dell'impasto precedente con l'acqua e farina,Formate una palla morbida e liscia e lasciarla riposare per altre 48 ore sempre in un barattolo di vetro stretto e lungo coperto da un panno umido a temperatura ambiente.
    Trascorse le 48 ore ripetere l'operazione dell'impasto 2 finchè l'impasto non raddoppierà in 4-5 ore.

    Per un pane o pizza più digeribile e saporito è bene  utilizzare il lievito madre.


    ...forse vi ricordate che..... 

    Il metodo delle nostre nonne è diverso da quello che oggi applichiamo per la conservazione del lievito madre.Loro tenevano da parte un pezzetto dell'impasto crudo per il pane appena fatto.Questo pezzettino lasciato per più giorni a fermentare  era il lievito madre per la successiva panificazione.E' proprio così che nasceva il lievito madre, chiamato anche pasta acida o lievito naturale.

    Domenica 10 novembre : A pranzo con la tradizione presso Hosteria Trentola.

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    Se vi trovate in zona non potete mancare a quest'evento con la tradizione.Quando parliamo di Trentola in Marcianise, subito pensiamo alla bellissima chiesetta del 100, di cui io personalmente ne sono un assiduo frequentatore , quel luogo ha un fascino che attira!A pochi passi dalla chiesetta , di fronte al "vriccio 'e trentola"c'e' l'Hosteria Trentola " degli amici Stefano e Maria Marino.Con Stefano oltre all'amicizia mattutina del caffè, in comune, abbiamo l'amore per le tradizioni culinarie della nostra terra. 




    Domenica 10 Novembre 2013 presso l'osteria potrete degustare il seguente menù:  

    A Pranzo con la Tradizione 

    Tagliere di salumi nostrani,
    formaggi DOP e verdure di giardino 

    Pettole di casa con "cotiche & fagioli al camino "

    Rane in tempura
    (ovviamente fresche)

    Torta di mele annurche

    Aglianico di San Lorenzello

    € 25,00

    Solo su prenotazione.Per chi ha gusti diversi c'è disponibilità di altri piatti.


    Hosteria Via Trentola 1 Marcianise info 0823 825428 3333550403

    Eccezionalità di questo menù sono le rane  fresche, introvabili,  piatto prelibato e molto apprezzato dai nostri avi.




    La Rana in Tempura di Stefano Marino

    Potrei comunicare della rana coinvolgendoti con effetti speciali: ricetta-epilogo rana, ma anche della pettola: ricetta-epilogo pettola
    Ed è quello che sto facendo. 
    Tuttavia mi interessa raccontarti una breve storia vera. Questa iniziò già in maniera inusuale quando, per un documentario sulla rana come cibo di una tv giapponese, riuscimmo a trovarne una ed una sola. Il pescivendolo mi portò di chiacchiere per del tempo sulla disponibilità di qualche chilo di rane vive, garanzia di freschezza ed autoctonia, fino al giorno delle riprese quando, sempre scusandosi di non averle trovate, ricordò di averne una, perduta e rintanatasi fra la cella e la vasca. 

    La vittima sacrificale c'era.

    Non so quale funzionario della soprintendenza alla Reggia, dove la troupe nipponica girava un documentario sul monumento, li indirizzò da noi per avere testimonianza di come si puliscano e si cucinino le rane a Marcianise. 

    Intanto lo ringrazio perché potemmo farci un'idea concreta delle impassibili capacità di sintesi e di organizzazione dei giapps, e perché godemmo dei loro complimenti dopo che ebbero provato alcuni nostri piatti, tra cui quell'unica rana fritta. 






    Ora, mio caro, io non sono un gran soppressore e pulitore di rane: occorreva l'opera della suocera visto il rischio di un brutto risultato provandoci con una sola rana. 
    L'intervento di chi risultava ai loro occhi, una volta che la graziosa interprete li ebbe informati, come la titolata addetta alla mattanza attizzò ancor di più l'interesse dei tre. La troupe, dotata di diafani guanti tipo chirurgo, aveva circondato il tavolo con cavalletti, luci e telecamere e, finanche, un microfonone di quelli con la pelliccia.

