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Channel: I SAPORI DEL MEDITERRANEO
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Pasta ai ceci neri di Pomarico e vongole veraci

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Spesso non si fa un adeguata promozione dei prodotti tipici perchè si pensa sempre al ritorno economico. Maledetti soldi stanno rovinando il mondo e sopratutto i valori di un tempo. Anche nei nostri blog ,non riusciamo a dare il giusto messaggio dell'eccellenza gastronomica Italiana,il motivo è sempre lo stesso......... !!!!!!
L'ingrediente che ho usato in questa ricetta è un eccellenza della Basilicata, ovvero i ceci neri di Pomarico, piccolo centro abitato in provincia di Matera.Non ho trovata tante notizie su questo prodotto ma in seguito spero di fare qualche altra ricetta e magari indagare andando un po' più nei dettagli.
 Ingredienti:
6-7 cucchiai Ceci neri di Pomarico (già lessati)
200 g Vongole veraci
3 pomodorini (facoltativo)
pepe nero
250 g pasta (ditaloni lunghi)
pepe
sale 
Olio extra vergine di oliva 
Procedimento:
In una padella ho messo l'olio extra vergine di oliva  e lo spicchio d'aglio schiacciato.La procedura di soffritto e' durata per circa 15 minuti , più lenta e' questa operazione maggiore sarà l'aroma che l'aglio rilascia nell'olio extra vergine di oliva. L'aglio non deve dorare ma deve cuocersi lentamente, quindi ho messo la padella sul fornello del caffè a fuoco lentissimo.Trascorso il tempo ho adagiato i pomodorini e ho versato  i ceci neri di Pomarico. Ho messo la pentola su un fornello normale a fiamma lento-media  e ho fatto insaporire il tutto per 7-8 minuti.A questo punto ho versato le vongole veraci, ho coperto la pentola con un coperchio, il tempo che le stesse si aprissero.Ho tolto il fuoco e ho messo il sughetto dei ceci neri di Pomarico e vongole veraci da parte.
 In una pentola con abbondante acqua salata ho cotto la pasta e l'ho scolata al dente, saltandola  nella padella con il condimento dei ceci neri di Pomarico e vongole veraci.Gli ho dato due minuti di riposo e ho impiattato aggiungendo il pepe nero macinato al momento.


Braciola ripiena con l'uovo....per L'Italia nel piatto.

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Oggi non potevo mancare a quest'appuntamento con la rubrica l'Italia nel Piatto , che ogni 20 del mese ci permette di scoprire ricette tradizionali di tutte le regioni d'Italia.
Il tema di Novembre e' : Piatti a lunga cottura.
Un must per ricordare la nostra tradizione, dal sapore antico, la braciola con l’uovo si classifica nelle ricette tradizionale della Campania con riferimento maggiore nell’entroterra. Era il piatto della domenica dei contadini dopo una settimana di duro lavoro nei campi. Oggi molti ricercatori ci consigliano  di limitare il consumo di carne perché e’ una della cause principali delle  malattie tumorali, mia nonna mi raccontava spesso che tempo fa la carne era un lusso e solo i più benestanti poteva mettere la braciola nel “tiano”.Molti sapete che ci mettevano???
La zizza, si proprio così parte del seno della mucca. Io ne ricordo ancora vagamente il gusto e sapore …..buonissimo, magari se ne riuscirò a trovare quella buona e genuina di zizza, ne farò un post.
Una cottura lunga e lenta che partiva dal primo mattino, quel soffritto di cipolla inebriava strade e il profumo veniva avvertito da tutti i passanti, era la base per il sugo della domenica Il pomodoro era quello coltivato nei campi incontaminati, passato e imbottigliati durante l’estate, un metodo che ancora oggi usiamo. Non è passato nemmeno ½ secolo ma le trasformazioni sono evidenti, vorremmo tornare indietro con il tempo ma non si puo’, l’uomo in questi anni ha fatto davvero tanti danni, sta distruggendo il mondo.
Ingredienti:
450 gr. di carne per braciola
2 uova sode
pinoli
uva passa
pepe
aglio
prezzemolo
sale
Ingredienti per il sugo :
2 fette di guanciale
Sugna
Cipolla
Super passata di pomodoro Home made

Procedimento:
La braciola, da noi al ""sudde"", e' un involtino ripieno con le spezie, in Italia invece il termine braciola la si usa per la costolette "(custatella)" di maiale.
Ho posta la fetta di carne aperta a libro su un piano e l'ho ripiena con aglio,, prezzemolo, pepe, uva passa sale e due uova sode.Ho chiuso le fette, arrotolandole come un involtino e le ho strette e sigillate con dello spago e un ferretto.
In una pentola di creta , ho fatto sciogliere il guanciale a fuoco lento, ho aggiunto poi un 1/2 cucchiaio di sugna e la cipolla  che ha soffritto per un paio di minuti.A questo punto ho disposto la braciola nella pentola di creta e l'ho fatta rosolare  lentamente per 3-4 minuti.Ho aggiunto  la super passata di pomodoro fatta in casa, ho aggiunto l'acqua e il sale e ho fatto cuocere per 5-6 ore a fuoco lento.
Una volta pronto il sugo, potete condirci la pasta, e come tradizione vuole devono essere ZITI lunghi da spezzare.

E adesso...correte nelle altre regioni d'Italia!!! Non potete perderle:
Piemonte - Tonno di coniglio 
Trentino Alto Adige  - Gulash di manzo alla trentina 
Friuli Venezia Giulia - Minestron de risi e patate -  
Emilia Romagna - Ragù alla Bolognese
Umbria -  Porchetta  
Basilicata - Pane di Matera 

Salsiccia di polmone

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Gennaio è considerato un pò in tutta la penisola il mese del maiale, da secoli il maiale viene macellato in questo periodo perché la temperatura fredda e secca  permette la stagionatura dei vari salumi in modo naturale. L'uscita dell'Italia nel piatto del mese di Gennaio ha quindi come tema :(carne, salumi & C.) del maiale.
Nella terra in cui vivo, l'uccisione del maiale è una tradizione che resiste, anche se negli ultimi anni ci sono state delle restrizioni legislative che hanno decimato questa usanza.
Diciamoci la verità, oggi nei  paesi di montagna e non solo, questa tradizione dell'uccisione del maiale in casa viene ancora praticata sfidando appunto la legislazione vigente.Ma chi è che fa le leggi su queste materie??????  Naturalmente le industrie !!!!!
Non voglio uscire fuori tema, in questo post vi voglio parlare della salsiccia di polmone tagliata a punta di coltello. Il detto che dice che : del maiale non si butta via niente, ancora oggi riesce a resistere tra tante difficoltà, le nuove generazioni non sono troppo propensi a questi tipi di alimentazione, a favore invece degli hamburger contenenti 23 tipi di carcasse di bovini differenti.(sapete di cosa parlo).
La salsiccia di polmone è indispensabile nella minestra maritata di Pasqua ed in sughi piccanti o come secondo insieme alle verdure.Viene fatta con le parti meno nobili o secondari del maiale ossia, cuore, polmone, trachea, carne macchiata macchiata di sangue, rifili di carne,carni grasse da non poter essere utilizzare per altri usi.
L'’inesistenza del “fegato” in tale insaccato c'e' lo spiega Franco Russo. L’esperienza dei nostri padri è quanto c’insegna a seguitare la strada da loro intrapresa nel corso dei tempi. Tale esperienza scaturisce anche da prove fatte e ripetute anche nella chimica o biologia naturale del prodotto animale (di qualsiasi tipo) che ha fatto giungere allo stato finale un manufatto consolidato come quello che tuttora consumiamo. Nello specifico, il fegato può essere consumato solo fresco e senza essere accostato ad altri alimenti destinati alla conservazione perchè tende naturalmente a diventare amaro, quindi inquinerebbe gli altri elementi gastronomici che dovrebbero accompagnarlo. Provare per credere. Tanto per amore ed arricchimento della conoscenza che non deve mai esulare dalla reciprocità. 
Anche il rene  "o rignon" non viene messo in questo insaccato perché come per il fegato non riesce a stagionarsi.
Ingredienti:
 cuore
polmone
trachea
carne macchiata di sangue
rifili di carne grassa 
carni grasse da non poter essere utilizzare per altri usi
in tutto 5 kg  quantità di carne pari al 20-30% 
12 g di finocchietto
5 g di pepe
1 litro di vino bianco
165 g di sale 
Procedimento:
Dopo aver tagliato cuore,polmone,trachea e la carne a punta di coltello e averle amalgamate , il tutto viene conciata di sale ( 33 g per per  kg di carne), pepe, finocchietto e vino locale locale a scelta tra: pallagrello, falanghina, greco di tufo e coda di volpe.
Viene impastato e amalgamato e lasciato riposare per 12 ore.Trascorso il tempo la carne viene insaccata e stretta bene in budelli lunghissimi che vengono punti con un ago in più punti a man mano che si insacca.Una volta terminata questa operazione vengono lasciate ad asciugare per altre 12 ore su di un panno.
Le salsicce vengono messe ad essiccare su un asse di legno sospeso al soffitto al''aria aperta e in ambiente non molto ventilano.Dopo circa  venti giorni un mese di esposizione equilibrata all'aria (se tira vento forte deve essere riparata) la salsiccia e' pronta per essere conservata.
La salsiccia di polmone veniva conservata tempo addietro  in vasi di terraglia e ricoperta di strutto freddo , oggi invece la conserviamo sotto vuoto.La conservazione con lo strutto è più privilegiata per una perfetta conservazione.
Come detto sopra la salsiccia di polmone e' indispensabile nella minestra maritata di Pasqua.
Andiamo a vedere nelle altre regioni la tradizione del maiale :


16 gennaio Carne di maiale, salumi, prodotti, semilavorati o anche sagre a tema
Valle d'Aosta: I salumi valdostani derivati dal maiale 
 Friuli-Venezia Giulia: Salam tal aset 
Lombardia: Cassoeula lodigiana
Liguria: cardi in ta poela   
Emilia Romagna: Pancetta piacentina dop su crostoni di polenta
Toscana: Suino maiale porco: grufolando dal passato al presente, fra parole, ricette e salumi toscani
Umbria: Fegatelli di maiale arrosto
Abruzzo: Il maiale : Tour gastronomico: 
Molise: Lesconda maritèta
Basilicata: Maiale con peperoni sott'aceto
Puglia: Salsiccia a punta di coltello con cime di rape stufate 
Calabria: Gelatina calabrese
Sicilia: Suino nero in crosta di pistacchi
Il nostro blog - http://litalianelpiatto.blogspot.it/ 

Lumache di mare e maruzzielli

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Un post breve, giusto per portare a conoscenza un piccolo trucchetto per far si che il mollusco esca appena fuori dalla conchiglia durante la cottura evitando così il fastidio di usare lo stuzzicadenti per farlo uscire.
Nassarius mutabilis,lumachine di mare o in napoletano maruzzielli.
Ingredienti:
Lumache di mare "maruzzielli"
olio extra vergine di oliva
aglio 
pepe
Procedimento:
Lavare accuratamente i maruzzielli  e adagiarli in una colapasta.In una padella ho messo l'olio extra vergine di oliva e l'aglio sul fornello del caffè a fuoco lentissimo .Dopo 6-7 minuti che l'olio extra vergine e' incominciato a scaldarsi ho versato i maruzzielli.A questo punto li  l'ho salati abbondantemente senza eccedere.

I maruzzielli attirati dal sale sono usciti abbondantemente dalla conchiglia.Ho messo il coperchio sopra e ho fatto andare per altri 5-6 minuti in  modo che muoiano rimanendo fuori la conchiglia.Ho finito di cuocere per altri 2 minuti a fuoco sostenuto.Servire con del pepe fresco tritato a momento.
La cottura che consiglio del maruziello e quella in bianco , in questo modo si assapora tutto la freschezza e l'essenza del mare.

Migliaccio dolce di Carnevale

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Il 2 febbraio, giorno della Candelora , festa che commemora la Presentazione del Signore nel tempio di Gerusalemme e il rito di purificazione di Maria, nelle case dei napoletani si prepara il migliaccio, profumatissimo dolce a base di semolino. Importato anche in altre provincie della campania, il migliaccio dolce ormai radicato e migliorato dall'ammissione in esso della ricotta di di buona qualità prodotta dal latte degli allevamenti ovini e bufalini presenti sul nostro territorio. 
Ingredienti:
250 g di semolino 
500 g di zucchero
1 l di latte 
1 litro di acqua 
500 g di ricotta
scorza grattuggiata di 2 limoni  
1 bacca di vaniglia
1 bicchierino di strega
una fialetta millefiori
50 g di strutto 
10 uova
 un pizzico di sale 
Procedimento:
In una pentola alta scaldate il latte, l'acqua e la scorza grattuggiata del limone, portate a bollore. Aggiungete il semolino facendolo cadere a pioggia e mescolando di continuo affinchè non si formino dei grumi. Fate addensare il composto e, quando la farina avrà assorbito il liquido, aggiungete la sugna, spegnete il fuoco e fate amalgamare il tutto; lasciate raffreddare. Setacciate la ricotta, in un altra zuppiera sbattete con le fruste elettriche le uova con lo zucchero, un pizzico di sale e i semi di vaniglia. Quando il composto risulterà spugnoso, aggiungete la ricotta, il liquore strega e la fialetta millefiori, amalgamate delicatamente finchè non avrà acquisito una consistenza vellutata. Unite al composto la base di semolino e mescolate .  Imburrate due teglie di circa 25 cm di diametro e dai bordi non troppo alti. Spruzzate i bordi interni ed il fondo con la farina. Versate il composto ed infornate a 180°-200° per circa un ora. Il migliaccio è pronto quando risulterà dorato. Lasciate raffreddare e spolverate con zucchero a velo prima di servire.

Risotto al pomodoro e caprino

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Molto spesso i lettori chiedono ricette che non impegnano molto tempo ai fornelli. Il risotto per la sua preparazione non è un piatto veloce, i vari brodi e fumetti richiedono nella maggior parte dei casi un tempo lungo. Però nessuno ci vieta di utilizzare acqua calda invece dei vari brodi o fumetti, il risultato dipende sopratutto dalla qualità degli ingredienti. Cuocendo carne cipolla e riso per 15 minuti la necessità di insaporire con il brodo non sussiste. Il riso utilizzato è La Pila, una riseria composta da una cooperativa di 12 Aziende Agricole produttrici di riso nella bassa veronese con lo scopo di lavorare e commercializzare in comune il risone prodotto portando sul mercato un riso di altissima qualità.
Ingredienti : 
250 Passata di Pomodoro 
300 Carne trita 
Olio extra vergine di oliva
1 cipolla piccola
formaggio di capra
sale
Procedimento: 
Tritate finemente la cipolla e fatela rosolare a fuoco lento in una casseruola con l'olio extra vergine di oliva. Appena la cipolla prenderà colore unite la carne trita e cuocete per due tre minuti; aggiungete il riso e fatelo tostare per 1-2 minuti (questo procedimento consente al chicco di mantenersi integro durante la cottura). Unite la passata di pomodoro, aggiustate di sale e dopo qualche minuto di cottura un mestolo di acqua bollente. Proseguite la cottura continuando ad aggiungere un mestolo di acqua quando il riso avrà assorbito quello precedente. A fine cottura spegnete il fuoco, unite al risotto un filo di olio extra vergine e del formaggio grattugiato di capra ben stagionato e mantecare. Distribuisci il risotto nei piatti e completa con del formaggio di capra grattugiato a scaglie.