    Brano tratto dal blog http://archicuoco.blogspot.it, dove stefano ci delizierà di tanta cultura culinaria .

    Potete degustare presso l'Hosteria di Stefano e Maria oltre a tanti piatti della tradizione  anche piatti frutto della loro fantasia.Gli ingredienti che usano sono di altissima qualità.
    Alcuni esempi?????

    Pic Nic estivo .

    Ravioli di pollo al curry su scaglie di caciocavallo podolico.


    Non mancate!!!!!!!!!!

    Pane integrale in cassetta con lievito madre, ai sapori di Sicilia

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    Sto entrando in un mondo nuovo che mi ha riportato indietro nel tempo: sapori e profumi dimenticati, un po' perchè abbiamo perso la nostra identità, un po' perchè le grandi aziende ci hanno indirizzato su prodotti scadenti e dannosi per la nostra salute.
    Il mondo nuovo e' quelloFarine.
    Prima della farina integrale, c'e' quella ditipo 2che ha un abburattamento dell' 85% .Per rendersi l'idea, l'abburattamento e' l'azione di setacciare e separare la farina dalla crusca, quindi e' la percentuale di farina che si ottiene da un singolo chicco. Si distingue dalle altre farine integrali per il colore più scuro e anche per il bellissimo profumo che emana dopo la cottura del pane o focaccia. Riesci a capire che le farine raffinate sono le farine meno pregiate e più si va nell'integralità più i sapori e profumi si esaltano.Grazie alle sue caratteristiche,la farina di tipo 2è ideale per la panificazione di panini, pane e taralli,  soprattutto  il pane come quello che faceva la nonna e ancor meglio  se cotto  nel forno a legna.L'avvento delle farine raffinate  a basso costo ha tolto tantissima qualità ai prodotti della panificazione. Oggi non raggiungiamo lo stesso risultato della nonna perche' mentre lei sapeva la provenienza (il grano  si coltivava nelle nostre terre) e lo andava a macinare nel molino della città, noi invece  siamo schiavi della grande distribuzione .
    Ma con un attenta ricerca e tracciabilità possiamo cercare i prodotti di una volta che ahimè avevamo nei nostri campi.


    Ingredienti:
    150 di lievito madre
    400 g difarina di tipo 2  Bio Francia "Macinata a pietra"
    150 g di Farina "0"   W 400 
    400 ml di acqua 
    20 g di sale 
    pomodorino pachino secco 
    capperi 
    primo sale
    olio extra vergine di oliva
    Procedimento:
    Ho rinnovato il mio lievito madre che costantemente e' 100 g, fatta questa operazione, mi troverò sempre 100 g da rimettere in frigo per il successivo utilizzo e 150 per impegnarlo nell'impasto del pane integrale in cassetta.
    Le info per il rinnovo le trovate qui.
    • Su un piano di lavoro ho mischiato le due farine e l'ho predisposte a fontana,al centro ho fatto un incavo con il pugno,in quell'incavo ho sciolto il lievito madre  con acqua a temperatura ambiente.In 50 ml di acqua ho sciolto il sale e l'ho unito alla fine.Ho mescolato il tutto per bene fino a che lentamente non viene assorbita tutta la farina. A questo punto ho  incominciato ad impastare energicamente facendo in modo che l'impasto rimanga ben incordato.