Ali di pollo fritte, patate fritte al forno e riduzione alla birra e zucca

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Siamo giunti alla sfida n° 63 dell'Mtchallange; il tema di questo mese scelto da Silvia vincitrice della sfida n° 62 con i macaron è il pollo fritto. 
Mai mangiato in vita mia il pollo fritto, anche perchè nella mia città fino a qualche tempo fa, il pollo era l'animale che si sacrificava per il pranzo domenicale. Il venerdì si compiva l'omicidio e la domenica era ben riposato per il forno a legna.
Dal post del pollo ripieno : Posso ritenermi tra i fortunati  ad aver conosciuto e vissuto pratiche e abitudini che erano della generazione passata; la realtà contadina presente fino agli anni 80 nel mio territorio ci ha fatto conoscere metodi di allevamento che oggi le grandi industrie invano cercano di imitare. Il pollo cresciuto a terra era l’unico metodo spontaneo di allevamento che le nostre nonne praticavano nei grossi cortili. Gli omicidi di polli era una pratica frequente nelle famiglie, tutti imparavano, sopratutto i ragazzi. Ricordo che da adolescente per aiutare la nonna avevo imparato a scannare,  spennare, privarlo delle interiore e sezionare i vari pezzi, naturalmente parliamo sempre di pollo. 
Ricorderò a lungo questa ricetta, per il risultato ottenuto ma anche per il post scritto da Silvia, un manuale di come preparare questo piatto.
Pollo fritto Panatura con farina
Ingredienti
 600 g di pollo con ossa e pelle
1 l olio per friggere 
200 g farina
sale
pepe
Marinatura per entrambe le ricette 
Per conferire al pollo fritto morbidezza durante la cottura è necessario che la carne venga sottoposta a marinatura preferibilmente con il latticello per un minimo di 4 ore fino a una notte intera (12 ore)
Ingredienti per la marinatura (latticello)
250 ml di latte parzialmente scremato
250 g yogurt magro 
10 ml di succo di limone filtrato 
Procedimento:
In una ciotola versate il latte e yogurt, mescolate bene e unite il succo di limone. Fate riposare 15 minuti e adagiateci il pollo. Coprite con una pellicola e fate riposare per 12 ore.
Procedimento:
Preparate un piatto fondo per appoggiare il pollo impanato, un piatto piano coperto da carta assorbente per appoggiare il pollo appena fritto e una placca da forno coperta anch’essa da carta assorbente per riporre il pollo fritto in forno e tenerlo al caldo. Rimuovete il pollo dalla marinatura, lasciatelo scolare sopra una gratella posta su un foglio di carta da forno per mezz’ora almeno. Preparate una ciotola abbastanza capiente per contenere 3/4 pezzi di pollo alla volta e metteteci la farina con il sale e il pepe.  In alternativa mettete farina, sale e pepe dentro un sacchetto alimentare capiente. Prendete 3 pezzi di pollo, metteteli nella farina ed infarinateli pressando leggermente le carni oppure inseriteli nel sacchetto, chiudetelo ed agitate finché tutti i pezzi non saranno ben infarinati. Scuoteteli per eliminare la farina in eccesso ed appoggiateli sul piatto preparato in precedenza. Procedete panando il resto del il pollo. A questo punto prendete una casseruola dai bordi alti versate l’olio e scaldatelo a fuoco medio fino alla temperatura di 180 °C circa. Se non avete il termometro mettete un pezzo di pane nell’olio, quando dorerà sarà il momento di immergere il pollo. Immergete nell’olio 3 pezzi di pollo alla volta. Osservate l’olio: il pollo appena immerso friggerà formando molte bolle grandi e man mano che si cucinerà le bolle diminuiranno sempre più . Quando il pollo avrà una colorazione dorata ed omogenea, ci vorranno circa 6/8 minuti di cottura a seconda della grandezza del pezzo, scolatelo dall’olio ed appoggiatelo sul piatto con la carta assorbente. Una volta asciutto, se desiderate, potete tenerlo al caldo nel forno preriscaldato a 120°C circa, infornandolo sulla placca da forno. 
Pollo fritto Panatura con pane e uovo
Ingredienti 
 600 g di pollo con ossa e pelle
2 uova 
150 g farina
150 g pane grattato
sale
pepe
1,5 l olio per friggere 
Procedimento:
Rimuovete il pollo dalla marinatura, lasciatelo scolare sopra una gratella posta su un foglio di carta da forno per mezz’ora almeno. Preparate un piatto fondo per appoggiare il pollo impanato, un piatto piano coperto da carta assorbente per appoggiare il pollo appena fritto e una placca da forno coperta anch’essa da carta assorbente per riporre il pollo fritto in forno e tenerlo al caldo. Mettete le uova in una ciotola che possa contenere almeno 3/4 pezzi di carne alla volta, mescolate con una forchetta, salate e pepate. Ponete il pan grattato e la farina in altre due ciotole distinte altrettanto capienti. Prendete tre pezzi di pollo alla volta, passateli nella farina pressando leggermente le carni e scuoteteli per eliminare la farina in eccesso. Poi immergeteli nell’uovo ed infine passateli nel pan grattato pressando nuovamente le carni. Appoggiate il pollo sul piatto fondo e procedete con la panatura di tutto il pollo. Se desiderate una crosticina più consistente potete fare una doppia panatura nel pan grattato cioè pan grattato/uovo/pan grattato. A questo punto prendete una casseruola dai bordi alti versate l’olio e scaldatelo a fuoco medio fino alla temperatura di 180 °C circa. Se non avete il termometro mettete un pezzo di pane nell’olio, quando dorerà sarà il momento di immergere il pollo. 
Immergete nell’olio 3 pezzi di pollo alla volta. Osservate l’olio: il pollo appena immerso friggerà formando molte bolle grandi e man mano che si cucinerà le bolle diminuiranno sempre più . Quando il pollo avrà una colorazione dorata ed omogenea, ci vorranno circa 6/8 minuti di cottura a seconda della grandezza del pezzo, scolatelo dall’olio ed appoggiatelo sul piatto con la carta assorbente. Una volta asciutto, se desiderate, potete tenerlo al caldo nel forno preriscaldato a 120°C circa, infornandolo sulla placca da forno.
Riduzione alla Birra 
Ingredienti 
1 bicchiere di birra artigianale 
1 cucchiaio di zucchero di canna 
1 cucchiaino di zucca disidratata
sale e pepe
Procedimento:
Versate in un tegamino lo zucchero e, mescolandolo ininterrottamente, lasciatelo fondere a fuoco dolce. Unite, poi, la birra. Lasciate ridurre la salsa di un terzo, quindi aggiustate di sale e di pepe. Tolto il tegamino dal fuoco fatelo raffreddare per cinque minuti e aggiungete la zucca disidratata, amalgamate il tutto. La riduzione di birra e zucca e pronta.
Patate fritte al forno
Ingredienti 
2 patate
olio extra vergine di oliva
sale 
pepe
Procedimento:
Pelate e lavate le patate, tagliatele a rondelle con uno spessore di circa circa 4-5 mm, cercando di essere precisi nel taglio. Mettete le patate in una zuppiera e conditele con olio extra vergine di oliva, sale e pepe. Mescolate le patate  in modo che l'olio extra vergine bagna tutte le patate.  Adagiate le patate singolarmente sulla carta da forno e  infornate nella parte alta del forno in modalità grill. Appena le patate risulteranno croccanti e dorare, togliete la teglia dal forno e girate con una pinza da cucina le patate. Rinfornate e cuocete finchè la patate anche nell'altro lato non risultano croccanti e dorate.

Con questa ricetta partecipo alla sfida n° 63 dell'Mtchallange


Lasagna di carnevale 2.0 #duepuntozero

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La lasagna è una delle paste più antiche, risalenti al periodo greco, conosciuta con il nome di laganon. E' un piatto tipico del periodo di carnevale, e in particolare del Martedì grasso, ultimo giorno di Carnevale. Molteplici sono le versioni, la ricetta Emiliana prevede l'uso della besciamella e della carne macinata; a Napoli questi ingredienti sono sostituiti dalla ricotta e dalle polpettine. Oggi la lasagna, grazie all'abbondanza, varietà e la creatività delle persone, viene eseguita in diversi modi, anche se nella nostra regione, la campania, le tradizioni riescono a resistere. Questa proposta è una variante soft, o 2.0 senza abbondare negli strati. Il ragù finto e a parte la carne trita saltata in padella, una scomposizione del ragù alla bolognese che attribuisce al piatto sapori decifrati. 
Note: La pasta secca può essere lessatat come per la pasta fresca, oppure condita direttamente. In questo caso tenere la besciamella e il sugo un pò piu liquido e spargetela uniformemente affinchè ricopre bene tutta la pasta.
 Ingredienti: 
400 g di lasagne di grano duro
350 g di carne trita
750 ml di sugo home made

1 cipolla 
1 carota 
1 stelo di sedano 
1 aglio 
Sale
olio extra vergine di oliva 
250 g di fiordilatte 
Ingredienti Besciamella 
1/2 litro di latte 
50 g di burro 
50 g di farina 
sale 
noce moscata 

Procedimento: 
In un tegame, fate rosolare a fuoco lento e per circa 5 minuti, la cipolla, la carota, il sedano e l'aglio tritati. Aggiungete la passata di pomodoro, salate e lasciate cuocere a fuoco lento per circa un ora Nel frattempo ho preparato la besciamella. In una pentola di media dimensione fate sciogliere il burro a fiamma dolce. Togliete la pentola dal fuoco, unite la farina (setacciata e poco per volta) e mescolate con un cucchiaio di legno fino ad ottenere un composto omogeneo. A questo punto aggiungete un po’ di latte (riscaldato in precedenza) poco per volta e mescolate finché il composto di farina e burro si amalgama completamente con il latte diventando una crema. Versate sempre poco latte a filo e mescolate finché il 1/2 litro si sarà esaurito. Rimettete il tutto sul fuoco a fiamma dolce e continuate la cottura fino a quando la besciamella risulterà bella densa. Aggiungete il sale e la noce moscata grattugiata a momento. Fate rosolare la carne trita in una padella con poco olio extra vergine di oliva. A questo punto che tutti gli ingredienti sono pronti iniziate  ad assemblare le lasagne. Prendete una teglia e fate sul fondo un leggero strato di sugo e besciamella. Disponetevi un primo strato di lasagna e ricoprite il tutto con carne trita, besciamella, fiordilatte e parmigiano reggiano. Ricoprite con la pasta e terminate con il sugo e besciamella,  aggiungete il parmigiano reggiano. Infornate la lasagna a 200 °C per circa 30 40 minuti. Se necessario, per ottenere una migliore doratura, accendere il grill e cuocere per altri 5 minuti.  Ho infornato la lasagna nel forno a 200 ° per 30-35 minuti controllando naturalmente la cottura.Una volta pronte l'ho lasciate raffreddare per 15-20 minuti, tagliate e buon appetito.  

Concetto di Tradizioni nell'era del tuttologo

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Quando parliamo di tradizioni, facciamo sempre una grande confusione, molte persone non conoscendo il contesto culturale, sociale, storico e sopratutto della condivisione di una comunità, cercano di imporre le proprie usanze e concetti. La parola tradizione deriva dal termine latino tradere che significa trasmettere o dar qualcosa a qualcuno affinché lo conservi. In linea di massima il concetto di tradizione è incentrato su costumi, memorie e azioni di una determinata comunità atti a rappresentare e a rinnovare nel contesto temporale, le usanze dell'epoca. In ogni comunità con riferimento a quelle più estese, le tradizioni non seguono una linea rigida di pensiero ma vengono interpretate soggettivamente dalle diverse famiglie del luogo. Le stesse origini che hanno generato queste tradizioni , sono state suscettibili di interpretazioni diverse in base agli usi di ogni singola famiglia.
 Mbastocchio
Deve essere come buona regola condivisa, considerare come arricchimento culturale, la sommatoria delle varie correnti di pensiero, in quanto non può su questa imperare un unico e povero concetto. Oggi nel complesso ci siamo arricchiti delle varie correnti di pensiero e a differenza di quanto potremmo credere le tradizioni che si sono sviluppate negli anni continuano a mutare. In campo gastronomico.........
L'Italia ha una tradizione culinaria unica al mondo, essa beneficia di una varietà di ingredienti tipici originari ben collocate in ogni regione.Molte ricette della tradizione sono diventate le basi della cucina Italiana e vanto della nostra identità gastronomica nel mondo.
Purtroppo le politiche agricole nazionali che dovrebbero salvaguardare e tutelare i nostri prodotti tipici del territorio, spesso non promuovono leggi che evitano la contraffazione dei nostri marchi Dop .Gli eventi enogastronomici, dovrebbe insegnare  a valorizzare i prodotti tipici nazionali e promuovere una campagna mondiale contro gli sprechi, problema tipico delle società occidentali, questo però e' pura utopia.
E' cosa saggia prendere atto da coloro i quali lavorano nel settore ( chef e simili, di famma internazionale)che non si può dare priorità all'esaltazione del proprio D  IO  quale firma del proprio operato a discapito dello stravolgimento di ricette culinarie tradizionalmente tipiche del luogo categoricamente non "modificabili" o alterabili nel rispetto delle tradizioni secolari e dall'equilibrio di sapori tramandati nel tempo.
Altro serio problema è quello alimentato dagli interessi delle grandi aziende che ignorando la tradizione propongono a tutti i costi i loro prodotti in sostituzioni di quelli tipici e o del territorio.Un esempio può essere la ricotta per la pastiera, qualcuno è arrivato a dire che è più buona quella di bufala da quella di pecora che da anni si mette in questo dolce tipico campano.
Per la tutela di ricette tipiche con prodotti del territorio bisogno che si istituiscano nuovi consorzi o cooperative che vanno nella direzione della tutela e la salvaguardia attraverso l'ottenimento dei famosi marchi di tutela.

Murzelle 'e stoc con patate

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L'uscita del mese di marzo della rubrica dell'Italia nel piattoè dedicata Pesce, crostacei e frutti di mare, un pò anche per rispettare i giorni di magro della quaresima. Oggi propongo uno dei piatti più poveri della tradizione culinaria di terra di lavoro. Le "murzelle 'e stoc" con le patate. La murzelle e stoc  sarebbero le rifilature tolte dai filetti di stoccafisso, che a differenza del baccalà ha una diversa lavorazione. Si tratta di due prodotti che derivano dal merluzzo, la differenza è che lo stoccafisso viene essiccato, mentre il baccalà attraversa un processo di salatura.
 Ingredienti:
500 g. di murzelle di stoccafisso ( ma si può fare anche con il filetto)
600 g patate
200 g. di pomodori
1 spicchio d'aglio
prezzemolo q.b.
olio extra vergine di oliva 
sale
pepe
Procedimento:

In un tegame, fate rosolare a fuoco lento l'aglio,  aggiungete i pomodori pelati e , dopo qualche minuto, le patate tagliate a funghetto,  ricoprite di acqua e aggiustate di sale. Fate cuocere per circa 15 minuti , poi aggiungete le murzelle e stoc, e lasciatele sul fuoco per altri 10 minuti. Un pò prima di spegnere aggiungete il prezzemolo e il pepe. Buon appetito

Brodetto di pesce a cottura differita

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La sfida n° 55 dell’Mtchallangeci porta in alto mare, grazie ad Anna Maria Pellegrino del blog qb. Il tema scelto, il brodetto di mare, rientra nella domanda che Anna Maria ci rivolge; ovvero un momento legato al cibo che fa la differenza.
Proprio la zuppa di pesce rimane nella mia vita un piatto che ha sempre fatto la differenza, perché si sa in queste preparazione la materia prima è fondamentale. Andare a pesca con sconosciuti e cucinarlo appena rientrato alla base non ha prezzo. La zuppa di pesce rappresenta il piatto dell' aggregazione, proprio come i pescatori che lo cucinavano sulle barche. Il cibo fa sempre la differenza, ma quando nella vita si incontrano persone che hanno la passione di condividerla, diventa tutto più facile, pescatori compresi. Un piatto variabile la zuppa, dove il congelato non viene preso assolutamente in considerazione. Si va in pescheria è si compra quello che il mare ha offerto durante la notte di pesca.
Niente pomodoro e una cottura differita, i filetti delle carcasse messe nel brodetto, sono state cotte al vapore dal brodetto.
Ingredienti 
200 g tra vongole veraci, telline e vongole lupini
1 triglia grande
1 Rana pescatrice piccola
10 gamberi
10 scampi
1 spicchio di aglio
1 cipolla bianca
Olio extra vergine di oliva
Pepe  macinato al momento
Fresella al finocchietto