    • Ho formato una palla che ho avvolto in un panno e messo in un contenitore chiuso e l'ho fatto riposare 1 ora a temperatura ambiente.
    • Ho steso la pasta , e l'ho farcita con il vasetto dei sapori di Sicilia  che ho raccontato in questo post e l'ho arrotolata con delicatezza, l'ho messa nello stampo del  plumcake con la carta da forno sul fondo. 
     Sapori di Sicilia

    • Le misure del plumcake per queste quantità di ingredienti sono 30cm * 11cm  h 7 cm
    • Ho fatto maturare l'impasto per 15 ore in frigo, coperto da un altra teglia uguale e sigillato con pellicola trasparente.
    • Trascorse le 15 ore  l'ho fatta lievitare a temperatura ambiente per altre 3 ore.
    • Ho acceso il forno  a 250°C e ho posto al suo interno una piccola teglia con l'acqua che provvederà al giusto vapore per la cottura.
    • Ho cotto il pane integrale in cassetta per i primi 20 minuti a 250°, poi ho abbassato a 200° e ho tolto la teglia con l'acqua e ho proseguito la cottura per altri 25-30 minuti.
    • Se si colora troppo la superficie potete coprirlo con un foglio di alluminio.
    Superfluo raccontare il sapore di questo pane..............
    Con questa ricetta partecipo al contest Bruciore 2013 Toscani da sempre , del blog non solo piccante:





    Braciola ripiena con l'uovo....per L'Italia nel piatto.

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    Oggi non potevo mancare a quest'appuntamento con la rubrica l'Italia nel Piatto , che ogni 20 del mese ci permette di scoprire ricette tradizionali di tutte le regioni d'Italia.
    Il tema di Novembre e' : Piatti a lunga cottura.
    Un must per ricordare la nostra tradizione, dal sapore antico, la braciola con l’uovo si classifica nelle ricette tradizionale della Campania con riferimento maggiore nell’entroterra. Era il piatto della domenica dei contadini dopo una settimana di duro lavoro nei campi. Oggi molti ricercatori ci consigliano  di limitare il consumo di carne perché e’ una della cause principali delle  malattie tumorali, mia nonna mi raccontava spesso che tempo fa la carne era un lusso e solo i più benestanti poteva mettere la braciola nel “tiano”.Molti sapete che ci mettevano???
    La zizza, si proprio così parte del seno della mucca. Io ne ricordo ancora vagamente il gusto e sapore …..buonissimo, magari se ne riuscirò a trovare quella buona e genuina di zizza, ne farò un post.
    Una cottura lunga e lenta che partiva dal primo mattino, quel soffritto di cipolla inebriava strade e il profumo veniva avvertito da tutti i passanti, era la base per il sugo della domenica Il pomodoro era quello coltivato nei campi incontaminati, passato e imbottigliati durante l’estate, un metodo che ancora oggi usiamo. Non è passato nemmeno ½ secolo ma le trasformazioni sono evidenti, vorremmo tornare indietro con il tempo ma non si puo’, l’uomo in questi anni ha fatto davvero tanti danni, sta distruggendo il mondo.


    Ingredienti:
    450 gr. di carne per braciola
    2 uova sode 
    pinoli
    uva passa
    pepe
    aglio
    prezzemolo
    sale
    Ingredienti per il sugo :
    2 fette di guanciale
    Sugna
    Cipolla
    Super passata di pomodoro Home made

    Procedimento:
    La braciola, da noi al ""sudde"", e' un involtino ripieno con le spezie, in Italia invece il termine braciola la si usa per la costolette "(custatella)" di maiale.
    Ho posta la fetta di carne aperta a libro su un piano e l'ho ripiena con aglio,, prezzemolo, pepe, uva passa sale e due uova sode.Ho chiuso le fette, arrotolandole come un involtino e le ho strette e sigillate con dello spago e un ferretto.



    In una pentola di creta , ho fatto sciogliere il guanciale a fuoco lento, ho aggiunto poi un 1/2 cucchiaio di sugna e la cipolla  che ha soffritto per un paio di minuti.A questo punto ho disposto la braciola nella pentola di creta e l'ho fatta rosolare  lentamente per 3-4 minuti.Ho aggiunto  la super passata di pomodoro fatta in casa, ho aggiunto l'acqua e il sale e ho fatto cuocere per 5-6 ore a fuoco lento.