Preparazione
Ho eviscerato  tutto il pesce, alla rana pescatrice ho tolto la tuta grigia che gli copre tutto il corpo, alla triglia invece ho tolto le squame. Ho sfilettato la triglia  e ho messo da parte la carcassa, la testa della rana pescatrice e le teste di 5 gamberi.
In una pentola ho fatto appena soffriggere la cipolla tagliata finemente e l’aglio nell’olio extra vergine di oliva. In questo soffritto ho calato la carcassa della triglia, la testa della rana pescatrice e le teste di cinque gamberi; ho fatto rosolare a fuoco lento per 5-6 minuti premendo le carcasse con una cucchiaio di legno.
Ho versato quattro mestoli di acqua fredda portando il composto a bollore. In un cestello vaporiera adatta per la pentola ho cotto i filetti di pesce per circa 10 minuti. Ho tolto il cestello e ho fatto ridurre il  liquido a metà, filtrandolo con un colino e tenendo il liquido al caldo. 
In una padella  basso ho fatto appena soffriggere l’aglio, ho unito gli scampi e i gamberi con un mestolo di fumetto,  ho fatto cuocere il tutto per circa 15 minuti, ho poi unito i lupini, le vongole veraci e le telline. Ho lasciato cuocere i frutti di mare fino a quando non si sono aperti. Ho aggiunto la restante parte di fumetto e ho aggiustato di sale.
Ho servito la zuppa su una fresella al finocchietto locale, adagiando anche i filetti di pesce, guarnendo con del prezzemolo e il pepe nero.
 Con questa ricetta partecipo alla sfida n° 55 dell'Mtchallange

Sotto le stelle all'italiana....niente di nuovo #report

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Il 13 ottobre 2014 dedicai un post alla puntata di Report sulla pizza,  incominciai il post cosi
(((...........ci mancherebbe. Molti siti enogastronomici hanno gridato al complotto contro la Pizza e si sono scagliati contro la trasmissione di report reo di voler distruggere il marchio made in Naples. Tantissimi articoli e fiumi di parole per difendere l'indifendibile, io non so che trasmissione hanno visto, che cosa stanno difendendo, e perchè!!!!!!!!......qualcosa però non quadra. E' la storia di oggi, di giornalisti che si fanno la guerra, difendendo a tutti i costi i falsi miti del food-pizza. Dai commenti poi sotto i citati articoli molti lettori stanno dalla parte di report e ringraziano Bernardo Iovine per l'ottimo servizio svolto.
Evidentemente da   fastidio che i consumatori sono venuti a conoscenza di verità scomode.
Oggi troppi pizzaioli e chef  sono diventati personaggi pubblici, una specie di sparapose vestiti di bianco che hanno persino tolto il posto a Rocco ....................
Da tutte le informazioni date da report, chi ci guadagna e' sicuramente per una volta il consumatore che adesso sa che quel fondo bruciacchiato può nuocere seriamente alla salute.)))
Come per la la puntata sulla pizza si parte sempre con una premessa: ci sono chef che non si riconoscono nelle parole ed episodi che racconta report, naturalmente non bisogna mai fare di tutta l'erba un fascio. 
Esattamente dopo due anni e mezzo Report manda in onda un altro bellissimo servizio, questa volta sulle stelle che le guide assegnano agli chef.
Questa volta molti siti enogastronimici davanti all'evidenza hanno abbassato i toni, ma si sono limitati a dire cosa hanno capito loro dal servizio di Bernardo.
Secondo me non hanno capito una beata mazza essendo loro gli artefici di creare falsi miti, e comunque in totale conflitto d'interesse. Sempre questi giornali dicono che non ricevono alcun compenso quando dedicano un articolo ad un ristorante o un produttore...... Voi ci credete ??? Io sinceramente no, e i fatti dopo due anni e mezzo lo dimostrano. La caduta del mito stellato...., la cucina è una cosa seria, è passione, amore per il territorio, amore per il prossimo,  questi signori con stelle cappelli e bicchieri hanno un solo scopo il business. Dove gira moneta si rovina tutto, la moneta è merce per corrompere, l'uomo ha questa indole, l'Italiano ahimè un po in più. Vogliamo parlare dei critici gastronomici, non esistono sono semplicemente gli amici degli amici, ovvero gli amici della combriccola. A differenza di questa figura nuova e bella che ho conosciuta stasera, Valerio Visintin giornalista gastronomico che agisce in incognito. Cura per il Corriere della Sera la rubrica “Mangiare a Milano”. Di lui si conosce la firma, ma non il volto. Insomma assenza di confidenza con l'interlocutore che giudica.
Dicevo dei soldi, aggiungo le televisioni, il successo, che stanno influenzando migliaia di ragazzi che credono a queste illusioni! Come si fa a 35 anni a fare un corso di cucina di tre mesi e pagarlo 6500 euro??? Cosa hai potuto imparare? Credo nemmeno a soffriggere la cipolla, infatti il povero ragazzo preparava antipasti per un ristorante !!!!
Poi vediamo un istituto alberghiero che non ha risorse per comprare materia prima per far eseguire pratica agli allievi....
Chef, fornitori, critici, guide, acque minerali, formaggi, prodotti esteri, e chissà ancora quante querelle che il povero Iovine non è riuscito a scoprire.....
La cosa inquietante e che tutto il servizio per decidere guide ed altro rientra in un lavoro amatoriale. 
Fermiamoci qui, per qualcuno è caduto un mito per me quel mito non è mai esistito!!!!! 

Rinfresco del lievito madre

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Oggi scopro da un articolo sul Web che la pasta madre e' la moda del momento, lo stesso personaggio  e' quello che mette la cipolla nella matriciana.........io lo dico sempre che la cucina e' questione di gusti!!!

Il lievito madre e' la moda della panificazione, attiva dalla sua creazione.
In questi tre anni, l'avventura più bella nel campo food, l'ho avuto con il lievito madre.Il mio lievito madre  ha compiuto da poco un anno, e'd e' proprio figlio i quella Spery che e' una panificatrice seriale.Sono stato attratto da questo mondo convinto di ottenere ottimi risultati ,ho capito che la panificazione non e' affatto semplice, in virtù delle tante varianti, che sono: il lievito, le farine, l'acqua e il sale.Dietro questi ingredienti, c'e' un mondo infinito di chimica e biologia che ho incominciato a conoscere e che voglio trasmettere senza restrizioni e in tutta semplicità.
"Se ho un blog e' perchè devo svelare i trucchi per la perfetta riuscita di una ricetta, se non lo faccio ci si rimane soltanto ipocriti"

Tutto questo nasce allo scopo di come ottenere una pizza perfetta, dove le varianti sono tutte importanti in egual peso.Leggo spesso  delle percentuali di importanza negli ingredienti per fare la pizza, 50% le farine, 10 la farcitura ecc., io invece sono del parere che tutti gli ingredienti o le azioni hanno un importanza, e in mancanza di qualità  di una il risultato finale e' scarso.
Per fare una pizza perfetta _________________________________________________________________________________
Farine di Alta qualità e forza.
Lievito Madre rinfrescato due volte
acqua di sorgente 
fare attenzione ai gas di lievitazione 
Idratazione tra il 70 e 75% 
corretto uso del sale 
lunga maturazione a freddo naturalmente per questo processo e' necessario delle farine adatte.
stesura della pasta  
Cottura in forno, ma a legna e' un altra cosa.
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Inizio questa mia avventura con il lievito madre, perchè la prima cosa che ti domandano quando le regali e'::::
Come si usa??????
.................................................
Ho cercato nell'ambiente familiare ed altro, di far conoscere l'interesse del lievito madre, spiegando loro che esso e' adatto in tutti i campi della panificazione , anche in quelle più complesse (ricette dolci).Con il lievito madre, la pizza o altri prodotti hanno sempre un sapore diverso e antico.