    Una volta pronto il sugo, potete condirci la pasta, e come tradizione vuole devono essere ZITI lunghi da spezzare.

    E adesso...correte nelle altre regioni d'Italia!!! Non potete perderle:



  • Valle D'Aosta- Fessilsuppu, zuppa di Issime  -  http://cinziaaifornelli.blogspot.it
  • Piemonte - Tonno di coniglio  http://lacasadi-artu.blogspot.it/
  • Lombardia - Salàmin e Custine cun le Versehttp://ledeliziedellamiacucina.blogspot.it/
  • Trentino Alto Adige  - Gulash di manzo alla trentina http://afiammadolce.blogspot.it/
  • Veneto -  - http://ely-tenerezze.blogspot.it/
  • Friuli Venezia Giulia - Minestron de risi e patate -  http://nuvoledifarina.blogspot.it
  • Emilia Romagna - Ragù alla Bolognese -  http://zibaldoneculinario.blogspot.it/
  • Liguria - Menestron co-o pesto -http://arbanelladibasilico.blogspot.it/
  • Toscana - Chiocciole alla nepitella http://www.nonsolopiccante.it/
  • Umbria -  Porchetta  http://amichecucina.blogspot.it
  • Marche -  Vincisgrassi alla marchigiana http://lacreativitaeisuoicolori.blogspot.it
  • Abruzzo -Trippa alla pennesehttp://blog.giallozafferano.it/incucinadaeva/
  • Molise -Ragù misto di maiale-  http://lacucinadimamma-loredana.blogspot.it/
  • Lazio - Stufatino alla romana con il "sellero" - http://elly-chezentity.blogspot.it
  • Campania -Braciola ripiena con l'uovo  - http://www.isaporidelmediterraneo.it/
  • Puglia - Brasciole alla barese  http://breakfastdadonaflor.blogspot.it
  • Basilicata - Pane di Matera http://blog.giallozafferano.it/sognandoincucina
  • Calabria -   http://blog.giallozafferano.it/iocucinocosi
  • Sicilia - Stracotto alla palermitanahttp://blog.giallozafferano.it/cucinachetipassaoriginal/
  • Sardegna - Zuppa di fave e spinaci http://blog.giallozafferano.it/vickyart
  • Pizza con lievito madre

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    Era la pizza che sognavo! Un anno fa mai avrei pensato di farla così, con un'alveolatura bellissima, un sapore antico e una fragranza unica! Tanta fatica ed errori che mi hanno aiutato a capire i trucchi e la miscela di farina adatta per questa pizza con il lievito madre.
    Credo non sia corretto scrivere una ricetta sulla pizza e non indicare la forza della farina ,perchè è proprio questo fattore, insieme alla lunga lievitazione ,che ti permette di ottenere una pizza così.Naturalmente se  ci dà fastidio citare la marca o il molino possiamo dare indicazioni riguardo la forza contraddistinta dalla W o dalle caratteristiche che troveremo sul pacco, in particolare le proteine.
    Le farine dello stesso tipo "0" o "00", non sono tutte uguali: hanno caratteristiche molto scostanti tra di loro.La farina con più proteine rispetto ad un altra ha più forza(anche se non è sempre così).


     Per ottenere una buona pizza abbiamo bisogno:
    • le farine: come abbiamo detto sopra e' l'ingrediente predominante per ottenere una buona pizza,non c'e' dubbio che quelle commerciali sono farine deboli adatte ad una lievitazione max di 3-4 ore, e l'assorbimento e' del 50 %.In questo caso e' inutile portare l'idratazione al 70%-80% e poi cercare di incordare la pasta , non serve a niente!!!!...ci serve una buona miscela di farina con una buona forza che deve sopportare lunghe lievitazioni per far sviluppare al meglio le fermentazioni secondarie che sono quelle che danno profumo e fragranza alla pizza;
    • acqua di sorgente: importante che H2O non abbia troppo calcare , per questo si sconsiglia quella del rubinetto
    • lievito madre: che deve essere sempre rinnovato prima del suo utilizzo
    • lunga maturazione:  in frigo (+2°/+5°);
    • stesura della pizza: fondamentale per l'alveolatura
    • il sale:meglio quello integrale marino rispetto a quelli industriali, quello marino aiuta ad ottenere una lievitazione più lunga.
    • cottura: meglio se in forno a legna, ma con questo impasto anche quello di casa dà un' eccellente pizza.250° per 20-25 minuti, no ventilazione e gli ultimi cinque minuti a 200°
    • il condimento: meglio non esagerare, si rischia di rovinare la cottura e l'impasto.

     Ingredienti:
    250 farina "0" manitoba W 400 proteine 15%

    250 g farina  "00" W 300-320 proteine 12-13%

    350 ml di acqua* (tra il 70-75% di idratazione)


    140 g di lievito di madre
    25 gr di sale

    *a temperatura ambiente se estate 
    • per questo impasto uso una teglia di 38,5 cm  * 29 cm che corrisponde ad un area di 1116,5 cm quadri 
    Qui entra in gioco la matematica, possiamo applicare le proporzione per ricavarne il valore dei giusti ingredienti.

    Il primo procedimento da fare è rinforzare il lievito madre, io per questa pizza l'ho rinnovato 2 volte, perchè una parte la dovevo regalare ad un amico. 
    Per rinnovare il lievito madre e' tutto spiegato in questo post.


    Su un piano di lavoro ho mischiato le due farine e l'ho predisposte a fontana,al centro ho fatto un incavo con il pugno,in quell'incavo ho sciolto il lievito madre  con acqua a temperatura ambiente.Ho diviso l'acqua in due recipienti dove in uno ho sciolto il sale , l'altro e' servito a sciogliere il lievito e impastare parte della pasta.Ho mescolato il tutto per bene fino a che lentamente non viene assorbita tutta la farina.


     A questo punto ho  incominciato ad impastare energicamente facendo in modo che l'impasto rimanga ben incordato.


    "Va di moda dire le pieghe alla pasta per incordarlo, ma che io ricordi questo è un movimento antichissimo per impastare il pane che viene eseguito quasi involontariamente." 

    Lavorare la pasta finche' non si appiccica più alle mani e la pasta risulti liscia.


    In questo caso la pasta mi servirà per una sola pizza, ma se dovessi mettere la pasta in due teglie, vado ora ,prima della lievitazione, a tagliare la pasta per formare i panetti del peso voluto.Ho adagiati in una zuppiera con un panno di cotone , ho messo la pasta , l'ho ricoperta con gli angoli del panno , l'ho sigillata con la carta velina. Ho fatto riposare la pasta per 15 minuti e l'ho messa a maturare in frigo a 2-5°.
    L'impasto e' maturato per 24 ore.


    Trascorso il tempo, su una spianatoia ho messo abbondante farina e ho capovolto con delicatezza la pasta, alzando i bordi del panno.
    Il panno di cotone mi ha aiutato a non far strappare la pasta e quindi a non far uscire fuori i gas di lievitazione.

    Ho disteso il panetto con la pressione delle dita,in ambedue i lati girando la pasta su se stessa facendo attenzione a non bucare l'impasto.Quando ho ottenuto uno strato omogeneo e di misura piu o meno della teglia, dispongo la pasta nella teglia.Per non far rimanere a contatto la pasta con il metallo per la successiva lievitazione ho oleato, anche se non c'e' n'e' bisogno, la carta da forno con olio extra vergine di oliva.
    Ho lasciato lievitare per altre 3-4 ore e l'ho cotta nel forno casalingo, escludendo la ventilazione, 250° per 22-25 minuti, abbassando a 200° se si vede che incomincia a bruciare.