Rinfresco del lievito Madre

Il rinfresco del lievito madre va effettuato almeno una volta alla settimana, questa e' l'operazione che permette di nutrirlo e mantenerlo in vita.
Ingredienti
100 g di lievito madre
100 g di farina 0 W 400
50 g di acqua di sorgente
Si preleva dal contenitore il lievito madre e si mette in una ciotola con una quantità di acqua pari alla metà del peso del lievito madre e si fa stare a mollo per 10 minuti.A questo punto mescolare con una forchetta o con le mani finchè tutto il composto non sarà diventato come una crema. Dopodiche' si aggiunge la farina, pari al peso del lievito madre, e si impasta fino a formare una palla liscia che non appiccica alle mani.

Dividere il lievito madre in queste proporzioni, 150g e 100 g, entrambi  messi a lievitare in contenitori di vetro (stretto e lungo )e lasciarli per circa 5-6 ore coperti da un panno umido.Trascorso il tempo di lievitazione,la porzione da 100g andra sigillato con della pellicola trasparente e messo in frigo per il successivo utilizzo.La porzione da 150g ci servirà da lievito per impastare la nostra pizza. Su una quantità di 150g impasteremo 450g-550 g di farina.
Per ottenere ottimi risultati il lievito deve avere una buona forza sopratutto nei prodtti da panificazione dolce che in questi casi va rinnovato 2-3 volte prima di usarlo.

Ma che cosa e' il lievito madre?


La scoperta del lievito madre fu del tutto causale e viene attribuita agli Egizi in un epoca che risale a circa 3000 anni prima della venuta di Cristo.Un impasto di acqua e farina , dimenticato per qualche tempo in un angolo caldo e buio, fermentò diventando gonfio e acquistando un sapore acido."L'impasto diventa una coltura per i microrganismi presente naturalmente negli ingredienti e nell'ambiente, tenuti in vita dai frequenti rinfreschi con nuova acqua e farina. In questo processo si sviluppa il Saccharomyceo Cerevisiac (unico ceppo di microrganismo presente nel lievito di birra) ed altri saccaromiceti diversi.Nella formazione del lievito madre abbiamo una grande quantità di batteri lattici che sono contenuti nella farina e trovano modo di svilupparsi anche in essa.La presenza di lattobatteri, producono acido lattico, che poi in fase di cottura, unito all'alcol, sarà la fonte dei componenti aromatici.Il fattore fondamentale per la digeribilità e il gusto del prodotto finale è da attribuire proprio alle trasformazioni chimiche dovute ai lattobatteri , inoltre sviluppandosi proprio a lungo in carenza di ossigeno puo' produrre un eccesso di acido acetico che darà un gusto troppo acido al prodotto finito( pane o altro).
Ho usato la parola alcol, perchè nella lievitazione quando l'ossigeno viene a mancare inizia la fermentazione alcolica .

Come è stato fatto (si fà) il lieto madre?

Ci sono tantissimi modi per produrre la pasta madre e credo che nessuno dei metodi sia sbagliato, perchè i due ceppi di micro batteri si formano in qualsiasi metodo usato.

I Impasto

200 g di farina 0 W 400
50 g di acqua di sorgente 

Impastare acqua e farina fino ad ottenere una palla morbida e liscia.Riponete l'impasto in un barattolo di vetro stretto e lungo  coperto da un panno umido e lasciarlo riposare a temperatura ambiente per circa 48 ore.Durante questo tempo la fermentazione non potrebbe anche partire , essa dipende da tante variabili , la temperatura deve essere compresa tra i 18°-25°.

II Impasto

100 g impasto precedente 
100 g di farina 0 W 400
50 g di acqua di sorgente 

Impastate i 100 g dell'impasto precedente con l'acqua e farina,Formate una palla morbida e liscia e lasciarla riposare per altre 48 ore sempre in un barattolo di vetro stretto e lungo coperto da un panno umido a temperatura ambiente.

Trascorse le 48 ore ripetere l'operazione dell'impasto 2 finchè l'impasto non raddoppierà in 4-5 ore.
Per un pane o pizza più digeribile e saporito è bene  utilizzare il lievito madre.

...forse vi ricordate che..... 

Il metodo delle nostre nonne è diverso da quello che oggi applichiamo per la conservazione del lievito madre.Loro tenevano da parte un pezzetto dell'impasto crudo per il pane appena fatto.Questo pezzettino lasciato per più giorni a fermentare  era il lievito madre per la successiva panificazione.E' proprio così che nasceva il lievito madre, chiamato anche pasta acida o lievito naturale.

Carciofi arrostiti sulla brace

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Questo mese la rubrica l'Italia nel piatto dedica l'uscita alle ricette della Pasqua. Nei fine settima di Domenica delle Palme e di Pasqua nelle strade di diversi rioni della mia Città Marcianise si percepisce l'odore intenso delle carcioffole arrustute che saranno poi consumate nel giorno di festa. La carcioffola arrustuta è un piatto tipico della tradizione campana, un piatto che ha origini lontane, la carcioffola viene cotta sui carboni ardenti coperti da carta paglia bagnata.  In questo periodo vengono prodotti i migliori carciofi, ma rimane un piatto per tutte le stagioni materia prima permettendo. Questa ricetta è di sicuro l'orinale e senza aggiunte di altri ingredienti, perchè è la stessa che Ippolito Cavalcanti cita nel libro di cucina Teorico-Pratica pubblicato nel 1939. Riporto qui la ricetta dell'epoca scritta in dialetto napoletano.
Carcioffole arrostute 
Che t'aggio da dicere pe chisto piatto, ca lo sapea fa pure D. Giovan lo pazzo che jeva pe Napole, nce mette sale, e uoglio, e pepe e nu spicolo d'aglia pe dinto, e l'arruste ncoppa a la vrasa.
Quattro righe senza giri di parole o quantità di una cucina spontanea e coinvolgente, l'auture ci spiega che questo piatto era di una facilità assoluta, infatti lo sapeva fare anche Giovanni un vagabondo pazzo che girava per napoli.
Ingredienti: 
Carciofi
Aglio 
Olio extra vergine di oliva
Pepe
Sale  
Procedimento:
Lavate i carciofi e metteteli a scolare a testa in giù, non togliete nessuna foglia dal carciofo. Partendo dal centro di ciascuno, cercate di allargare le foglie schiacciandoli con la punta su un angolo di un tavolo per farli aprirli e ottenere un "pertuso" buco all'interno. Inserire al centro di ogni carciofo , l'aglio tagliato a pezzettini, il prezzemolo, il sale, il pepe e irrorare con un filo di olio extra vergine di oliva. Richiudete forte con le mani i carciofi aperti facendoli riprendere la forma iniziale. Preparate la "fornacella" (barbecue); accendere il fuoco con legno secco tipo abete tagliato a listarelle. Quando il legno si sta per consumare , mettete sopra  la carbonella, aspettate cinque minuti e livellare i carboni. Adagiare i carciofi sulla sui carboni ardenti e lasciateli cuocere lentamente. Le foglie esterne si bruceranno, ma e normale, questo permetterà alle foglie interne di mantenersi morbide. Potete provare se i carciofi sono cotti a staccare una foglia interne e assaggiarla. Togliete i carciofi dal fuoco, e appena raffreddati, con un coltello togliete le foglie bruciate. Buon appetito e ora andiamo a vedere le amiche delle altre regione cosa hanno preparato per Pasqua