    Ingredienti:
    Il miglior condimento e' questo: 
    240 gr di pomodorino peso sgocciolato
    olio extra vergine di oliva
    2 spicchi di aglio 
    origano 
    sale 


    La pizza quella buona non e' più un miraggio, avessi avuto queste indicazioni!!!!!!
    Ovvero le avevo ma solo le mani in pasta ti fa capire il tutto.



    Roccocò morbidi

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    Si avvicina il Natale e la rubrica  l'Italia nel Piatto anticipa solo per questo mese la data di pubblicazione delle ricette tipiche della propria regione.Il tema di questo mese e' : Natale in Campania.La mia scelta e' caduta subito sul mitico e inimitabile roccocò morbido.Mai mi sono permesso di ritoccare una ricetta della tradizione, per il massimo rispetto che porto ai miei antenati conterranei, chi lo fa e' solo per vanagloria personale,come il caso dello chef stellato che nella matriciana mettere l'aceto balsamico........poi i risultati sono davvero pessimi.... La ricetta del roccocò e' legata anch'essa  ai conventi e ai monasteri, come la stragrande maggioranza dei dolci , quelli buoni, nascono in un ambienti religiosi.C'e' la mano di Dio???? Bhè l'ispirazione di questi religiosi e' stata la base di tutta la pasticceria moderna.Così e' stato anche per  il roccocò, la sua preparazione più antica risale nel 1320 per opera delle monache del Real Convento della Maddalena.Il roccocò ci accompagna per tutto il periodo natalizio e non può assolutamente mancare nella preparazione della tavola per le due vigilie.
    In tempi passati il roccocò veniva  "iniziato"a fine pranzo dell'Immacolata concezione  8 dicembre.
    Il roccoco' fa parte della tradizione gastronomica napoletana, ed e' un dolce che si e' ben radicato in tutta la regione.


    Particolarità del roccocò e il profumo e il sapore che gli conferisce l'inimitabile pisto, un mix di spezie perfetto per questo biscotto che tutto il mondo ci invidia.

    Ingredienti:
    200 g di farina "00"
    50 g di zucchero
    80 g di miele
    3 g ammoniaca per dolci
    100 g di mandorle
    10 g di pisto
    scorza di arancia candita
    1/2 bicchiere di acqua 
    un pizzico di sale
    un tuorlo d'uovo 

    Pisto(totale 6-7 g) :
      cannella,
      chiodi di garofano,
     coriandolo,
     l’anice stellato 
     la noce moscata
    pepe bianco

    Preparazione

    Ho messo la farina a fontana su una spianatoia,al centro ho fatto un incavo con il pugno,in quell'incavo ho  ho aggiunto lo zucchero,il miele,la scorza di arance candite, un pizzico di sale, 80 g di mandorle tritate  e il pisto .Infine ho aggiunto l'acqua ed ho incominciato ad amalgamare tutti gli ingredienti. A questo punto ho aggiunto l'ammoniaca ed ho continuato ad impastare il tutto. Ho formato un palla e ho fatto riposare per dieci minuti circa.



    Trascorso il tempo ho formato una ciambella e' ho inserito nella stessa delle mandorle intere. Ho appena schiacciato con il palmo della mano la ciambella dandoci la forma del caratteristico roccocò. Adagiarli in una teglia rivestiti da carta da forno e distanziarli tra di loro, perchè durante la cottura tendono a gonfiarsi un pò. 



    Li ho pennellati con il tuorlo d'uovo e li ho infornati a 180° per 15-20 minuti in forno preriscaldato.



         

    Cosa sarà successo nelle altre regioni d'Italia??????
    Andiamo a scoprirlo !!!!!!!!!!!!!!!!!!!


  • Valle D'Aosta - Mont Blanc http://cinziaaifornelli.blogspot.it
  • Piemonte - Lasagne alessandrine della Vigilia - http://lacasadi-artu.blogspot.it/
  • Lombardia - Pucia Dulsa - http://ledeliziedellamiacucina.blogspot.it/
  • Trentino Alto Adige - Lebkuchen, zimtsterne e zelten tirolese..le ricette originali!        http://afiammadolce.blogspot.it/
  • Veneto - Crema al mascarpone con grappa cuor di prosecco - http://ely-tenerezze.blogspot.it/
  • Friuli Venezia Giulia - Mostazzòns -  http://nuvoledifarina.blogspot.it
  • Emilia Romagna - La spongata -  http://zibaldoneculinario.blogspot.it/
  • Liguria - baccalà boggìo a-o verde -http://arbanelladibasilico.blogspot.it/
  • Toscana - Panpepato di Siena - http://www.nonsolopiccante.it/
  • Umbria -  Tozzetti canditi http://amichecucina.blogspot.it
  • Marche - Tagliatelle con lo stoccafisso http://lacreativitaeisuoicolori.blogspot.it
  • Abruzzo -Ferratelle abruzzesi http://blog.giallozafferano.it/incucinadaeva/
  • Molise -Tozzetti della mia mamma-  http://lacucinadimamma-loredana.blogspot.it/
  • Lazio - Panpepato - http://elly-chezentity.blogspot.it
  • Campania - Roccocò moridi - http://www.isaporidelmediterraneo.it/
  • Puglia - Bocconotti di pasta reale -  http://breakfastdadonaflor.blogspot.it
  • Basilicata - Pettolehttp://blog.giallozafferano.it/sognandoincucina
  • Calabria -Turdiddri o turdilli calabresi  http://blog.giallozafferano.it/iocucinocosi
  • Sicilia - Torrone Siciliano alle mandorlehttp://blog.giallozafferano.it/cucinachetipassaoriginal/
  • Sardegna - Torrone sardo di Tonara http://blog.giallozafferano.it/vickyart

  • L'ultimo appuntamento della rubrica l'Italia nel piatto e' fissato per il giorno 20 Dicembre con 

    Ti Regalo una Ricetta di Natale (con scambio interregionale).....

    Tagliatelle con le Noci

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    Ultimo appuntamento per questo anno della rubrica  l'Italia nel Piatto, in questa ultima uscita  ogni regione presenterà un piatto di un altra  assegnato a caso.Il tema e' Ti Regalo una Ricetta di Natale (con scambio interregionale. A me come regione campania mi e' capitata la regione Marche rappresentata dal blog la creatività e i suoi colori.La ricetta scelta e' tagliatelle con le noci, un piatto semplice ma di un gusto immenso.Come nostra usanza nelle zone di Palma Campania e Avellino, questo piatto che contiene frutta secca veniva consumato in ricorrenza alla vigilia di Natale.Anche nella Marche questo piatto viene realizzato per la ricorrenza della vigilia , come racconta Sabrina  del blog la creatività e i suoi colori.

     
    Ingredienti:
    Tagliatelle
    Noci
    pane raffermo
    olio
    sale
    parmigiano

    Procedimento:
    Sempre seguendo il blog di Sabrina: ho tritato  grossolanamente le noci sgusciate e le ho messe da  parte; nel frattempo ho versato  in un tegame l'olio,una volta riscaldato ho aggiunto  il pane raffermo ammollato in precedenza, che ho lasciato  cuocere fino a che non e' diventato croccante , poi ho unito il sale e le noci tritate e un po di parmigiano . Ho lessato  le tagliatelle in abbondante acqua salata, le ho scolate e l'ho versate  nel tegame con il preparato alle noci.Ho saltato il tutto e fatto riposare, impiattare e aggiungere a piacere del parmigiano. Buon appetito e Buon Natale.