Emilia Romagna: La tardura romagnola
Calabria: ‘mpiulato -

Calascione di Capriati

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Il calascione è una pizza ripiena, quello di Capriati a Volturno ( comune italiano di 1.541 abitanti della provincia di Caserta in Campania al confine con il Molise) si distingue dagli altri perchè ha come base una pasta fatta con gli stessi ingredienti dei taralli perciò rimane più rigida  e croccante. Il calascione, viene mangiato a pranzo del venerdì Santo , ma viene anche conservato e scambiato con amici e vicini di casa. Al sud la convivialità è un valore che riesce ancora a sopravvivere! In queste terre dell'Alto Volturno è rappresentativo della Pasqua incipiente: tutti ne preparano tanti e si preoccupano che gli altri li abbiano. 
Ingredienti per la base:
Farina 00
1 bicchiere di vino bianco
mezzo bicchiere di olio extra vergine 
Ingredienti per il ripieno:
2 ceppi medi Bietole  lessate e saltate in padella con
olio extra vergine di oliva 
aglio
acciughe 
olive 
pepe
sale
Impastare tutti gli ingredienti della sfoglia base; lasciar riposare; staccare una pallina di pasta ; stendere con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia di circa 25 cm di diametro. Disporre la pasta in un ruoto oleato con olio extra vergine di oliva. Mettete dentro la sfoglia il ripieno con le bietole preparato in precedenza e ricoprire il tutto con un altra sfoglia tirata sempre con il matterello. Sigillare i bordi passando sui bordi del ruoto il mattarello. Infornare al 220° per circa 30 minuti.
Si mangiano caldi e accompagnati con vino bianco.
Bibliografia :"Gastronomia in Terra di Lavoro", Giovanna Ferrante Sorrentino pag 79.

Minestra Maritata di Pasqua

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Per l'uscita pasquale dell'Italia nel piatto ripropongo la minestra maritata di Pasqua, uno dei piatti più gustosi di sempre.
Nel dare, ora, un cenno sull’origine della pietanza proposta, non tragga in inganno la definizione gastronomica su nominata, che altrove ha tutt’altro significato. Nel casertano il termine “menesta” esplicita un tipo di verdura a larga diffusione meridionale, meglio conosciuta come “broccolo nero”, ma questa, nello specifico, è riferita ad una varietà denominata “spuntarella”, posseduta da tutti i possessori di piccoli appezzamenti di terreno coltivati ad ortaggi per la propria famiglia e…per qualche amico. Questa verdura è sorella al “vruoccolo” (broccolo nero) del periodo natalizio; se ne differisce perché dalla pianta, posta a dimora in autunno,  si spuntano solo le cimette spigate che di volta in volta maturano come tali, da qui “spuntarella” ed ha un’efficacia produttiva solo primaverile, sempre che si provveda ad una regolare annaffiatura; viceversa tende ad indurirsi per la caluria in aumento. La specialità gastronomica, suppongo tragga origine dal connubio di tale verdura con elementi di origine animale (uova, formaggi, carni di maiale fresca o di salamoia). In molte famiglie è categoricamente consumata il giorno di Pasqua in compagnia del pane a forma di croce di cui è stato cenno in altra argomentazione sulla gastronomia tipica di tale periodo ed assume valore devozionale di circostanza. Molti altri la consumano, invece, il giorno di Pasquetta, durante le scampagnate fuori porta tipiche della giornata, a diretto contatto con la natura, madre di quella produzione, e animale che vegetale.
Ingredienti
 Menestra Broccoli Neri
Cicoria
 Uova
 Pecorino
Bucce di Parmigiano
Tutte le parti del maiale  con prevalenza la Testa
 Orecchio
Muso
La tradizionale Annoglia
 Salsiccia di maiale fresca
 Salsiccia di Polmone
Sale Gemma di Mare
Non ho inserito le quantità altrimenti qualcuno potrebbe spaventarsi.
Procedimento
Lavate  tutte le Verdure e selezionare  tutte le parti del maiale.Mettere abbondante acqua in una pentola;portate ad ebollizione e fate bollire una prima volta tutte le parti del maiale sotto sale.Ripetere quest'operazione almeno tre volte per evitare  che la minestra risulta troppo grassa .Alla quarta bollitura, togliere tutte le parti del maiale dall'acqua della bollitura e nella stessa cuocere la minestra e le cicorie.Lasciate che il tutto cuocia lentamente e che buona parte del brodo sia assorbito dalle verdure la minestra deve essere comunque brodosa, assaggiare e salare il tutto. Da parte battere con il pepe e il pecorino .Prima di servire la minestra unitevi le uova battute ed amalgamate il tutto girando accuratamente. Servite ben Calda .Prima di servire la minestra unitevi le uova battute con pepe e pecorino, aggiungendo anche pezzettini di formaggio di pecora,  amalgamate il tutto girando accuratamente. Servite ben Calda .
Ed ora andiamo a vedere la Pasqua culinaria nelle altre regioni d'Italia.

Pollo alla cacciatora 2.0

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Parte una nuova avventura, partecipo con molto piacere alla raccolta di ricette per il  Calendario del Cibo Italiano ideato dall'Mtchallange. Oggi è la giornata dedicata al pollo alla cacciatora. Difficile, molto difficile oggi trovare in un menù di un ristorante il pollo alla cacciatora. Eppure rimane una pietanza assai saporita, la causa del mancato successo va ricercata nella presentazione di questo piatto che e poco scenografica, Oggi diamo più importanza all'impiattamento che al contenuto, poi se aggiungiamo che il pollo alla cacciatora per gustarlo al meglio va mangiato con le mani, i problemi diventano due.
Allora...... Volendo far diventare questo piatto gourmet, non lo andrò a stravolgere nella cottura, che rimane quella tradizionale in umido, mal  nel  taglio e nella scelta dei pezzi del pollo.
Ho scelto per quest cottura alla cacciatora solo sovracosce, ma si otrebbe fare con qualsiasi altra parte del pollo, l'importante che la si privi dell'osso. La cottura come detto l'ho eseguita in umido con cipollotti freschi e pomodori del Vesuvio, poi a fine cottura ho tagliato a fette la coscia e l'ho posata sul sughetto alla cacciatora. 
Consultando anche le altre ricette sulla cacciatora, ho notato che questa preparazione che si esegue nel mio territorio, è completamente diversa dalle altre. La differenza sta negli ingredienti, in questa preparazione che è descritta in questo post, non sono state aggiunte spezie o altro, e questo sicuramente va ricercato nella storia del nostro popolo. Il pollo alla cacciatora, fa parte delle tradizione contadina italiana, ne si trovano fonti in tutte le regioni d'Italia. Mia nonna, mi raccontava che il pollo era l'alimento delle feste (domenica e festività importanti), veniva sacrificato il sabato per poi essere cotto nel forno a legna la Domenica con le patate. Il suo abitat era il cortile, mentre le galline avevano un riparo sotto il forno a legna, dove andavano a covare e depositare le uova. Del pollo alla cacciatora invece non ne ha mai accennato, era più il coniglio che veniva preparato con  questa cottura alla cacciatora, per le sue carni prive di grasso. In tutta questa storia un dubbio mi è rimasto, è nato prima il pollo o il coniglio..... alla cacciatora???
Ingredienti:
4 sovracosce  di pollo
2 cosce di pollo
3 cipollotti freschi
1 bicchiere di falanghina 
400g Pomodorini del Vesuvio
olio extra vergine di oliva 
1/2 cucchiaino di peperoncino
sale 
pepe
prezzemolo
basilico

Procedimento:
Aggiungete il pollo e fatelo rosolare in entrambi i lati. Versate la falanghina, fate appena sfumare e aggiungete i pomodorini e un bicchiere di acqua. Aggiustate di sale.
Aggiungete il pollo e fatelo rosolare in entrambi i lati. Versate la falanghina, fate appena sfumare e aggiungete i pomodorini e un bicchiere di acqua. Aggiustate di sale. Coprite il tegame e procedete ad una cottura lenta per circa 25-30 minuti. Qualora il pollo tendesse ad asciugarsi troppo, aggiungere 1/2 bicchiere di acqua. Prima di togliere il fuoco verificare la cottura, che può variare dalla qualità e dimensione dell'animale. 
Terminata la cottura, prendete la sovracoscia e tagliatela a fette senza scomporla. Servite il pollo in un piatto adagiato sul sugo alla cacciatora, guarnite con il pepe, il prezzemolo e il basilico. 

Tagliatelle del pastificio Golino con porcini

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Mercoledì 12 aprile è stato inaugurato il pastificio dell'amica blogger Antonietta Golino. La passione e l'amore per la buona cucina, hanno spinto Antonietta ad andare oltre il virtuale, ed applicare il suo metodo di cucina genuina per i suoi futuri  clienti. Il pastificio artigianale Golinoè sito in Marcianise alla via San. Giuliano 75, una zona a me familiare; infatti al civico 125 abitava mia nonna. Ricordi di un infanzia vissuta in un luogo dove sono nate, e ancora oggi si conservano le tradizione autentiche e veraci del nostro territorio e che Antonietta cercherà di portare dritto nel piatto. Antonietta per il suo pastificio userà farine selezionate ed i migliori ingredienti reperibili sul mercato a Km giusto. 
Noi invece auguriamo ad Antonietta e il suo pastificio tutto il bene possibile!
Ingredienti:
400 g Fettuccine fresche pastificio artigianale Golino
200 Funghi porcini freschi
150 Carne trita
Olio extra vergine di oliva
1 spicchio d'Aglio 
Pepe
Sale
Prezzemolo
Basilico
Procedimento:
Pulite i funghi porcini, strofinateli delicatamente con un telo bagnato; tagliare i funghi a fette piuttosto grandi. In un tegame con l'olio extra vergine di oliva, fate soffriggere a fuoco lentissimo l'aglio schiacciato; poi aggiungere i funghi porcini e fateli cuocere per 5 minuti a fuoco lento. Aggiungete la carne trita e cuocete a fuoco moderato per altri 7-10 minuti, bagnando se necessario con poco acqua. Lessate le tagliatelle del Pastificio Golino in abbondante acqua salata, scolatele  al dente e saltatela nel sugo di porcini e carne trita . Fate riposare le tagliatelle per circa 2 minuti. Impiattate e guarnite con prezzemolo, basilico e pepe.
Pastificio Artigianale GOLINO    Via San Giuliano, 75 Marcianise (CE)  Tel: 340 621 7087

Caseificio Lattai Ponticorvo. Inaugurazione

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L'invito è aperto a tutti, chiunque si trovasse in zona, Domenica 30 Aprile 2017 alle ore 18:00 ci sarà l'inaugurazione del Caseificio con annesso punto vendita e gastronomia di Luca e Antonino Ponticorvo "Lattai Ponticorvo". Per i cultori del Gusto una grandissima sorpresa, nel senso che troverete uno dei caseifici più innovativi che avete mai visto. Visitando il caseificio, il lato produzione si intuisce subito il legame che lega  tradizione e innovazione. 
I gesti antichi tramandati nella famiglia Ponticorvo da tre generazioni, sono il vero plus del progetto Lattai Ponticorvo. Quarantotto anni di esperienza, tre generazioni di casari, produzione DOP e distribuzione nazionale ed internazionale; questi sono alcuni  punti forti del caseificio "Lattai Ponticorvo".
Luca e Antonino Ponticorvo per la loro inaugurazione del caseificio Lattai Ponticorvo, si sono affidati al top della Cucina gourmet, oltra ad assaggiare i prodotti caseari, in più, potrete degustare le specialità degli chef Giuseppe Daddio e Aniello Di Caprio (scuola di cucina “Dolce e Salato”), della Pizzeria-élite del Maestro Pizzaiolo Pasqualino Rossi, della Pizzeria "I Masanielli" - Maestro Pizzaiolo Sasà Martucci, le prelibatezze di Sabatino Cillo Master Gusto - lo stilista delle carni - e l’ottima birra artigianale del birrificio Birra Karma.
Sarà un occasione irripetibile per conoscere le eccellenze del territorio casertano.  
L'Associazione "Il Cortile di Cerere" augura ad Antonino e Luca Ponticorvo tutto il bene possibile, la passione e l'amore per la propria terra sono il vero ingrediente per il successo. #forzalattaiPonticorvo

Sartù di bufala con salsa pomodoro e latticello

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La sfida n° 65 dell'Mtchallange ci riporta a Napoli con la ricetta del  Sartù di riso proposta da  Marina Bogdanovic, del blog Madamoiselle Marina. La versione che propongo per questa sfida è tutta in bianco, con un ripieno a tutto bufala. Ricotta e mozzarella la fanno da padrona, completa l'opera il salame il pepe e l'uovo, si è lo stesso ripieno della pizza fritta napoletana. La salsa di accompagnamento è un pomodoro semplice con latticello di bufala. Difficoltà tantissime perchè ho dovuto combattere con la componente liquida della ricotta e mozzarella, quindi questo Sartù andava fatto riposare di più, sono andato al limite dell'afflosciamento. La foto non rende l'idea ma il sapore questa volta è stato sublime. 
Ingredienti
350 g di riso carnaroli
1.5 lt di brodo vegetale (carota e cipolla)
burro 3 cucchiai
sale
Ripieno
200 g di ricotta di bufala non Dop
200 g di mozzarella di bufala non Dop 
6 fette di salame tagliate poi a dadini 
pepe
sale 
1 uovo
Salsa al latticello
200 g di pomodoro
latticello di due mozzarelle da 100 g 
basilico
olio extra vergine di oliva 
sale 
Procedimento:
Tagliate la mozzarella di bufala a dadini, il latticello che fuoriesce dal taglio, mettetelo da parte che vi servirà per la preparazione della salsa.  In una ciotola mettete la ricotta di bufala, la mozzarella di bufala, il salame tagliato a dadini, il pepe e l'uovo sbattuto con un pizzico di sale. Amalgamate bene tutti gli ingredienti. 
Mettete una  padella sul fornello del caffè a fuoco lentissimo e fate  appena soffriggere l'olio extra vergine di oliva con aglio e basilico. Questa procedura e' durata quindici minuti, infatti più lenta e' questa operazione maggiore sarà l'aroma che l'aglio rilascia nell'olio extra vergine di oliva. Aggiungete  i pomodori conservati in barattoli fatti in casa, e lasciate  cuocere a fuoco lento per circa 10 minuti e comunque  finchè il sugo non si sia ben ristretto.A questo punto ho versate nel sugo il latte di bufala o "latticello" che avete ricavato strizzando una mozzarella tagliata a dadini. Amalgamate il tutto e spegnete la fiamma.
Per il risotto: portate il brodo ad ebollizione. In una casseruola fate fondere 10 g di burro e fate tostare il riso per un minuto. Bagnate con il brodo che verserete gradatamente quando il fondo sarà quasi asciutto. Dopo dieci minuti unite il restante burro. A metà cottura spegnete la fiamma e mantecate con il burro. Lasciate raffreddare.
Imburrate accuratamente (leggi: con le mani) uno stampo da sartù largo 18cm e alto 9cm e spolveratelo ancora più accuratamente con il pangrattato.
Coprite il fondo dello stampo con uno strato di riso alto un dito  Ricordatevi di livellare bene con il dorso del cucchiaio. Dovete creare uno strato di riso di  1cm anche sulla parete dello stampo, sempre tamponando con il cucchiaio che, se serve, potete anche bagnare. Arrivate a metà dell’altezza dello stampo. Riempite la cavità con la metà del condimento di bufala. Coprite con un altro strato di riso alto sempre  un dito e rivestite le pareti fino all’orlo; versate il rimanente condimento. 
Coprite con lo strato di riso alto sempre 1 cm. Livellate bene, cospargete di pangrattato e mettete di qua e di là qualche fiocchetto di burro.
Infornate e cuocete per 30-35 minuti. Capirete che è cotto quando si vedrà chiaramente che i bordi si sono staccati dalle pareti.
Lasciate riposare almeno 15-20 minuti, servite con il sugo al pomodoro e latticello di bufala.
Con questa ricetta partecipo alla sfida n° 65 dell'mtchallange

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