    Cosa sarà successo nelle altre regioni d'Italia per questo scambio interregionale ??????
    Andiamo a scoprirlo !!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  • Valle D'Aosta - Parrozzo abruzzese in finger food - http://cinziaaifornelli.blogspot.it

  • Piemonte - Ricciarelli di Siena - http://lacasadi-artu.blogspot.it/

  • Lombardia - Ciambelline Arance e Mandorle - http://ledeliziedellamiacucina.blogspot.it/

  • Trentino Alto Adige - Gnocco fritto e buslanei http://afiammadolce.blogspot.it/

  • Veneto Arancini rustici siciliani  - http://ely-tenerezze.blogspot.it/

  • Friuli Venezia Giulia - Pasticcini pugliesi di mandorle -  http://nuvoledifarina.blogspot.it

  • Emilia Romagna - I roccocò morbidi napoletani  -  http://zibaldoneculinario.blogspot.it/

  • Liguria -    Risotto con patate e cipolle di tropea al profumo di rosmarino -http://arbanelladibasilico.blogspot.it/

  • Toscana - Kugelhupf triestino di Stefania http://www.nonsolopiccante.it/

  • Umbria -  Lo Zelten http://amichecucina.blogspot.it

  • Marche -  http://lacreativitaeisuoicolori.blogspot.it

  • Abruzzo - Tortionata di Lodi http://blog.giallozafferano.it/incucinadaeva/

  • Molise - Pan de le feste del Veneto -  http://lacucinadimamma-loredana.blogspot.it/

  • Lazio - Il pane di Matera - http://elly-chezentity.blogspot.it

  • Campania - Tagliatelle con le noci - http://www.isaporidelmediterraneo.it/

  • Puglia - Ubriachelle romane -  http://breakfastdadonaflor.blogspot.it

  • Basilicata - Risotto dei contadini Piemontesi - http://blog.giallozafferano.it/sognandoincucina

  • Calabria -  Birbanti -  http://blog.giallozafferano.it/iocucinocosi

  • Buon Natale a tutti, dimenticavo, la regione che mi ha replicato e' l'Emilia Romagna con I Roccocò morbidi napoletani. http://zibaldoneculinario.blogspot.it/

    Scialatielli con seppia gamberoni e vongole.

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    Abbiamo perso l'essenza del Natale  e con essa anche le buone tradizioni, sostituite dal consumismo sfrenato  a vantaggio delle grande industrie che fanno profitti da capogiro.Molti di noi non sanno nemmeno cosa si stia  festeggiando, ovvero passa tutto in secondo piano.Il Natale e' la festa della nascita di Gesu' Cristo , e' la festa della Luce che si dovrebbe accendere in ogni uomo.......e' proprio questo che si augura ......E' Natale, niente polemiche, già ne faccio abbastanza, vi propongo invece il primo della vigilia, che ogni anno cambia.


    Ingredienti:
    1500 g di scialatielli
    750 g seppia pulita
    13 gamberoni
    1000 g di Vongole lupini
    720 gr di pomodorino 
    olio extra vergine di oliva
    pepe
    sale
    prezzemolo

    Procedimento:
    In una pentola di alluminio ho fatto soffriggere a fuoco lentissimo l'aglio nell'olio extra vergine di oliva e, appena ha iniziato a rosolare , ho aggiunto la seppia tagliata a fette finissime.Ho alzato la fiamma a max e ho fatto cuocere per 5-6- minuti.


    A questo punto ho aggiunto i gamberoni  e i pomodorini e  ho messo la fiamma a metà.Ho fatto cuocere per altri 10 minuti, ho aggiunto le vongole lupini e ho fatto aprire nel condimento.In una pentola con abbondante acqua salata ho cotto gli scialatielli  , li ho scolati al dente e li ho saltati nella padella conil condimento .Gli ho dato due minuti di riposo e ho impiattato aggiungendo il prezzemolo e il pepe.



    Buone feste e buon Anno.
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